Gabrovec non partecipa, vicinissima l’espulsione dal gruppo democratico

L’eletto dell’Unione slovena assente alla riunione dell’Ufficio di presidenza Il capogruppo Bolzonello: «Un comportamento grave»
Silvano Trieste 31/07/2013 Sala del Consiglio Regionale
Silvano Trieste 31/07/2013 Sala del Consiglio Regionale

TRIESTE. Cartellino rosso. L’assenza dalla riunione dell’Ufficio di presidenza costerà quasi certamente al consigliere dell’Unione slovena Igor Gabrovec l’espulsione dal gruppo del Partito democratico, cui il movimento espressione della minoranza linguistica è legato storicamente da un patto politico-elettorale che sembra giunto al capolinea. Nel Pd non convincono le «ragioni personali» addotte da Gabrovec e sembra scontato il divorzio, con l’accusato che già pensa a un passaggio al Patto per l’autonomia.

I rapporti fra i dem e il consigliere sloveno sono complicati da tempo. Prima delle regionali Gabrovec è stato accusato di aver tentato accordi con la Lega e il Pd non ha gradito che alle europee l’Us abbia sostenuto ancora una volta i sudtirolesi della Svp. Nella scorsa legislatura non sono poi piaciuti i voti difformi sulle Uti da parte di chi intanto era stato nobilitato con la carica di vicepresidente del Consiglio regionale. Gabrovec è inoltre rimasto fuori dall’Aula al momento del voto sull’ultima legge di stabilità della giunta Fedriga. L’assenza dall’Ufficio di presidenza è stata la goccia finale.

I dem non credono alle giustificazioni di Gabrovec e ritengono l’assenza un favore inaccettabile al centrodestra. Sta dunque per saltare l’accordo elettorale che ha sempre visto l’Us presentarsi al voto in collegamento con il Pd e poter così eleggere un proprio rappresentante, ospitato tra i banchi del gruppo consiliare dem, sebbene con posizione autonoma.

Il capogruppo Pd Sergio Bolzonello annuncia che «nei prossimi giorni ci sarà un incontro col collega, che spiegherà i motivi di un comportamento che riteniamo grave, perché il voto non era un chiaro atto politico di questa maggioranza». Ma che la decisione sia già presa lo fa intendere il segretario regionale Cristiano Shaurli nella conferenza stampa indetta dopo le nomine: «Gabrovec si giustifica con stringenti impegni familiari, che andranno verificati. In ogni caso, quando si fa politica, ci sono momenti in cui la presenza è necessaria. Il rapporto è in fortissima difficoltà per non dire chiuso. L’Unione slovena trarrà le sue conseguenze».

Ma dell’Us Gabrovec è segretario regionale e difficilmente smentirà sé stesso. «Avevo un impegno personale inderogabile – dice il consigliere – e sono un ospite del Pd, non certo un vassallo. Se la mia presenza dà fastidio, tolgo il disturbo. Non ci sarà un mio passaggio al centrodestra». Il futuro quale sarà allora? «Il gruppo più vicino al mio sentire è il Patto per l’autonomia», spiega il consigliere dell’Us, che avrebbe «sostenuto la nomina di Fanny Codarin, mentre mi sarei astenuto o avrei votato contrario sulle altre due nomine. Il mio voto era comunque ininfluente in quanto la maggioranza aveva i numeri sufficienti per deliberare le tre nomine, due delle quali tra l’altro di natura fiduciaria». 

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