Galeotta la Butterfly dal Verdi a Covent Garden. Anna non è Cho Cho-san

Un futuro ingegnere squattrinato, un americano ricco, una giovane nobile e il ritorno a Trieste, dove tutto era cominciato in un palco
La storia interpretata da Gianluca Chicconi
La storia interpretata da Gianluca Chicconi

TRIESTE Era cresciuto in fretta, Giacomo. Dai giorni in cui si sbucciava le ginocchia tornando a piedi da scuola attraversando i campi che la sua famiglia coltivava per il signor Fantini, a quella sera in cui, tutto trafelato, arrivò di corsa davanti al teatro Verdi di Trieste, erano passati quasi quindici anni. Si era fatto un giovinotto alto e magro con gli occhi grandi e scuri e una frangia sbarazzina. A vent’anni viveva a metà tra i sogni e i sensi di colpa, concentrato sul suo futuro. La sua famiglia aveva sacrificato molto per concedergli di proseguire gli studi, ma nessuno si aspettava che arrivasse all’università. Giacomo era partito per Trieste, dove fortunatamente aveva una zia vedova che lo poteva ospitare, permettendogli di studiare ingegneria. Tutti questi investimenti erano talmente tanto impressi nella mente del giovane, che talvolta faticava a inserirci le informazioni che doveva ricordare per gli esami. Ma aveva un buon cuore e quando Corrado, il suo compagno di studi, rampollo di una famiglia molto nota in città, lo invitò a teatro per ringraziarlo per averlo aiutato a passare un esame molto complicato, Giacomo parve svenire. Andare a teatro, lui, che i teatri li aveva visti solo in fotografia? Gli sembrava un sogno. Sudava freddo quando accettò, con il cuore colmo di riconoscenza.

Una lettera in una borsa firmata da Anna. Come lei, trent’anni prima
La storia interpretata da Gianluca Chicconi


Corrado lo prendeva quasi in giro. Per lui, costretto ad andarci coi genitori o con la nonna, non era una grande novità, ma trovandosi solo a casa per finire gli esami mentre la famiglia era in montagna a sciare, aveva pensato di portarci Giacomo, per chiacchierare un po’ quando la storia si faceva noiosa. L’opera era Madama Butterfly ed era il 1954. Giacomo quella sera si innamorò due volte. La prima fu una conferma. Fin da piccolo ascoltava musica ogni volta che ne aveva occasione e poter stare dentro a un teatro con un’orchestra vera che suonava per lui, era stata un’esperienza esaltante. La seconda avvenne nell’intervallo, quando Corrado lo costrinse a lasciare il palco per andare a bere un caffè. Giacomo si stava alzando, quando vide, nel palco di fronte, una ragazza che gli trafisse il cuore.

Se la giovinezza ha una fine, la fine è qui. Trieste ti cambia, come muta il cielo d'Irlanda
La storia interpretata da Gianluca Chicconi


Fu un bel problema per lui, durante il secondo atto decidere su chi concentrarsi, se sull’orchestra o su quella creatura bellissima che era entrata nel suo sogno. Uscito da teatro, Giacomo non riusciva a capacitarsi di ciò che gli era capitato. Sognò per mesi quella serata, ripercorrendola minuto per minuto. Provò a chiedere a Corrado se conoscesse la ragazza del palco di fronte ma lui rispose con totale disinteresse:

- Nobiltà. Uno come te ha più chances di uscire a cena con il soprano che di bere un caffè con quella.

- Sembra adorabile, sei sicuro di non esagerare, Corrado?

