Galleria di piazza Foraggi Scontro sui ritardi dei lavori

Rimbalzo di vecchie responsabilità dopo l’annuncio dello sblocco dell’opera Bandelli: «Intervento fattibile già 5 anni fa». Savino: «Chiedete a Dipiazza...»
Di Piero Rauber
Foto Bruni 23.10.13 Galleria Piazza Foraggi
Foto Bruni 23.10.13 Galleria Piazza Foraggi

«Siamo contenti. Contenti che Renzi ci abbia dato il permesso di spendere soldi che però... erano già nostri». Il pensiero di Marino Sossi, l’irriducibile capogruppo di Sel, non fa una grinza. Ma fa una polemica. Contribuisce più che altro a farla ripartire, dopo mesi di latenza. L’annuncio reso sabato da Roberto Cosolini, a proposito dello sblocco dei lavori da undici milioni per la messa a nuovo (e soprattutto in sicurezza) della galleria di piazza Foraggi, scatena in effetti, ancor prima del cantiere, un tiro incrociato di malizie e accuse politiche in salsa elettorale. E mica solo tra centrodestra e centrosinistra, ma pure dentro le stesse trincee di maggioranza e opposizione. Pardon: opposizioni. Meglio non mescolare Forza Italia con Un’altra Trieste. O con Roberto Dipiazza il battitore libero (libero da Camber...).

Dipiazza “in croce”

Detto della sottile canzonatura di Sel nei confronti del Pd, al di là del guado ecco ad esempio che dall’onorevole Sandra Savino, capo regionale di Forza Italia, scatta un «rimando a Dipiazza (ieri irrintracciabile, ndr) la richiesta di spiegazioni» sorte dopo le accuse dirette al suo predecessore proprio da Cosolini, il quale sabato ha sibilato come l’opera non fosse stata iniziata quattro anni fa per calcoli elettorali, vista l’imminenza del voto, e data la paura dell’allora maggioranza di inciampare nell’insofferenza della gente per gli inevitabili disagi al traffico derivanti dalla chiusura della galleria: «Noi non abbiamo fatto questi calcoli», la sfida dell’attuale primo cittadino. «Come è noto - così Savino - gran parte delle decisioni di un Comune sono in carico al sindaco, e io peraltro non facevo più parte della Giunta di Dipiazza, in quanto nel 2008 ero entrata in quella regionale di Tondo». E all’epoca non ci faceva più parte, dello stesso governo cittadino di Dipiazza, neanche Franco Bandelli, dopo il gran divorzio del 2009. Ma il fondatore (con Alessia Rosolen) di Un’altra Trieste, in un comunicato, dice d’avere ricordi limpidi: «Il progetto della galleria di Piazza Foraggi si sarebbe già potuto realizzare almeno cinque anni fa se l’immobilismo non avesse contraddistinto gli ultimi anni della gestione della precedente amministrazione. Era in effetti già pronto, cantierabile e con i soldi a Bilancio. Siamo contenti di essere stati i primi ad aver invitato il sindaco ad inserire la galleria nello “Sblocca Italia”».

I dubbi di Forza Italia

Dipiazza, come detto, per intanto non parla. Parla invece Savino, che non è che si concentri solo sull’ex sindaco (e chissà se prossimo ricandidato del centrodestra tutto per il 2016...), ci mancherebbe. Il nemico, quello numero uno almeno, è di là: «Siamo ai soliti titoli, ai soliti slogan. Chissà perché - la domanda retorica di Savino - dopo quasi quattro anni di nulla adesso di colpo Cosolini sia preso da frenesia e annunci cantieri su cantieri, che non so come possano coniugarsi con la loro stessa programmazione. Per quest’amministrazione cittadina, d’altronde, la parola programmazione resta tabù». Savino dispensa dubbi pure sulla fattibilità dell’operazione Montebello: «Cos’è quella lettera di Renzi? Una cartolina di buona Pasqua? Anche fosse una scaletta delle priorità derogabili dal Patto di stabilità vedo tempi molto stretti per l’attuazione del progetto. E mi pare molto difficile, peraltro, calare nello stesso momento sulla stessa zona due futuri cantieri molto impattanti. Ricordiamoci che c’è pure il parcheggio interrato di piazza Foraggi».

L’ironia di Sel

Assai meno freddo rispetto ai lavori per la galleria di Montebello, e anzi piuttosto caldo, perché, romba, non c’è tempo da perdere, è lo stesso Sossi, il quale già nel 2014 aveva messo fretta a Cosolini, chiedendogli addirittura di varare quei lavori d’imperio, per ordinanza sindacale. «La nostra - osserva l’anima (più) critica della maggioranza - era stata una provocazione, certo, però l’avevamo fatta perché volevamo porre l’attenzione su un manufatto pericoloso per chi ci passa sotto. “Se è sicuro mettetecelo per iscritto”, avevamo detto. E nessuno ci ha mai scritto. Dunque siamo contenti, anche se non possiamo non rilevare come Renzi decida praticamente sui soldi del Comune».

La replica del Pd

Una stoccata alla filiera del potere Pd Cosolini-Serracchiani-Renzi che l’onorevole dei “democrats” Ettore Rosato sente di poter parare così: «La galleria di piazza Foraggi è un’opera importante per la quale ci volevano degli strumenti. Il Comune ha lavorato per ottenerli e quando li ha ottenuti non ha deciso di tenerli fermi nell’ottica del consenso. Cosolini ha privilegiato le cose che servono alla città, va dato onore al suo lavoro».

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