Galline e anatre sparite. Volpe fa razzia a Muggia

La proprietaria dell’oasi verde a Santa Barbara ha scoperto il predatore. Decisiva l’installazione di una fototrappola. Ultima vittima il galletto Gigi

MUGGIA. «Quando ho trovato il corpo esanime di Orlando, la mia amata anatra corritrice indiana, se avessi avuto per le mani il colpevole mi sarei fatta giustizia da sola... ma amo troppo la natura, e tutto quello che sta accadendo fa parte del ciclo della vita». Psicoterapeuta e giudice onorario al Tribunale per i minorenni di Trieste, la sangiacomina Francesca Oliva da quattro anni ha acquistato un terreno di tremila metri quadrati a Santa Barbara, verde frazione del comune di Muggia. In questo suo piccolo regno la 43enne ha allestito una vivace oasi popolata da animali pennuti. «Ho iniziato con tre galline. Ora posso contare su un parco avicolo composto da otto galline di razza diversa, quattro anatre e due oche. Inoltre mi dedico anche all’apicoltura. Ovviamente con me ci sono sempre i miei tre cani», racconta Oliva.

 

Muggia, il duello tra la volpe predatrice e l'oasi naturale

 

L’area di proprietà della donna è delimitata da un muro non tanto alto e da una recinzione non proprio inespugnabile. Facile intuire cosa può accadere quando tutti questi pennuti sono così facilmente a portata di... bocca. Tre anni fa nel terreno si registra la prima incursione da parte di ignoti a quattro zampe. A farne le spese è Pina, un’anatra: «Da un giorno all’altro è scomparsa. L’ho cercata ma niente da fare. Pina si era volatilizzata». Poco tempo dopo tocca a una gallina subire una simile sorte. Questa volta però l’autore del misfatto viene identificato: «Una poiana l’aveva squarciata. Per fortuna grazie all’intervento di un medico veterinario siamo riusciti a salvarle la vita». Per Francesca questi animali sono una passione particolare: i pennuti che animano la mini-fattoria di Oliva non hanno l’obiettivo di finire in pentola. Tutt’altro.

«Quella gallina semimangiata dalla poiana aveva un valore di mercato pari a otto euro. Io ne ho spesi 80 per curarla. Per me sono dei veri e propri animali di affezione. Ognuno di loro ha un nome, ognuno di loro ha una storia», ci tiene a sottolineare Oliva. Trascorrono i mesi e le misteriose sparizioni continuano a ripetersi. Nel febbraio scorso arriva il colpo più pesante. Quello inferto a Orlando, una splendida anatra corritrice indiana. «È stata una batosta pazzesca. Avevamo un rapporto speciale io e Orlando. Non trovarlo più mi ha fatto davvero pensare le peggio cose, ma chiunque fosse il colpevole, era evidente che la situazione fosse ricollegabile al semplice ciclo della vita e della natura». In ottobre, a distanza di poche notti l’una dall’altra, scompaiono altri tre animali: prima un’anatra, poi una gallina, ma soprattutto finisce nel nulla il variopinto galletto di tre anni Gigi, chiamato così in onore del cantante partenopeo Gigi D’Alessio. «Ora, senza di lui, le mie galline sono evidentemente smarrite: la morte di Gigi è stato un duro colpo anche per loro», ammette Oliva.

 

 

Sino a qualche settimana fa si potevano fare solamente supposizioni su chi potesse far razzia di animali nel suo terreno. Una poiana? Una faina? Un astore? A conti fatti le maggiori razzie si sono compiute d’autunno e d’inverno, nel tardo pomeriggio, indicativamente dalle 17 alle 20, quando inizia a fare buio e gli animali sono ancora liberi di circolare nel terreno recintato. Dopo questa serie di episodi, la triestina decide di fare un esperimento: «Una sera ho posto sopra un vassoietto un pollo crudo comprato in un supermercato lasciandolo in mezzo al terreno. La notte dopo il vassoietto era strappato, il pollo era sparito e al suo posto il predatore aveva lasciato le proprie feci, per marcare il territorio». Dopo un rapido consulto i principali indiziati rimangono due: una faina oppure una volpe.

Per dare un volto al predatore la donna installa una fototrappola, ossia una macchina fotografica notturna in grado di immortalare le presenze animali attraverso fotografie e piccoli video. Oliva ripropone l’esca del pollo crudo: «È così che ho scoperto che a fare visita ai miei pennuti era una splendida volpe, anzi, una volpona vista la stazza». Oramai quella tra Francesca Oliva e la volpe è una partita a scacchi: «Forse dovrei rimettere a posto il muro di recinzione, per ora ho coperto le gabbie con dei grossi teli. Ho chiesto anche suggerimenti a degli esperti. Vedremo come andrà a finire».

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