Quando nonna Amalia minacciò di lasciare il neonato alle cure di Franz Josef


- Non ci devi pensare a quella, chissà a quale principe l’ha promessa la sua famiglia, o magari potrebbe fidanzarla uno di questi americani in sala, con la promessa di denaro contante e di serate in alta società. Una cosa è certa, loro non sono la classica famiglia triestina che lascia scegliere alla figlia e tu, caro mio, sei troppo povero. Brillante, ma povero. Giacomo non disse nulla. Era frastornato. Ogni tanto, quando vedeva sul giornale che c’era l’opera, scendeva a fare due passi da via Fabio Severo fino al Verdi. Sbirciava le persone, cercava di capire dalle loro espressioni se fossero felici della bellezza di ciò che potevano vedere, e la cercava. Invano. Tornava di corsa a casa per non perdere la diretta dell’opera alla radio. Anche se non poteva vedere i costumi o i cantanti gli sembrava di essere lì, e di vedere ogni dettaglio. Pensava ad Anna, la immaginava nel suo palco. Era riuscito a farsi dire il suo nome da Corrado che lo prendeva in giro per quella che definiva una cotta colossale nel momento sbagliato. Avrebbe preferito che Giacomo lo seguisse nelle sue peripezie.

Al cimitero di Sant’Anna nacque la storia tra il signor Malalan e Betty
Gianluca Chicconi interpreta la storia di oggi


- Trieste è tornata all’Italia, ieri. Noi studenti abbiamo in pugno la città. E tu dove sei? In camera a studiare.

- Se è per questo ho studiato anche in biblioteca qualche ora.

- Sciocco, qui si fa la storia e tu ti stai perdendo tutto.

Era vero, pensò Giacomo, ma le sue priorità erano altre. Le sue lotte erano altrove. Sua zia era molto orgogliosa di un nipote così serio e tranquillo, senza grilli per la testa, che aveva solo un difetto: la passione per l’opera. Alla zia l’opera non piaceva affatto. Le sembrava una cosa volgare in cui gli uomini si presentavano con le amanti che sfoggiavano abiti indecenti, ma sopportava i racconti di Giacomo riguardo la musica. Nessuno è perfetto, pensava, e se a questo pezzo di ragazzo piace questa robaccia non posso che augurargli di finire presto gli studi così se ne va e starò in pace.

Nel regno dell’orso basta una chat per annullare il confine


Una sera Corrado lo invitò a cena. Giacomo stava rincasando, quando, passando davanti al Verdi, vide la gente uscire. Fu un istante. La riconobbe subito e si bloccò in mezzo alla strada, incantato. La ragazza sembrò alzare un braccio, quasi per salutare, ma venne chiamata da qualcuno. Giacomo ricordò la storia di Madama Butterfly e si immaginò di vederla correre tra le braccia di un americano che le avrebbe spezzato il cuore. Sentì il sangue ribollirgli nelle vene e andò a casa.

Passarono i giorni, i mesi e gli esami finirono. Giacomo, dopo aver ottemperato agli obblighi militari, era felice di iniziare a lavorare. Ogni tanto scriveva a Corrado, che, laureatosi grazie al suo aiuto, si sentiva pronto, come diceva lui, a conquistare il mondo. Mentre per Giacomo la partenza per la Germania era dolorosa, perché lo portava lontano dai suoi genitori e dai suoi fratelli, ma veniva addolcita dalla certezza di alleggerire molte loro preoccupazioni con il suo stipendio, Corrado si stava dedicando alla selezione della futura fidanzata seducendo buona parte delle ragazze che portava in giro con l’automobile che gli aveva regalato suo papà per la laurea.

E dal quaderno degli appunti all’improvviso scivolò fuori una vecchia polaroid del ’75


La carriera di Giacomo procedeva a gonfie vele. Con la maturità aveva perso un pizzico di quella timidezza che lo aveva sempre fatto stare un passo indietro in compagnia e aveva iniziato a lasciarsi andare, almeno tra gli amici. Stringeva tra le dita una lettera che lo invitava a lasciare la Germania per raggiungere l’America con una promessa di uno stipendio da capogiro. La strappò. Non si fidava degli americani e non voleva incontrare per sbaglio Anna col marito. Sorrise, pensando che non aveva più saputo nulla di lei, e rispose all’azienda inglese che accettava la sua proposta. Sarebbe andato a Londra.

