Generali, Donnet fra i colossi sceglie la strada per il rilancio
TRIESTE Philippe Donnet deve ancora svelare le sue carte più importanti. Un passaggio cruciale accadrà più avanti, nell’autunno del prossimo anno, quando il manager francese con la passione del rugby presenterà al prossimo Investor Day londinese il nuovo piano industriale che dovrà mostrare una strada definita di crescita dopo la stagione del taglio dei costi e dell’uscita dai mercati non strategici. Il contesto macroeconomico e finanziario viaggia in ripresa ma resta l’incertezza dei bassi tassi di interesse. Chiuso il sipario sulle avances di Intesa San Paolo, il gruppo triestino di fatto si concentra sull'esecuzione «disciplinata» del proprio piano strategico.
Scenari di consolidamento. Alcuni obiettivi sono già al di sopra delle aspettative mentre i mercati attendono il famoso scatto del Leone. Dall’Investor Day di novembre 2016 il titolo del gruppo triestino ha intanto guadagnato il 33,5%. Ma c’è chi prospetta scenari di consolidamento fra i big delle polizze europei, dopo le complicazioni dovute alla necessità di adeguare il capitale alle richieste di Solvency 2. Gli equilibri di forza (o di debolezza) sono un punto centrale. Agli analisti non sfugge il sostanziale divario di capitalizzazione fra il gruppo triestino (circa 24 miliardi) e i concorrenti Allianz (72,5 miliardi), Zurich (42,4) e Axa (54). Donnet, superata la fase della ristrutturazione finanziaria, deve mostrare il vero volto delle Generali del nuovo millennio.
Ormai il mondo delle polizze si sta rimodellando sul profilo di colossi come Amazon. I conti dei nove mesi hanno visto un risultato operativo stabile a 3,6 miliardi di euro a fronte di premi complessivi di gruppo pari a 51,63 miliardi. Nel ramo Vita il gruppo continuerà a favorire l'offerta di polizze meno sensibili al livello dei tassi di interesse e con minore assorbimento di capitale. Nel Danni il Leone punta a diventare leader nel settore retail in Europa mantenendo il focus sulla redditività tecnica in uno scenario di minori redditi finanziari. Confermato il target di 5 miliardi di dividendi al 2018 previsto dal piano, senza intaccare la posizione di capitale. Le Generali usciranno alla fine da 13-15 mercati considerati non strategici, ricavando un miliardo di euro che servirà a rafforzare il gruppo nelle aree chiave, come i Paesi dell'Est, il core business europeo (Italia, Germania e Francia), l'America Latina e l'Asia. Il Leone ha già salutato l’Olanda incassando 143 milioni di euro.
Cessioni in Europa. Un altro passo significativo dopo aver completato la vendita del business in Guatemala e dopo la cessione di quelli in Colombia (30 milioni), Panama (172 milioni) e Lichtenstein. L’obiettivo di un miliardo di ricavi, secondo gli analisti, «potrebbe essere superato con le operazioni di cessione in Portogallo, Belgio e di parte del portafoglio vita in Germania dove il Leone valuterà l’eventuale vendita di Generali Leben, la controllata tedesca che detiene portafogli di assicurazioni vita per oltre 40 miliardi di euro.
Nessun aumento di capitale. Nuove acquisizioni? Donnet ha spesso detto «che se ci saranno buone opportunità le valuteremo». Escluso che ci sia necessità di aumenti di capitale: «La nostra posizione di capitale è forte», ha sempre ribadito. Ricordiamo i numeri. La posizione di capitale con il Regulatory Solvency Ratio al 195% (dal 178% di fine 2016) si è ulteriormente rafforzata mentre il livello di solvibilità (Economic Solvency Ratio) è arrivato al 215% (dal 194% di fine 2016). Il combined ratio si è attestato al 93%, in crescita di 0,7 punti base. Secondo gli analisti di Jefferies «dopo decenni di vicende politiche crediamo che Generali sia finalmente libera di forgiare il suo destino strategico. Gli utili stanno accelerando e, tenuto conto del capitale che verrà liberato dagli asset non core, Generali presto sarà pronta per reimpiegare capitale».
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