Gardaland “proibita” al bambino disabile

Un piccolo di sei anni si è visto rimborsare il biglietto con la mappa delle poche attrazioni consentite

«Ecco i soldi…». L’aria era gentile, con tanto di sorriso. E ha sorriso pure il bambino che, incredulo, si è trovato trenta euro in mano da uno degli addetti del parco divertimenti più famoso d’Italia: Gardaland. Un premio? No, quel bimbo di sei anni e mezzo appena è disabile e si è visto restituire il costo del biglietto d’ingresso. Per lui, evidentemente, era vietato salire su ottovolanti, scivoli e quant’altro. Non tutti, ma la maggior parte. La disavventura è capitata nei giorni scorsi a una famiglia triestina. A raccontarla è la mamma Alessandra di 37 anni, il cui figlio è affetto da emimelia trasversa, la mancanza di una mano e parte dell’avambraccio. Un problema che non impedisce al bimbo, nella quotidianità, di fare sport e andare a cavallo. «Mio marito ha fatto la fila per pagare – ripercorre la donna – e siamo entrati. Ma dopo qualche metro ci ha fermato uno della sicurezza per dirci che per noi c’era un premio e ci ha riaccompagnato all’entrata. Sulle prime abbiamo pensato a un gadget e infatti abbiamo mandato avanti il figlio, che però è tornato indietro con 30 euro. In pratica ci è stato rimborsato il prezzo dell’ingresso per lui. Insieme ai soldi – spiega la signora – gli avevano consegnato anche un dépliant in cui erano segnati i giochi che poteva e quelli che non poteva fare. Siamo rimasti davvero di stucco, per non dire altro. Comunque abbiamo ringraziato e siamo andati avanti e per non perdere la giornata ci siamo divisi: io con un figlio e mio marito con l’altro. Ma solo nei giorni successivi – puntualizza ancora la donna – abbiamo scoperto che esiste un ufficio incaricato appositamente a preparare percorsi personalizzati in base al tipo di disabilità. A noi, però, non avevano detto niente: con molta gentilezza si sono limitati a darci la mappa dei giochi possibili, peraltro molto pochi, e ci hanno restituito il denaro senza altre spiegazioni. Per mio figlio – fa sapere la mamma – ho trovato una scusa, ho dovuto dirgli che non poteva andare su determinate attrazioni perché era troppo basso. Credo che abbiamo ricevuto un comportamento discriminatorio e ho pure saputo, visto che faccio parte di un’associazione che si occupa proprio di bambini con malformazioni agli arti, che altre persone con disabilità lì a Gardaland hanno subìto lo stesso trattamento». Ma dagli uffici del parco danno un’altra versione. «L’operatore ha visto il bambino e si è accorto che aveva diritto del biglietto gratuito dal momento che per chi ha disabilità ci sono alcune limitazioni, per questo è stato rimborsato», chiarisce il direttore generale Danilo Santi. «Poi è stata consegnata una guida apposita. Sono circostanze che seguiamo quotidianamente, mi pare strano che alla famiglia non sia stato spiegato nulla.»

Gianpaolo Sarti

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