Gelati, cene e brindisi inguaiano Marini
TRIESTE. Per la Procura della Corte dei Conti ha utilizzato soldi pubblici per garantirsi l’appoggio elettorale, organizzando cene e buffet per decine di persone. Il conto, talvolta, superava i 2 mila euro. E, ancora, si è fatto rimborsare le consumazioni al bar. Conti anche di pochi euro, spesso in gelateria. Tutte spese che poco o nulla, per la magistratura contabile, hanno a che vedere con l’attività politica e istituzionale. L’inchiesta sulle “spese pazze” in voga in Consiglio regionale questa volta si abbatte su Bruno Marini, fino a oggi uno dei pochi sopravvissuti a un’indagine che, di fatto, ha azzerato un’intera classe politica. Non a caso il consigliere, ora confluito nel Misto con FI, è stato l’unico “ex” della vecchia guardia che il Pdl aveva potuto ricandidare alle ultime regionali. Lui oggi ha un posto in Regione, mentre gli altri triestini Maurizio Bucci, Piero Camber e Piero Tononi erano stati esclusi, perché indagati prima delle elezioni. Ora Marini, come lo stesso Bucci, è stato rinviato a giudizio dalla Corte dei Conti, mentre non è coinvolto, a quanto risulta, nel filone penale.
L’atto di citazione contesta al triestino spese irregolari per 6.177,40 euro. Ad aver insospettito la Procura ci sono almeno 4 pranzi o cene in alcuni locali triestini, rimborsati dal gruppo con soldi dei contribuenti, per un totale di 5.380 euro: uno alla trattoria “Al Castello” il 31 maggio 2011 per 53 coperti pagato 1.200 euro; un altro al “Caffè degli Specchi” per 10 persone e con una spesa di 900 euro. Poi, ancora, al ristorante “Le Saline” di Muggia l’8 dicembre, per 60 invitati per un totale di 1.080 euro. Infine alla “Città di Londra” il 22 dicembre per 2.200 euro. Tutto ciò, stando alla Procura, riguarderebbe incontri conviviali finalizzati a gratificare i simpatizzanti per consolidare l’appoggio elettorale. Propaganda politica, insomma, che Marini avrebbe dovuto pagarsi con il proprio denaro, o con quello del partito, non con i fondi del Consiglio. Per la Corte è un comportamento grave, che configura il danno erariale.
C’è un elemento in più, finora mai emerso dalle carte degli altri ex mandati a processo: nel lungo elenco di scontrini spuntano molte consumazioni di pochi euro: si tratterebbe di acquisti che, vista l’esiguità della cifra, potrebbero riferirsi a una sola persona. Quindi non riconducibili a incontri di rappresentanza. È la prima volta che compare un aspetto del genere, almeno per quanto riguarda pranzi, cene e caffè. O gelati, di cui Marini pare vada ghiotto, stando agli atti dell’inchiesta. A tal proposito ritorna con frequenza la gelateria “Zampolli”. Di sera, a luglio, quasi quotidianamente: 3,90 euro, tre palline. Alla Procura, evidentemente, il gelato piace meno: tutto questo è ritenuto eccesso di potere e colpa grave. Marini, nella sua difesa, ha espresso “perplessità” sulla competenza della Corte nell’indagare tra i suoi scontrini, dal momento che – a detta del consigliere – i controlli sono stati introdotti con norme successive all’anno (il 2011) in questione. Argomentazioni infondate, secondo la Procura: la Corte, che ha giurisdizione in materia, ricorda che esistono principi precisi in tema di spesa pubblica. Non ci sono “prassi” che tengano.
Entrando nel merito delle presunte consumazioni personali che l’ex pidiellino si è fatto rimborsare, Marini spiega: «Su questo la cifra è bassissima – fa notare – è di 737,40 euro in tutto. Consumazioni – dice – che non erano per me, ma per incontri che ho fatto nella veste di consigliere». Giustifica gli oltre 5 mila euro nei ristoranti «come attività politica» e cita, ad esempio, il brindisi di fine anno alla trattoria “Città di Londra” con gli elettori: «Ci facciamo gli auguri e parliamo di Finanziaria – puntualizza – se questa non è una spesa riconducibile al lavoro politico voglio che mi si spieghi cos’è la rappresentanza. Non concordo con il procuratore e sarà la tesi che sosterrò in sede di dibattimento». Comunque, ci tiene a sottolineare, «sono contento perché non sono stato colpito dall’inchiesta penale. Su quel versante non ho alcun tipo di contestazioni. È l’aspetto più rilevante».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo