Generali, Greco al cda: pronti a dire addio al salotto buono

Entro il 30 settembre la disdetta al patto Mediobanca Parte la fase 2 della controllata italiana con l’arrivo di Donnet
Di Piercarlo Fiumanò
29/04/2013 Trieste, assemblea delle Generali, nella foto Mario Greco
29/04/2013 Trieste, assemblea delle Generali, nella foto Mario Greco

TRIESTE. Dopo lo svincolo anticipato della quota Unipol, anche le Generali preparano l’uscita dal patto Mediobanca che scade in autunno. Il patto, che vincola il 42,13% del capitale di Piazzetta Cuccia, dovrebbe diventare più “leggero” con una discesa della quota sindacata dal 42,03% verso il 36%. Il gruppo triestino guidato dal Ceo Mario Greco, che ha in mano il 2% della banca milanese, è orientato a dare disdetta all’accordo parasociale entro il termine del 30 settembre. E di questo indirizzo il Ceo di Generali Mario Greco ieri ha informato come da prassi il cda del Leone anche se si tratta di una decisione che spetta al management. É stato un consiglio di routine che è servito anche a fare il punto sull’andamento operativo del gruppo in vista di importanti scadenze come il lancio della fase 2 di Generali Italia con l’insediamento di Philippe Donnet che il 7 ottobre prenderà il posto di Raffaele Agrusti che il 30 settembre lascerà gli incarichi operativi. Donnet spingerà l’acceleratore sul piano di ristrutturazione: l’Italia è un motore fondamentale della crescita del gruppo. Greco si è presentato ai soci forte dei risultati conseguiti in questi mesi. É stato centrato per oltre metà l’obiettivo di raccogliere circa 4 miliardi di euro entro il 2015 con la vendita di attività considerate non rilevanti a livello strategico.

Continua intanto la moral suasion del numero uno di Generali che si concentra sul settore assicurativo fino ad abbandonare anche il salotto buono della finanza italiana: «Non possiamo più gestire altre imprese, dobbiamo curarci della nostra», ha detto di recente Greco in un’intervista alla Frankfurter Allgemeine. E di rimando anche l’ad di Piazzetta Cuccia Alberto Nagel ha «raccomandato» alle Generali l’uscita dal patto Mediobanca in quanto «scelta coerente con gli indirizzi strategici del gruppo». Ma il cambiamento non è a senso unico. Lo stesso Nagel ha detto di voler lasciare i vari patti dove la banca è presente per ridurre l'esposizione azionaria per 1,5 miliardi nell'arco del piano al 2016. Sullo sfondo c’è il progressivo ridimensionamento delle partecipazioni incrociate che hanno segnato per decenni la finanza Made in Italy. Piazzetta Cuccia, peraltro, si prepara a ridurre la propria quota di controllo nelle Generali che nell’arco di tre anni scenderà dall’attuale 13,2% a circa il 10%. Una nuova way of life anche se Mediobanca continua a definire strategica la partecipazione triestina. Ieri Tarak Ben Ammar, che fa parte del cda di Piazzetta Cuccia, ha chiarito che al momento non sono arrivate nuove disdette al patto, oltre a quelle già attese del gruppo Fonsai e di quella in probabile arrivo di Generali. I soci che intendono lasciare l’accordo di blocco di Mediobanca devono comunque comunicare la loro intenzione entro lunedì 30 settembre. Ieri c’è stato anche il cda di Generali Italia, l’ultimo prima del ricambio al vertice con il congedo di Raffaele Agrusti. Per anni cfo di Generali e poi amministratore delegato di Generali Italia, Agrusti lascerà gli incarichi operativi lunedì 30 settembre e il gruppo a fine anno dopo avere contribuito al lancio della nuova corazzata assicurativa del gruppo triestino con oltre 10 milioni di clienti, 100 miliardi di attivi in gestione, oltre 11 mila dipendenti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo