Gect a Gorizia: la collaborazione arranca

Il gruppo europeo di collaborazione territoriale che raggruppa i Comuni di Gorizia, Nova Gorica e Sempeter Vrtojba resta senza presidente e direttore. Sempre più arduo il cammino dell’organismo. L’opposizione: «Prodotta solo tanta carta»
Di Francesco Fain
Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, durante la conferenza stampa conclusiva della riunione del Gruppo di Contatto per la Libia, in una immagine del 05 maggio 2011 a Roma. .ANSA/ETTORE FERRARI
Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, durante la conferenza stampa conclusiva della riunione del Gruppo di Contatto per la Libia, in una immagine del 05 maggio 2011 a Roma. .ANSA/ETTORE FERRARI

Oggi quelle parole di Livio Semolic, presidente dell’Skgz, suonano quasi come una profezia. Venerdì scorso, in un’intervista a “Il Piccolo” evidenziò che il Gect, «così com’è strutturato non ha alcuna possibilità di successo». Parole che diventano ancor più “pesanti” oggi, all’indomani delle dimissioni (rumorose) di Franco Frattini dalla presidenza del Gruppo europeo di cooperazione territoriale: una decisione, è stato spiegato, non polemica ma dovuta semplicemente a una scelta di vita (tornerà a fare il magistrato) ma è chiaro che viene a mancare il principale attore che avrebbe dovuto «aprire le porte a Bruxelles» (si disse anche questo al suo insediamento). Se poi ci aggiungiamo che dal 31 dicembre 2012 non c’è più nemmeno un direttore (lo sloveno Marijan Pintar ricopriva il ruolo ad interim), le sembianze che oggi ha il Gect sono quelle di un vascello senza comandante e senza vice. E allora prendono forza i dubbi su un organismo che avrebbe dovuto essere un jet e, invece, non ha ancora prodotto alcunché di concreto, reale, palpabile. Insomma, siamo ancora a parlare di un contenitore senza... contenuto. Il 3 febbraio 2012, all’insediamento dell’assemblea, si parlò della mobilità di merci e persone con l’arcinota metropolitana leggera di superficie Adria A; di produzione ecosostenibile di energia con impianti a biomasse e con lo sviluppo della rete di teleriscaldamento; di “rigenerazione urbana” del territorio, molto vasto, interessato dalla vecchia linea di confine. In tempi più recenti ha fatto capolino il Punto nascita transfrontaliero ma di concreto non c’è (ancora) nulla. E la speranza viva del goriziano medio è che questi ritardi non compromettano la possibilità di ottenere finanziamenti comunitari di cui questa zona ha bisogno come il pane. «Frattini? Era chiaro che prima o poi se ne sarebbe andato. Guidare il Gect non è un ruolo di prestigio. Sarebbe stato meglio puntare su un personaggio locale - attacca Walter Bandelj della Ssk -. Il Gect? Non si sa nulla. La pagina web non viene aggiornata dallo scorso novembre e il Consiglio comunale viene tenuto all’oscuto di tutto». Stessa osservazione da parte di Oliviero Furlan (Pd). «La scatola è rimasta vuota e oggi non ci sono nè presidente, nè direttore. Anche la struttura goriziana è ridotta: ci sono il vicesindaco e una funzionaria del Comune e ci vorrebbe almeno una terza persona. Il guaio è che si continua a produrre carta e nulla più». Manuela Botteghi (M5S) paragona il Gect alla copertina di Linus. «Si sta caricando il Gect di troppe aspettative. E il rischio è che lo si carichi di cose improprie. Ogniqualvolta c’è un problema all’orizzonte si risponde che c’è il Gect e questo potrà risolvere ogni cosa ma ormai è chiaro che non è così». Livio Bianchini di Sinistra, Ecologia e Libertà ha anche presentato un’interrogazione nell’ultimo consiglio comunale. «Continuano a dirci che le cose vanno avanti ma di concreto non si vede nulla. Peraltro, siamo sempre noi consiglieri ad incalzare sindaco e giunta: se aspettiamo che siano loro ad aggiornarci sul Gect stiamo freschi, tanto che ci viene il dubbio che nulla da aggiornare. Le dimissioni di Frattini? Non nascondo che sono rimasto molto deluso. Quando una persona si prende un impegno, lo porta sino in fondo». Duro anche Giuseppe Cingolani, capogruppo del Pd: «La situazione del Gect è gravissima: l’assemblea - dichiara - non si riunisce da mesi, le commissioni tematiche nemmeno, il presidente si dimette e ormai da 3 mesi manca il direttore: scaduto il mandato del direttore precedente, non è ancora stato individuato chi possa sostituirlo. La situazione di totale paralisi è in questo momento davvero deleteria: proprio questi mesi del 2013, infatti, sarebbero cruciali per elaborare i progetti in vista dei finanziamenti europei per gli anni 2014-2020». Aggiunge: «Per far funzionare la struttura sarebbe necessario investire su un personale qualificato, in grado di elaborare progetti europei competitivi e di seguirli in modo non sporadico. Ma siamo ben lontani da tutto ciò, e quello del Gect rischia di essere l’ennesimo smacco, che sarebbe dovuto in questo caso non a poteri forti che ci portano via tutto, ma alla scarsa capacità degli amministratori locali di far fruttare le autentiche risorse che abbiamo».

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