E allo stadio Grezar si gioca la partita del sesso da Leopardi a Rocco Siffredi
La storia interpretata da Gianluca Chicconi


Una sera, mentre tornava da una cena con dei colleghi, passò in Covent Garden e vide che alla Royal Opera House l’indomani avrebbero dato Madama Butterfly. La sera dopo era lì, con un biglietto recuperato all’ultimo istante davanti all’ingresso. Giacomo era al settimo cielo e l’opera, con quel finale così ingiusto e triste, gli strappò anche qualche lacrima. Cercò di uscire subito e fu allora che la vide. Seduta vicino al corridoio. Era lei. Istintivamente si diresse nella sua direzione senza sapere cosa fare. Poteva provare a salutarla? Sentì l’ansia salire, ma inutilmente. Quando stava per avvicinarsi a lei un’anziana signora l’aveva distratta. Almeno non era con un marito, pensò. L’indomani mattina ebbe un bel daffare a cercare di ammazzare il tempo affinché arrivassero le sette, in modo che in Italia fossero le otto e che Corrado fosse sveglio. Quella mattina non lo era ma rispose al telefono.

La mail della moglie tradita è una vendetta postuma sul Viale dei Glicini
I protagonisti immaginati da Gianluca Chicconi


- Che succede Giacomo?

- L’ho vista, è qui.

- Ma chi?

- Anna, la contessina.

Mi chiami prima dell’alba per questo? Le inglesi con le loro minigonne non devono essere così spettacolari se hai le allucinazioni. Comunque ti sbagli. Ho sentito una brutta storia. Temo che la tua amata sia all’ospedale.

- Che storia?

- Come immaginavo, aveva accettato di sposare un americano straricco. Soldi ne aveva, ma aveva anche qualche vizio e l’alcol lo rendeva violento. Una sera, dopo un giro per i locali del Viale XX Settembre, nel pieno dell’euforia è andato a casa della sua promessa sposa, pretendendo un anticipo sulla prima notte di nozze. Vedendolo così alterato la poveretta si è impaurita ed è scappata dalla finestra.

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I protagonisti del racconti nei disegni di Gianluca Chicconi

Era scappata da quella finestra molte volte per gioco con sua cugina Emilia, quella con cui uscivo io, ma quella sera qualcosa è andato storto e ho sentito parlare di brutte fratture e complicazioni. Andata, amico mio, quella oramai non si sa se camminerà ancora. Giacomo non poteva crederci. Gli faceva male il cuore al pensiero che quella creaturina, così dolce, fosse rovinata per sempre, come una farfalla con un’ala spezzata. Una settimana dopo la rivide, seduta in un bar. Entrò e lei alzò lo sguardo. Lo salutò con un cenno del capo. Lui non ci poteva credere. Pensò subito a un errore e si guardò alle spalle per vedere a chi fosse rivolto il saluto. Non c’era anima viva. Ricambiò il saluto e lei si illuminò.
 
Ho buttato via il Bignami del primo incontro e sono venuto a cercarti
I protagonisti immaginati da Gianluca Chicconi
 
- Lo sapevo che lei era italiano! 
 
- Scusi? 
 
- L’ho vista l’altra sera a teatro. Solo un italiano può soffrire così profondamente per quel finale ingiusto. Gli altri si perdono nelle traduzioni.
 
- Osservazione corretta. Da buon italiano posso offrirle qualcosa?
 
- La ringrazio ma non deve avere pietà di me. 
 
- Scusi?
 
- Ha visto le mie stampelle e si è mosso a compassione. 
 
- Vuole fare come Cho Cho-san, sempre convinta del suo punto di vista?
 
- Butterfly era circondata da persone che vedevano quello che lei si rifiutava di pensare, io invece ero l’unica a vedere il pericolo dove tutti pensavano ci fosse un mondo dorato. E ora pago per questo. 
 
- In me cosa vedi?
 
- Un uomo solo col cuore grande. 
 
