Generali al duello finale: decisivo il ruolo dei fondi
MILANO Suona la campanella per i contendenti al controllo di Generali. Oggi (giovedì 14 aprile) è il record date, cioè l’ultimo giorno utile per costruire posizioni in vista dell’assemblea. Proprio l’avvicinarsi di questa scadenza spiega il forte incremento degli scambi registrato nel corso delle ultime settimane.
All’appuntamento del 29 i due schieramenti dovrebbero presentare con quote simili. La lista presentata dal cda uscente, capeggiata da Andrea Sironi e Philippe Donnet (rispettivamente candidati alla presidente e al ruolo di group ceo) può contare sul 17,27% dei diritti di voto vantati da Mediobanca, tra partecipazione diretta e prestito titoli, nonché sull’1,44% di De Agostini, che sta dismettendo a tappe la quota, ma tramite strumenti derivati conserva il diritto di voto fino all’appuntamento assembleare. In totale fa all’incirca il 18,7%, mentre secondo quanto comunicato finora l’altra lista di maggioranza, con Claudio Costamagna che punta alla presidenza e Luciano Cirinà al ruolo di ad, dovrebbe essere poco sopra tra la quota in mano a Francesco Gaetano Caltagirone (recentemente ha dichiarato di aver superato il 9%), quella di Leonardo Del Vecchio (intorno all’8%) e l’1,7% della Fondazione Crt. Il consiglio di amministrazione di quest’ultima ieri si è espresso oggi pomeriggio a favore del piano connesso alla lista “ritenendolo particolarmente apprezzabile per gli obiettivi di crescita ambiziosi e sostenibili, in grado di assicurare le migliori prospettive del Gruppo Generali in ottica Paese”, secondo una nota della Fondazione.
Inoltre non è escluso che i due imprenditori abbiano ulteriormente arrotondato le proprie quote negli ultimi giorni: l’unica certezza è che non sono saliti sopra il 10%, soglia oltre la quale sarebbero stati tenuti a fare una comunicazione ufficiale.
A questo punto risulterà decisivo il voto della clientela retail e quello degli istituzionali, che hanno in mano rispettivamente il 22% e il 35% del capitale. Quanto a questi ultimi, potrebbe pesare il giudizio dei proxy advisor, società specializzate nel fornire consulenza agli investitori su come votare in assemblea. Due grandi operatori del settore hanno comunicato la propria preferenza per la lista che esprime la continuità. Nella sua nota, Iss ricorda che di solito sostiene la lista dei fondi (in questo caso è quella presentata da Assogestioni), ma nei casi come questo in cui c’è contesa del controllo preferisce orientarsi verso quella tra «le liste di maggioranza in grado di assicurare creazione di valore a lungo termine per gli azionisti». A questo requisito sembra rispondere maggiormente la lista supportata da Mediobanca perché «se è vero che la lista degli sfidanti ha presentato un piano industriale più ambizioso», non sono chiari alcuni profili «come la capacità di esecuzione, di fattibilità e i rischi».
Orientamento simile per Glass Lewis, che per sua natura orientato a sostenere il management uscente a meno di situazioni particolari, come performance molto negative di Borsa e manifesta incapacità nella gestione societaria, problemi non rilevati in questo caso. Il fronte opposto punta sulla discontinuità e su un piano più aggressivo di riduzione dei costi, in modo da trovare risorse per accelerare la crescita. In un’intervista pubblicata ieri su questo giornale, Cirinà ha ribadito la centralità di Trieste nel piano che ha messo a punto e indicato la volontà di razionalizzare la presenza internazionale del gruppo assicurativo, puntando a crescere soprattutto nei mercati ad alto potenziale.
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