«Gelo nelle vigne, intervenga la Regione»

Cantina produttori di Cormons e Confidesa chiedono che sia avviato l’iter per il riconoscimento della calamità naturale
Di Marco Silvestri

CORMONS. Le gelate del 19 e 20 aprile hanno provocato nel Cormonese e nel Gradiscano seri e ingenti danni a vigneti, frutteti e ortaggi e ogni giorno che passa le dimensioni e le conseguenze di questa inusuale coda invernale si stanno sempre più evidenziando con situazioni di criticità che mettono a rischio le produzioni agricole. Per avere un quadro completo della situazione occorrerà attendere l’evoluzione nelle prossime settimane, ma per venire in aiuto e sostenere le aziende agricole colpite dal gelo occorre che la Regione intervenga e attivi l’iter di calamità naturale per quanto è successo quindici giorni fa. È quanto è emerso nel corso di un incontro in cui si è fatto il punto sulla situazione e al quale hanno preso parte il direttore di Confidesa(Consorzio di difesa per le avversità atmosferiche in Friuli Venezia Giulia) Daniele Giacomel, il presidente della Cantina Produttori Vini di Cormons Filippo Bregant, il direttore Andrea Russo, il vicepresidente Paolo Blasizza e i consiglieri Damiano Capozzolo e Andrea Tofful.

Dopo le temperature primaverili è arrivata un’ondata di freddo che ha fatto scendere la temperatura tra 0 e -1°C provocando il gelo con pesanti danni alle coltivazioni «Il territorio - ha evidenziato Blasizza - è stato colpito a macchia di leopardo. I periti hanno potuto accertare che non c’è una logica del danno: ci sono delle varietà più colpite e altre meno. È bastato un piccolo cambio di corrente, per esempio, a far sì che un vigneto sia rimasto completamente gelato e quello di fianco invece si sia salvato. Anche per questo è complicato fare stime precise, ma questa calamità comporterà danni quantitativi e qualitativi con riduzione della produzione. Dove si è abbattuta la gelata, il danno è praticamente totale: la pianta ustionata non produce più e se anche nascerà una nuova gemma, sarà senza frutto». Tra qualche mese si potrà avere un quadro definitivo. Per ora rimangono grossi punti interrogativi. Ma i danni sono evidenti e per gli addetti del settore occorre ragionare sulle soluzioni da intraprendere. «Il passo da fare - è stato indicato da Bregant e Blasizza - è quello di presentare alla Regione una mappatura e una delimitazione precisa delle zone colpite effettuando delle perizie appropriate e uno studio particolareggiato affinchè la Regione si renda conto della situazione e dia un sostegno alle imprese. È necessaria la dichiarazione dello stato di calamità da parte della Regione per avviare le agevolazioni con l’apertura delle procedure per la dilazione del pagamento dei mutui, degli adempimenti fiscali e per accedere ai finanziamenti previsti. Tutto questo permeterebbe alle aziende agricole che hanno subito i danni un sollievo fiscale e un sostegno alla ripresa delle attività».

È stato poi evidenziato che il Consorzio di difesa del Fvg è di supporto per le aziende agricole, senza di esso sarebbero scoperte per le avversità atmosferiche, e fa da garante per le stipule delle polizze assicurative. Pur essendo maturato un grande interesse all’assicurazione contro le avversità, molte aziende sono state colte impreparate dagli eventi atmosferici. Il problema è che molti agricoltori si erano assicurati per la grandine, ma non per il gelo, altri stanno ancora attendendo dallo Stato i contributi degli anni passati. Da quest’ultimo aspetto emerge che ci sono pratiche burocratiche che rendono penalizzante per le imprese agricole assicurarsi. «Si chiede - ha sottolineato Giacomel - alla burocrazia di essere più snella e più efficiente per rispondere alle esigenze delle aziende agricole. Se la burocrazia funzionasse e fosse più veloce, non ci sarebbero state tante aziende senza copertura assicurativa». A preoccupare gli addetti al settore agricolo c’è anche il repentino mutamento del tempo. Si sono acuiti negli ultimi anni i cambiamenti climatici che si manifestano con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi, come il rapido passaggio dalla siccità alle precipitazioni brevi e violente, accompagnate anche da grandine, con pesanti effetti sull’agricoltura dei nostri territori. Di tutto questo si dovrà tenere presente nei prossimi anni nella futura gestione del rischio climatico per le aziende agricole.

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