Gang balcaniche a Trieste, il sindaco invoca più controlli. La Questura minimizza

TRIESTE Da un lato i vertici della polizia, che minimizzano gli episodi di violenza e parlano di fenomeni non allarmanti. Dall’altro il sindaco, deciso al contrario a non prendere sottogamba quello che considera, a tutti gli effetti, un «evidente problema di sicurezza». Due modi diametralmente opposti di leggere gli episodi delle ultime ore, che vedono come protagonisti giovani dell’Est Europa.
Il sindaco di Trieste Roberto Cosolini non nasconde la propria preoccupazione. Soprattutto per la scena da far west di lunedì sera in via del Toro e quella del giorno dopo in via Battisti. «Credo che il problema sia molto serio ed è necessario un approfondimento con le forze dell’ordine».
Il primo cittadino si rivolgerà innanzitutto al prefetto. «Ci sono alcune zone della città piuttosto agitate - osserva - come la via in cui si è verificata la rissa, piazza Garibaldi e via della Geppa. Zone che devono essere presidiate con continuità, perché gli episodi come quello in via del Toro non si configurano come gesti sconsiderati di un determinato momento, ma sono organizzati da bande. Serve un’azione di prevenzione - è l’appello di Cosolini - di monitoraggio e di repressione. Oltre al prefetto chiederò un incontro con il questore e il comandante dei carabinieri. Certamente la Polizia locale può dare un supporto, ma queste situazioni richiedono la presenza delle forze dell’ordine preposte a intervenire. Ripeto, sono atti di vera e propria delinquenza organizzata, segnali che non vanno trascurati e che, va detto, non hanno nulla a che fare con l’emergenza dei richiedenti asilo».
Ma la polizia smorza. «Sulla rissa in via del Toro - fa sapere la portavoce del questore - sono in corso indagini. Ma a Barcola, pur nella consapevolezza della distribuzione etnica del lungomare, non risulta alcuna segnalazione. Non si ha evidenza di episodi di particolare rilevanza in zona Topolini. Se poi la gente mal tollera e non denuncia, questo è un altro discorso».
Nulla di allarmante, dunque, «Trieste resta una città tranquilla». L’attenzione, piuttosto, più che sulle scritte dei kosovari, serbi o albanesi, è focalizzata sul centro città degradato dai writers. Di qui l’invito a «non cavalcare allarmismi sugli stranieri».
Ma il fronte politico è già sulle barricate. Dopo le prese di posizione di Lega Nord e di Forza Italia, ora si fanno sentire altri esponenti. «L'episodio verificatosi in Via del Toro e in Viale XX Settembre è la dimostrazione che abbassare la guardia fa sì che la città diventi sempre di più terra di conquista di delinquenti - rileva Alberto Polacco capogruppo di Fi in IV circoscrizione -. Non è giusto che una città come la nostra assista a una progressiva balcanizzazione e diventi terra di scontro di gang». Sulla stessa linea Michele Lobianco di Impegno Civico. «Le risse sono la prova che Trieste non è quell'isola felice tanto sbandierata da Cosolini - rimarca - sono la punta di un iceberg di una situazione preoccupante».
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