Gara sul Tpl, il “giallo” del doppio verdetto
TRIESTE. La contorta vicenda giudiziaria del bando regionale per l’affidamento dei servizi di Trasporto pubblico locale si arricchisce di una nuova tappa. Nemmeno questa definitiva. Il Consiglio di Stato promuove i contenuti della gara, ma non scioglie il nodo relativo all’obbligo di acquisto del parco mezzi, che la Regione vorrebbe far valere ma che il Tar Fvg non ha ritenuto legittimo. La prima conseguenza di una doppia sentenza che promuove la procedura su tutti i fronti tranne uno è che la situazione non si può ancora sbloccare.
A ricorrere era stata Busitalia, la società delle Ferrovie dello Stato che da inizio anno ha aperto un contenzioso con la Regione contestando innanzitutto i 14 punti del bando. Il Tar, una prima volta, ha accolto 3 di quelle contestazioni imponendo modifiche ai documenti di gara. A maggio, ancora il Tar si è espresso nel merito del giudizio di ottemperanza della Regione verso la precedente sentenza, dando atto che su due punti (il punteggio attribuito per i tempi di subentro nel servizio e la trasparenza sul personale) era stata ripristinata la regolarità, ma non altrettanto era stato fatto sulla terza questione: «Risulta che la Regione non vi ha dato puntuale esecuzione, mantenendo l'obbligo cogente di acquisto». Si tratta dello stesso punto che impedisce ora di cantar vittoria al termine della partita al Consiglio di Stato.
Con la prima sentenza i giudici rigettano il ricorso di Busitalia, operando una valutazione nel merito e confermando in maniera inequivocabile, informa una nota regionale, la legittimità delle scelte operate dall'amministrazione con il bando, la loro ragionevolezza, logicità e congruenza in relazione al valore e alla durata della gara. Ciò anche su scelte, prosegue il comunicato, per quanto molto ponderate, certamente innovative e strategiche quali la previsione di un punteggio pari a 10 punti nel caso in cui il versamento delle imposte fosse fatto sul territorio Fvg, scelta ritenuta dal Consiglio di Stato pienamente giustificata nell'interesse della Regione in relazione alle sue attribuzioni anche fiscali. «Accogliamo positivamente la bocciatura completa del ricorso di Busitalia – ribadisce l’assessore Mariagrazia Santoro –, un passaggio che ha confermato tutte le clausole, criteri di valutazione, migliorie e condizioni del bando».
Ma c'è dell'altro. Perché nella sentenza relativa al ricorso promosso dalla Regione contro il giudizio di ottemperanza del Tar sull'obbligo di acquisto degli autobus, il Consiglio di Stato non si è invece pronunciato nel merito e, con argomentazioni di natura processuale, ha ritenuto vincolanti le determinazioni dei giudici amministrativi che non lo ritenevano legittimo.
Una decisione che spiazza la Regione, che non dimentica di segnalare che, successivamente alla pronuncia del Tar, è stato emanato l'Atto numero 49 del 17 giugno 2015 dell'Autorità di regolazione dei trasporti che ha come oggetto misure regolatorie per la redazione dei bandi di gara per l'affidamento dei servizi di Tpl passeggeri e con il quale, tra l'altro, si è previsto come legittimo l'obbligo di acquisto dei mezzi. Motivo in più, per Santoro, per dirsi «insoddisfatta della mancata discussione di merito su questo punto».
Che fare adesso? «Avvieremo con l’Autorità una tempestiva interlocuzione per trovare una soluzione a quest’ultimo aspetto, non di secondaria importanza per completare la procedura di gara». Una gara da 1,95 miliardi per la gestione di bus e tram per quasi 42 milioni di km all’anno e di oltre 51mila miglia di trasporto marittimo, cui si aggiungono 630mila km automobilistici extraurbani, 110mila km in area montana, 70mila km sostitutivi del treno e 370mila km in provincia di Trieste da riprogettare.
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