Garage al Filodrammatico La Soprintendenza dà l’ok

Il sì della Commissione paesaggio comunale e di Picchione dopo lo svincolo da parte della Direzione dei Beni culturali. Ora manca solo il permesso edilizio
Di Piero Rauber
Lasorte Trieste 08/06/09 - Ex Teatro Filodrammatico
Lasorte Trieste 08/06/09 - Ex Teatro Filodrammatico

In principio era stato liquidato con un no secco. Adesso, a distanza di poco più d’un anno, il progetto di trasformazione dell’ex Filodrammatico in garage - la cui impasse stava bloccando contestualmente la generale ristrutturazione del paio di case adiacenti, come da patto tra Cividin e Riccesi - incassa un doppio sì. Il fatto è che in mezzo, nel corso di un 2013 rivelatosi dunque decisivo, ci sono stati dapprima un pronunciamento del Tribunale amministrativo, che ha annullato il no di partenza, e poi un decreto di svincolo storico-paesaggistico timbrato dalla Direzione regionale dei Beni culturali, che ha tracciato una nuova strada giuridica affinché quel no non potesse che diventare sì.

Uno di questi due sì arrivati ora porta in effetti il sigillo dell’ufficio che, la volta precedente, aveva proprio detto di no: la Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici. L’altro sì, che doveva viaggiare in parallelo pena un no di sintesi, è farina del sacco della Commissione per il Paesaggio e la qualità urbana: un’emanazione del Comune, quindi. Lo stesso ente che ora è chiamato a dare l’ultimo - e a questo punto scontato, a meno di colpi di scena - sì: il Permesso a costruire, la concessione edilizia insomma.

La storia burocratica della proposta di riqualificazione del comprensorio “fu” patrimonio Inps dello storico ex cinema teatro dietro Corso Italia, stretto tra le vie degli Artisti, Donota e Piccola fornace, se non è già ai titoli di coda poco ci manca: il nulla osta al cantiere potrebbe essere questione di giorni, e una volta aperto quello ci dovrebbero volere tra l’anno e mezzo e i due anni di lavori. Il progetto dell’architetto Carlo Borghi prevede, al di là dell’autorimessa da 80 posti pertinenziali, un locale d'affari al piano terra e nove appartamenti su quattro livelli più il soffitto nell'edificio a destra, tre locali d'affari al livello zero e 18 appartamenti su tre piani più la soffitta in quello a sinistra.

Nei giorni scorsi, infatti, si è risolta positivamente - per la Cierre Srl, la cordata di scopo di Cividin e Riccesi, proprietaria dell'area - la Conferenza dei servizi convocata per esaminare proprio i progetti edilizi limati in base al decreto firmato lo scorso autunno dal direttore regionale dei Beni culturali Giangiacomo Martines. Il “prefetto” territoriale del Ministero delle “Belle arti”, in scia alle sentenze del Tar d’inizio 2013 successive ai ricorsi presentati dall’avvocato Gianfranco Carbone per conto della Cierre, aveva eseguito personalmente alcuni sopralluoghi, preso atto quindi dell’«estremo degrado» dell’ex Filodrammitico e deciso, alla fine, di svincolarlo parzialmente, liberando in particolare da determinate tutele la vecchia sala interna, ricettacolo di solai crollati e vegetazione spontanea.

Il risultato di tale Conferenza dei servizi è il doppio sì di cui si diceva. La Commissione Paesaggio ha espresso «complessivamente parere favorevole all’intervento proposto», ritenendolo «compatibile con il vincolo paesaggistico» superstite, «con la prescrizione che i serramenti a vetrina del piano terra dello stabile» dell’ex cinema teatro «vengano uniformati tra loro per partizione, materiale e disegno». Anche la Soprintendenza diretta dall’architetto Giulia Maria Picchione, nel «prendere atto del parere espresso dalla Commissione per il Paesaggio del Comune», ha autorizzato stavolta Cividin e Riccesi a procedere, definendo l’intervento «ammissibile con riferimento ai valori culturali che l’immobile in argomento rappresenta». Ancorché con più d’una prescrizione: dodici in tutto, in modo che il Codice Urbani sia osservato fino in fondo. Si va dalle «opere provvisionali» per evitare «ulteriori crolli che potrebbero recare nocumento al bene vincolato» al «servizio fotografico ante e post intervento che a fine lavori dovrà essere consegnato alla Sprintendenza, al fine di costituire fonte e memoria d’archivio». Passando per l’occhio di riguardo, immancabile, ai «masegni» eventualmente rinvenuti in corso d’opera.

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