Galleria Tergesteo, rinviata l’apertura: problemi di sicurezza

L’inaugurazione della galleria, dopo i lavori di riqualificazione del palazzo del Tergesteo, risale a quasi due mesi fa. A quel festoso evento, che ha visto il coinvolgimento della cittadinanza, non è però seguita l’effettiva transitabilità dello storico salotto cittadino. I grandi portoni sono infatti ancora chiusi, destando non pochi interrogativi tra gli abituali frequentatori della zona.

I motivi di questa decisione sono tecnici. L’allestimento di alcune delle attività commerciali che si insedieranno nella galleria è ancora in corso. Trattandosi di una serie di lavori che includono movimentazioni di materiali e anche opere di impiantistica (i singoli fori commerciali sono stati venduti al grezzo), per ragioni di sicurezza la proprietà del palazzo - il fondo immobiliare che fa capo al fondo di investimento statunitense Carlyle - ha deciso di rinviare la transitabilità della galleria. La data non è certa; si parla di un periodo fra settembre e ottobre.

Fra i primi negozi ad aprire dovrebbe essere la profumeria della catena Marionnaud, che ha anche un ingresso su via Einaudi, il cui allestimento è concluso mentre manca solo la licenza commerciale.

Nella fase finale è poi l’allestimento del negozio di abbigliamento maschile del gruppo Boggi, a fianco dell’ingresso della galleria che si affaccia si piazza della Borsa.

Fra non molto dovrebbe poi iniziare l’insediamento della libreria Ubik (Librerie Coop spa), il cui progetto, risolti alcuni problemi per definirne la struttura, già alla fine di giugno è stato inviato alla Soprintendenza per la necessaria approvazione. Questa libreria occuperà una superficie di 600 metri quadri e si insedierà accanto all’ingresso della galleria che affaccia su piazza Verdi, accando all’ufficio postale.

Come annunciato a suo tempo dalla proprietà, la galleria sarà al completo sotto l’aspetto commerciale entro l’anno. Le trattative per l’insediamento di altre attività sono infatti ancora in corso. Fra esse, quelle per un bar/ristorante e per una banca, queste ultime in fase conclusiva. L’istituto di credito occuperà una superficie di 700 metri quadri, suddivisi fra piano terra e ammezzato.

(gi.pa.)