C’erano voluti mesi, Giacomo con pazienza e perseveranza aveva frantumato ogni muro che Anna aveva interposto tra loro per rifiutargli il suo cuore. Era disperata perché non avrebbe mai potuto camminare normalmente e si sentiva inadeguata. La sua famiglia l’aveva mandata in Inghilterra, da una cugina, per non leggere nei suoi occhi il dolore che le avevano causato. Lei sapeva che perdendo una percentuale di mobilità aveva conquistato la libertà. Lui amava tutto di lei. 
 
Una sera, vicino al Tamigi, Giacomo si fece coraggio e la baciò. Un bacio bello quanto inaspettato, che metteva la parola fine a dubbi e incertezze. Anna non si tirò indietro. Quell’uomo le piaceva e le ricordava qualcuno. Il resto fu tutto molto veloce. Il ritorno in Italia, le nozze a San Giusto e il viaggio di nozze posticipato, per lasciare tempo a lui di finire un progetto importante. Impararono a conoscersi e a viversi nel quotidiano. Anna non riuscì mai a dargli un figlio, ma Giacomo continuava a ripeterle che era lei il suo mondo. Col passare del tempo il ragazzino di campagna era cresciuto e si era fatto un uomo maturo, sicuro di sé e molto benestante. Fu allora che gli balenò in mente un’idea: tornare a Trieste. Anna aveva bisogno di un po’ di sole e di nuove cure e lui era stufo dei ritmi sempre più frenetici della capitale inglese. Presero una casa vicino al Teatro Romano e si sistemarono. Corrado era felicissimo del ritorno di Giacomo e organizzò subito una cena per presentargli la moglie numero due che aveva da pochi mesi condotto all’altare. Bellissima ma, secondo Giacomo, più affascinata dai soldi che dal marito. Anna rideva. Era diventato il suo confidente, il suo amico, il suo mondo. Giacomo le fece un regalo: un abbonamento al Verdi. Quando ci entrarono, lei guardò la maschera che faceva loro strada lungo il corridoio del pepiano e apriva il palchetto. Ebbe un brivido.
 
- Questo è lo stesso palco che aveva la mia famiglia quando ero giovane. 
 
- Lo so. 
 
- Ma come puoi saperlo se mi dici sempre che eri povero e non potevi permetterti nemmeno un caffè. 
 
Lui le sorrise, le prese la mano e le diede un bacio sulla punta del naso. 
- Ti svelo un segreto. 
 
- Giacomo, stiamo insieme da così tanto tempo che non credo che tu possa avere più segreti per me. 
 
Giacomo rideva. 
- Smettila di fare il misterioso. L’orchestra è già in buca, vieniti a sedere. 
 
Mentre salutava una conoscente che guadagnava il suo posto in platea, lo sguardo di Anna si soffermò sul palco di fronte al suo. Vide la porta aprirsi e il proprietario entrare. Con grande stupore riconobbe Corrado. Non lo faceva un appassionato di opera. Tutte le volte che si erano incontrati non aveva mai manifestato un particolare interesse nel mondo della cultura, ma evidentemente si era sbagliata. Mentre ragionava la porta di fronte si aprì di nuovo e un uomo raggiunse Corrado. Anna guardò Giacomo conversare con l’amico e fissarla con occhi sognanti. Qualche istante dopo lui fu di nuovo al suo fianco. 
 
- Ti sembra il caso di andare a salutare il tuo amico a cinque minuti dall’inizio? 
 
- Volevo vedere che effetto mi faceva. 
 
- Cosa?
 
- Guardarti da lì, come la prima volta che ti ho vista, innamorandomi di te. Ero convinto, quando ascoltavo l’aria “Un bel dì vedremo”, della Butterfly, che il mio finale sarebbe stato diverso. E oggi sei qui con me. 
 
Si scambiarono un tenero bacio che attirò l’attenzione dei benpensanti, sempre pronti a criticare le effusioni in pubblico. Da allora non hanno mai perso un’opera, tenendo d’occhio Corrado che accompagna a teatro la moglie numero tre, mentre, alla sua età, cerca ancora di capire l’amore. — 
 

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