Generali, dimissioni a sorpresa di Caltagirone: ecco le prime motivazioni della sua uscita secondo gli operatori
Il suo voto contrario a Donnet e attriti sui comitati del Leone di Trieste. Detiene una quota del capitale pari al 9,95%. Titolo in calo, timori sull’instabilità della governance
MILANO. Francesco Gaetano Caltagirone si è dimesso dal Cda di Generali con effetto immediato. Le motivazioni non sono state rese note. Lo si legge in una nota di oggi, venerdì 27 maggio, della compagnia assicurativa triestina.
Alla data odierna, Caltagirone, che è consigliere di amministrazione non indipendente, direttamente o attraverso società a lui riconducibili, detiene una quota del capitale sociale di Assicurazioni Generali pari al 9,95%. La partecipazione del gruppo Caltagirone in Generali era e resta strategica. È quanto si sottolinea in ambienti finanziari dopo le sue dimissioni dal consiglio del Leone, accolte in Borsa con il titolo indebolito anche dai timori che l'imprenditore possa valutare di alleggerire la sua quota.
«Il Consiglio di amministrazione sarà convocato nei prossimi giorni per ogni conseguente decisione in merito alla sua sostituzione».
Titolo della compagnia in calo dopo le sue dimissioni: in Borsa le azioni del Leone, che in mattinata guadagnavano il +0,5% hanno invertito la tendenza e sono andate in ribasso, toccando il 2,4% a 17 euro, peggior titolo dell' Ftse Mib, dopo l'annuncio a sorpresa. Non che il gesto dell'imprenditore romano sia stato un fulmine a ciel sereno: aveva espresso voto contrario alla conferma del Ceo Philippe Donnet nel primo cda post assemblea; inoltre sulla definizione dei comitati del Leone (nominati senza rappresentanti delle minoranze, cioè della lista Caltagirone) erano emersi i primi attriti.
Tuttavia in pochi immaginavano una mossa simile, sempre che sia legata a tematiche di governance - Generali ha precisato che non sono state addotte motivazioni, per il momento, da Caltagirone. L'andamento del titolo, secondo gli operatori di Piazza Affari, è dettato dalle preoccupazioni del mercato per la stabilità della governance del Leone. Post assemblea, per certi versi, la sensazione era che per la compagnia potesse iniziare una nuova fase di convivenza pacifica tra i vari soci per raggiungere obiettivi comuni - questo quanto meno era stato anche l'auspicio del neo presidente Andrea Sironi (nominato all'unanimità dal nuovo board). Ora invece la prospettiva è di un'ulteriore parentesi di instabilità come quella che si era vissuta da gennaio in poi, con le dimissioni in sequenza di
Caltagirone, Romolo Bardin (espressione di Leonardo Del Vecchio) e Sabrina Pucci dal cda. Peraltro sul titolo è venuta meno anche la componente più «speculativa» perchè sia Caltagirone sia Del Vecchio sono ormai a un passo dalla soglia del 10% e ulteriori acquisti necessiterebbero di passaggi autorizzativi non scontati.
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