Generali conferma: sì al dividendo ma pagamento spalmato in due tranche

Generali ha tutte le carte in regola per continuare a onorare gli azionisti, costituiti per la gran parte da risparmiatori, ma al contempo non è sorda ai richiami alla prudenza che arrivano dall’Ivass, l’autorità di controllo del mercato assicurativo. È il ragionamento che hanno fatto ai piani alti del Leone, tanto da arrivare alla decisione di confermare il dividendo, che tuttavia non sarà distribuito – come di solito – in un’unica tranche a maggio, ma spalmato tra il prossimo mese e dicembre. Una decisione affiancata a quella di ridurre la remunerazione fissa dei vertici del Leone, in questo momento di emergenza da coronavirus.
Un passo indietro. Alla luce della crisi economica che si va aprendo in seguito alla pandemia di coronavirus, le autorità nazionali e comunitarie del settore finanziario hanno raccomandato prudenza alle società del settore nell’impiego degli utili. In particolare la Bce ha raccomandato alle banche dell’area euro di tenere il denaro in cassa almeno fino a ottobre, qualora dovessero esservi esigenze di liquidità, e la stragrande maggioranza degli istituti si è allineata. Un’indicazione simile è arrivata dalla corrispondente autorità delle assicurazioni, l’Eiopa, e dalla sua diramazione italiana Ivass.
Ma la risposta è stata diversa. Sia la tedesca Allianz che la svizzera Zurich non hanno accolto l’invito. In questo contesto, la scelta di Generali si colloca a metà strada: il business assicurativo è meno impattato di quello bancario dalla crisi economica e i conti del Leone vanno bene.
Il 2019 si è chiuso con l’utile operativo (dato dalla differenza fra i ricavi e i costi attinenti alla gestione caratteristica, quindi esclusi gli oneri e i proventi finanziari) risultato in crescita del 6,9% rispetto al 2018, a quota 5,2 miliardi di euro, mentre l’utile netto al netto di componenti straordinarie si è attestato a 2,19 miliardi. Ma, soprattutto, l’indicatore di solidità patrimoniale Solvency II ha fatto segnare un livello di eccellenza, a quota 224%. Da qui la scelta assunta ieri dal cda di riesaminare la decisione assunta in precedenza dal board.
Nel comunicato finale, oltre ai risultati di bilancio e alle raccomandazioni delle autorità, Generali cita anche la «Relazione del Collegio Sindacale all’Assemblea che, nell’invitare il Consiglio ad adottare un approccio di ragionata prudenza, non ha comunque formulato osservazioni sulla proposta di distribuzione del dividendo formulata dal consiglio all’assemblea». Alla luce di tutte le considerazioni, il Leone ha deciso di confermare la proposta di pagamento di un dividendo per azione pari a 0,96 euro per azione alla prossima assemblea, ma di suddividerlo in due tranche: la prima da 0,50 euro pagabile a maggio (stacco della cedola il 18, in pagamento dal 20) e la seconda pari da 0,46 pagabile entro la fine dell’anno.
Con una postilla: il via libera alla seconda parte è «soggetta a verifica consiliare, tra l’altro, sul rispetto al 30 settembre 2020 dei limiti previsti dal risk appetite framework di gruppo, nonché al positivo accertamento della conformità alle disposizioni e alle raccomandazioni di vigilanza al tempo vigenti relativamente al pagamento di dividendi». Una precisazione che non pone alcun dubbio effettivo sul pagamento in toto della cedola.
Sulla decisione finale ha pesato in particolare una considerazione: il 63,5% del capitale sociale, su un totale di 190 mila azionisti, è composto dal retail e dagli istituzionali. Quindi fondi comuni, casse di previdenza, fondi pensione; ma anche decine di migliaia di famiglie. Risparmiatori che hanno la legittima aspettativa di incassare il dividendo, magari da impiegare proprio per fronteggiare l’emergenza economica che si è venuta a creare.
Vista la difficile situazione legata al Covid-19, un segnale è arrivato intanto su un altro fronte dal Ceo di Generali, Philippe Donnet, dai componenti del management committee e dagli altri dirigenti con responsabilità strategiche: la decisione è stata quella di ridurre del 20% la propria remunerazione fissa (per Donnet nel 2018 era stata di 1,4 milioni di euro) a partire da aprile e sino a fine anno, per andare così a incrementare il fondo internazionale da cento milioni messo in campo dalla compagnia per fronteggiare l’emergenza. —
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