Gabbiani fuori controllo, la ricetta dell’Enpa

La presidente Bufo: «L’unica soluzione efficace è la sterilizzazione». Pressing sulle istituzioni
Di Riccardo Tosques
Lasorte Trieste 16/03/17 - Piazza Unità, Gabbiani
Lasorte Trieste 16/03/17 - Piazza Unità, Gabbiani

«La sterilizzazione dei gatti di colonia, dal 2000 ad oggi, dovrebbe insegnarci come la chirurgia sia l'unico metodo valido per la riduzione del numero di soggetti animali in un determinato territorio». Patrizia Bufo, presidente della sezione triestina dell'Enpa, torna sulle possibili azioni per contenere il numero dei gabbiani. Bocciando seccamente la foratura delle uova, la sterilizzazione rimane il modus operandi migliore. «Nel 2005 fu siglato un accordo tra Comune, Provincia, Università ed Enpa per la sterilizzazione dei gabbiani che, nel corso dell'anno venivano accolti all'Enpa», ricorda Bufo. I primi cento soggetti furono sterilizzati con successo e liberati.

Dagli studi effettuati allora, sugli esemplari sterilizzati, dalla Facoltà di Psicologia comportamentale animale dell'Università emerse come il gabbiano resti fedele al coniuge anche se infecondo.

La sterilizzazione è dunque il miglior sistema per il contenimento? «Sì, poiché il gabbiano è un volatile monogamo che vive oltre 15 anni, per cui sterilizzare un membro della coppia significa non consentirne la riproduzione e ridurre le informazioni vocali che la coppia si scambia durante l'accudimento della prole», puntualizza la presidente dell'Enpa triestina.

L’attività fu purtroppo interrotta in seguito a problematiche di competenza sorte tra Comune e Provincia, pur essendo stata apprezzata dalla comunità scientifica.

Riguardo invece alla possibile foratura delle uova, Bufo ricorda che «zoofili e protezionisti, tra cui non si può non citare la compianta Margherita Hack, sono da sempre ostili a questa pratica in quanto ritenuta poco etica e soprattutto inefficace, visto che la femmina di gabbiano “parla” con l'embrione, e in assenza di risposta e di schiusa dell'uovo lascia il nido e ridepone altre uova».

Da qui l'appello ufficiale alle istituzioni: «L'Enpa rimane disponibile ad attuare un nuovo progetto di sterilizzazione dei gabbiani con nuove autorizzazioni degli organi competenti. Ricominciando nel 2018, in tre anni si potrebbe sterilizzare il 50 per cento dei gabbiani dimoranti stabilmente sui tetti, con un costo anche inferiore rispetto a quanto la Regione rimborsa per la sterilizzazione di un gatto femmina».

Gli esperti evidenziano poi come i gabbiani non abbiano assolutamente necessità di «coccole, alimentari e comportamentali, non soffrendo di solitudine affettiva».

Quanto alla presenza di gabbiani da curare, l'ultimo dato fornito dall'Enpa riguarda il numero di esemplari annualmente ospitati in via Marchesetti, che è pari a circa 300 soggetti, i quali rimangono ospiti nella struttura dell’ente sino alla riabilitazione e alla successiva liberazione.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo