Generali, il verdetto dei consulenti: «I fondi puntino sulla lista del Cda»

«Serve continuità con Donnet». Ma la partita resta aperta

Fronte Caltagirone fiducioso nel proprio piano dopo il tour londinese

Luigi Dell’olio

MILANO  Nella battaglia per la conquista della maggioranza all’assemblea di Generali, in programma il prossimo 29 aprile, la lista presentata dal cda uscente segna un punto in proprio favore. Infatti sono state pubblicate le valutazioni dei grandi proxy advisor, società specializzate nel fornire consulenza agli investitori su come votare in assemblea, e l’orientamento è verso la squadra capeggiata da Andrea Sironi e Philippe Donnet. In particolare Iss, che è il principale operatore mondiale del settore (fa parte del gruppo Deutsche Boerse), ricorda che di solito sostiene la lista dei fondi (in questo caso è quella presentata da Assogestione), ma nei casi come questo in cui c’è contesa del controllo preferisce orientarsi verso quella tra «le liste di maggioranza in grado di assicurare creazione di valore a lungo termine per gli azionisti». A questo requisito sembra rispondere maggiormente la lista supportata da Mediobanca perché «se è vero che la lista degli sfidanti ha presentato un piano industriale più ambizioso», non sono chiari alcuni profili «come la capacità di esecuzione, di fattibilità e i rischi».

A Caltagirone viene rimproverato il tempismo della rottura «dopo essere stato 14 anni nel board» della compagnia e il fatto che il suo ruolo come capolista sia in contraddizione con l’indicazione, data dallo stesso imprenditore romano, di voler accrescere l’indipendenza dei manager dagli azionisti principali. In sostanza, concludono gli analisti di Iss, «la raccomandazione è di evitare discontinuità ingiustificate, poiché i voti per Assogestioni potrebbero ridurre le possibilità che la lista del consiglio ottenga il maggior numero di voti». Orientamento simile per Glass Lewis, che consiglia agli investitori di votare su tutti i punti dell’ordine del giorno assembleare avanzati dalla lista del cda uscente, a cominciare dal numero dei membri per il board (13).

Il proxy advisor è per sua natura orientato a sostenere il management uscente a meno di situazioni particolari, come performance molto negative di Borsa, manifesta incapacità nella gestione societaria o la presenza di una lista alternativa che spicca per competenze, in grado di colmare alcune lacune rilevate nella squadra in carica, e per la mancanza di conflitti d’interesse. Glass Lewis sottolinea le capacità imprenditoriali di Caltagirone, ma non vede sufficienti ragioni per togliere il proprio sostegno a Donnet, anche alla luce di qualche riserva sui rischi sottostimati da parte dei promotori del contropiano. «Non crediamo che l’azionista “dissidente” fornisca un caso solido e convincente suggerendo che Generali abbia sofferto di scarse prestazioni operative, che abbia mancato costantemente gli obiettivi dichiarati o generato rendimenti inferiori rispetto alla media (del settore, ndr”, aggiunge la società di consulenza.

Dal fronte Caltagirone non commentano le valutazioni dei proxy advisor, ricordando che Claudio Costamagna e Luciano Cirinà (rispettivamente candidati come presidente e amministratore delegato del Leone) sono reduci dal tour londinese, durante il quale hanno incontrato numerosi, grandi gestori, dai quali sarebbe arrivata una generale approvazione del contropiano. Resta da capire l’impatto che le analisi dei proxy advisor avranno sugli orientamenti degli investitori istituzionali. Tradizionalmente la loro presa è forte soprattutto sugli internazionali, mentre gli operatori domestici sono tendenzialmente più legati a valutazioni fatte in casa, anche per maggiore conoscenza diretta dei manager in partita.

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