Generali, è l’ora del verdetto finale: a Palazzo Berlam a Trieste la sfida dei Leoni
TRIESTE Il verdetto sullo scontro del secolo per decidere chi comanderà le Generali arriverà nella mattinata di venerdì 29 aprile sugli schermi dei computer dei soci collegati da remoto all’assemblea. Nello storico Palazzo Berlam sarà tutto concentrato in circa un paio d’ore.
L’assemblea presieduta da Gabriele Galateri di Genola (che lascia dopo 11 anni da presidente e altri 7 da vicepresidente) inizierà con le relazioni del Ceo Philippe Donnet e del Group Cfo Cristiano Borean che saranno accessibili e visibili a tutti sul sito del gruppo. All’avvio formale dell’assise potranno partecipare solo gli azionisti iscritti. Rispettato l’orario di inizio asburgico in vigore dai tempi del primo presidente Edgardo Morpurgo (ore 9).
L’ordine del giorno partirà con l’approvazione del bilancio. Dopo la determinazione del numero dei componenti del board, è prevista la nomina dal cda. Votazione che avverà con un unico rappresentante designato. La contesa del secolo sulle Generali avrebbe meritato la cornice dei bei tempi: l’arrivo di prima mattina del presidente e dei consiglieri, l’afflusso regolato dei piccoli azionisti, il movimento di grisaglie e di alta finanza che si vede solo in queste occasioni. Insomma il rito annuale dell’assemblea del Leone di Trieste quest’anno con due volti: quello in versione calma e rassicurante nella campagna della Lista del Cda che ricandida il Ceo francese Donnet e presidente Andrea Sironi e quella feroce della lista del fronte Caltagirone capitanata dall’ex top manager triestino Luciano Cirinà e dal banchiere Claudio Costamagna.
In agenda il bilancio. In uno scenario profondamente mutato per la guerra tra Russia e Ucraina, Generali ha archiviato il 2021 con un utile netto di 2,84 miliardi (+63,3%), il migliore degli ultimi 14 anni, e un utile netto normalizzato (escluso l'impatto dell'acquisto di Cattolica) di 2,79 miliardi. Il risultato operativo segna un nuovo record per il terzo esercizio consecutivo e si porta a 5,9 miliardi (+12,4%). Ai soci verrà proposto un dividendo di 1,07 euro per azione.
Subito dopo l’approvazione dei conti fiato sospeso per sapere chi guiderà per il prossimo triennio la compagnia. Un verdetto atteso dopo mesi di controversie fra la lista di maggioranza presentata dal board uscente appoggiata da Mediobanca e De Agostini (con il 17,2% del capitale la prima, compreso un 4,4% di titoli presti in prestito, 1,44% il secondo), e quella concorrente messa in campo dal gruppo Caltagirone, sostenuta dalla Delfin di Leonardo del Vecchio (ciascuno dei due imprenditori non sarebbe lontano dal 10%) e Fondazione Crt (1,73%). Un altro tassello importante è arrivato con la decisione dei Benetton (4%) di appoggiare la lista Caltagirone. Sul’altro fronte la lista del cda uscente guidata dall'attuale ceo Philippe Donnet continua a raccogliere le adesioni dei fondi internazionali, consigliati dai proxy Iss, Glass Lewis e Frontis. Philippe Donnet conta sui risultati raggiunti e sugli obiettivi del piano industriale.
Reduce da un roadshow in Europa e negli Usa, il Ceo ha detto di aver incassato l'apprezzamento degli investitori istituzionali sia sul suo piano «perché ambizioso, credibile e realistico», sia sulla lista presentata dal Cda. Sull’altro fronte in attesa del verdetto Luciano Cirinà, l’uomo che ha governato il gruppo nell’Est Europa.
Da verificare l’affluenza dei piccoli azionisti triestini retail e della miriade di enti benefici e fondazioni in una città dove lavorano fra Banca Generali e Genertel circa un migliaio dei 13 mila dipendenti in Italia. Certo, sono soprattutto i grandi soci i soggetti autentici nella governance della compagnia da sempre considerata il vero crocevia finanziario e cassaforte del Paese in questo conflitto senza precedenti.
Caltagirone e Del Vecchio vogliono un Leone più “pesante” in Europa. Ma cosa ne pensano i 150 mila piccoli azionisti, quella platea di soci retail che rappresentano circa il 20% del capitale? Si vedrà. Si è già pronunciata la Fondazioni Casali, enti benefico con sede a Trieste: i suoi voti andranno alla lista del cda uscente.
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