Generali di fronte alla City con una stretta sui costi

Oggi a Londra il piano Donnet. Le nuove strategie del Leone all’Investor Day mentre i mercati temono un effetto contagio dall’esito del referendum
Di Piercarlo Fiumanò

INVIATO A LONDRA. Le Generali guidate dal francese Philippe Donnet si presentano con tutto lo stato maggiore stamane di fronte agli investitori internazionali nella City londinese con l'aggiornamento del piano industriale. Un piano dal quale gli analisti si aspettano una accelerazione della stretta sui costi e una spinta sulla digitalizzazione. Nell'attesa ieri il titolo ha fatto faville (+4,19%). Un test importante per la più grande compagnia italiana, unico vero snodo finanziario con in pancia 70 miliardi in titoli di Stato, in una fase in cui i mercati vogliono anche essere rassicurati sulla stabilità del nostro Paese in vista del referendum costituzionale. E tutto ciò mentre il Financial Times si spinge persino a immaginare un’uscita dell’Italia dall’Euro in caso di vittoria del no. L’Investor Day di Generali è l’appuntamento dell’anno per capire la proiezione strategica del gruppo triestino ma anche l'umore dei mercati verso l'Italia. Su tutto il settore assicurativo la pressione resta molto forte. Non c’è solo la grande volatilità dei mercati, i bassi tassi d’interesse sui titoli di Stato, ma l’intero settore sta affrontando una fase di taglio dei costi, semplificazioni, concentrazioni che garantiscono maggiori profitti e revisioni strategiche. Per questo i mercati puntano su una svolta che possa garantire al Leone un forte rilancio dopo il turnaround finanziario. Tutto sarà svelato oggi dopo una vigilia nella quale sono anche filtrati rumors su ipotesi di tagli al personale fino al 10% della forza lavoro di un gruppo che conta su oltre 76 mila dipendenti di cui quasi 15 mila in Italia. In realtà, osservano fonti finanziarie, la strategia del Leone sul fronte dell'occupazione sarà più soft seguendo una strada già adottata con il piano di ristrutturazione già avviato in Germania, quarto mercato per importanza, dove sono stati tagliati un migliaio di posti di lavoro (il 7,4% del personale nel Paese) grazie a un accordo con i sindacati su un pacchetto di misure sociali innovative e senza ricorrere a licenziamenti. Riduzione dei costi, efficienza e rilancio della competività sarà il mantra del Ceo francese che in una recente intervista ha accennato a una strategia europea e globale già avviata con la valorizzazione del marchio Generali: «L’internazionalità fa parte del nostro Dna ma useremo una maggiore disciplina nell’allocazione del capitale, focalizzandoci su quelle controllate che hanno maggiore possibilità di raggiungere l’eccellenza. Non saremo quindi dappertutto». Ad inizio anno Generali scambiava circa 17 euro, poi con con una situazione del mercato italiano difficile è iniziato un calo che ne ha quasi dimezzato il valore dopo la Brexit, nonostante la scarsa esposizione oltremanica del Leone. Subito dopo il voto inglese è cominciata una lenta risalita. «L’Europa è la nostra culla», ha detto di recente Donnet che più volte ha smentito scenari di fusione con l’altra grande compagnia francese Axa. Vedremo se il Ceo francese piazzerà oggi a Londra un colpo a sorpresa oppure se confermerà una gestione nel segno della continuità con l’era Mario Greco, il suo predecessore oggi a capo di Zurich. La compagnia, come chiarito dopo i risultati del terzo trimestre, mantiene inalterati i target finanziari del quadriennio 2015-2018: 7 miliardi cumulativi di flusso di cassa, dividendi cumulati per 5 miliardi. E ha ribadito l'intenzione di aumentare la remunerazione degli azionisti. Il tutto, nonostante un'economia globale peggiorata rispetto alla presentazione del piano industriale a maggio 2015. Il gruppo triestino arriva all’Investor Day dopo che il capo della finanza Alberto Minali ha incontrato negli ultimi mesi numerosi investitori presentando un dividend-yeld (rapporto dividendo-prezzo, ndr) tra i più alti del settore e un patrimonio netto di 25,8 miliardi in crescita del 9,3 per cento.

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