Generali, dubbi di Consob sulla buonuscita di Geronzi
Nel mirino la superliquidazione da 16 milioni dell'ex presidente. Protestano anche i sindacati
TRIESTE Quanti mal di pancia la liquidazione di Cesare Geronzi. Ora anche Consob ha acceso un faro sulla maxi buona uscita di 16 milioni di euro erogata al banchiere di Marino. Secondo fonti stampa, venerdì i vertici del Leone hanno ricevuto una lettera in cui l'Autorità di vigilanza chiedeva lumi sul lauto assegno. Nella missiva la Commissione chiedeva se nella decisione fosse stato coinvolto il comitato remunerazioni. Che, in effetti, quel giorno si era riunito sotto la presidenza di Paolo Scaroni. Pare addirittura che subito dopo il consiglio di Generali del 6 aprile, quello delle dimissioni di Geronzi, la commissione abbia convocato nei suoi uffici Vincent Bollorè, vicepresidente delle Generali nonchè esponente dei soci internazionali di Mediobanca. La Consob, secondo le indiscrezioni non confermate, starebbe passando al vaglio la posizione del finanziere bretone nella vicenda relativa all'acquisizione della ceca Ppf.
Bolloré non avrebbe votato il bilancio 2010, sfiduciando di fatto il ceo Giovanni Perissinotto, e contestando l'operazione che però in precedenza non aveva osteggiato. Ma ancor prima dell'Autorithy per la Borsa ad alzare il sopracciglio sulla buona uscita erano stati alcuni consiglieri indipendenti. La cifra, inutile dirlo, che trascende, e di molto, il noto Generali-style. «Lo abbiamo discusso e contestato a lungo - ricorda un consigliere indipendente -. Ma avremmo dovuto votare contro. Era però la prima riunione del consiglio ed era difficile capire come muoverci. E soprattutto era difficile per tutti immaginare i contrasti che sarebbero emersi».
A ciò si somma la protesta delle Rsa di Mogliano Veneto, cuore operativo della compagnia in Italia, dove si attende il rinnovo contrattuale e dove per un aumento di 170 euro al mese a regime in tre anni si rischia lo scontro. Le Rsa di Mogliano Veneto, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Fna, Snfia e Uilca hanno recapitato una dura nota stampa. La "liquidazione" di Geronzi ammonta a 48 mila euro al giorno, dicono i sindacati. «Considerato che i lavoratori del Gruppo sono 17 mila parliamo di un contributo pro-capite di mille euro».
Di fronte a queste cifre, afferma Claudio Pellegriti di Fiba Cisl «i commenti risultano superflui, abbiamo chiesto un aumento nei tre anni pari al 10%, la compagnia ha fatto una controproposta pari al 5,43% nel triennio il venerdì pomeriggio lavorativo». Le trattative dovrebbero riprendere il 10 maggio. In tema di superliquidazioni quella di Geronzi è stata una delle più ricche dipartite nella classifica di manager super pagati. In termini assoluti la più sostanziosa se si considera che arriva dopo un impegno di meno di un anno.
Al vertice, in termini assoluti, dei più pagati c'è Cesare Romiti,che lasciando il timone di Fiat, nel 1998, incassò 101,5 milioni di euro dopo 24 anni di permanenza, ovvero 11mila600 euro al giorno. Poi c'è Alessandro Profumo, con 40 milioni di euro, Matteo Arpe con 37,4 milioni e Roberto Colaninno, che nel 2001 lasciò Telecom con 25,8 milioni, 35mila342 euro al giorno.
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