Fvg, Tondo alza la voce con gli alleati azzurri e apre ai sovranisti
TRIESTE. All’uscita dal vertice si sono detti uniti come mai negli ultimi anni, ma anche ieri la compattezza del centrodestra ha fatto sentire i suoi scricchiolii. L’occasione è stata la seconda riunione della “fucina” che condurrà entro fine novembre alla stesura del programma della coalizione e, in tempi indefiniti, alla scelta del candidato per le regionali. Ad agitare le acque è stata la premessa posta dal presidente di Autonomia responsabile, Renzo Tondo, che ha preteso da Forza Italia chiarezza nei rapporti tra le due forze politiche, dopo alcuni sgarbi ritenuti inammissibili fra alleati.
Tondo non ha digerito ad esempio che il sindaco forzista di Buja, Stefano Bergagna, non abbia invitato alcun esponente di Ar all’incontro pubblico da lui organizzato dopo la multa milionaria inflitta al gruppo siderurgico Pittini di Osoppo. Un gesto sgradito, tanto più che riguarda una crisi nell’area dell’Alto Friuli, collegio che rappresenta il feudo politico dell’ex presidente della Regione. All’assemblea ha partecipato alla fine Roberto Revelant (Ar), soltanto perché avvisato dalla proprietà dell’azienda.
Tondo aveva addirittura pensato di non presentarsi alla convocazione della fucina per inviare un segnale chiaro, ma ha poi scelto la linea morbida, non rinunciando però a invitare Riccardo Riccardi e Sandra Savino a imporre rapporti corretti anche sul territorio. «Mi sono limitato ad auspicare la fine di ogni litigio - spiega l’ex governatore - e che si inviti alla calma chi fa polemiche sui giornali».
Il riferimento è anche al carnico Luigi Cacitti, coordinatore di Fi in Alto Friuli, che ha accusato Tondo di assenza dal territorio, riferendosi soprattutto al contributo dato nelle ultime amministrative. Sgraditi ad Ar anche i rapporti spesso tesi tra azzurri e Lista Ret, nelle recenti comunali di Duino Aurisina. Secondo Tondo, «i rapporti devono essere buoni sul piano locale come lo sono fra i leader».
L’alleanza non vacillerà comunque per così poco, assicurano da Ar, tanto più che Savino ha gettato subito acqua sul fuoco: «Non conosco le dinamiche locali, ma escludo che ci fosse volontà di non coinvolgere Tondo. Sono piccole frizioni e si sistemeranno». Ma è sempre Ar ad aprire subito un altro fronte di discussione, chiedendo formalmente l’invito al tavolo del movimento sovranista di Roberto Menia. Tondo ha ricordato che «cinque anni fa abbiamo perso per una manciata di voti: non possiamo permetterci il lusso di trascurare nessuno, ma i sovranisti sono sgraditi a Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni. Speriamo che il veto cada, ma è evidente che mentre altri partiti aspettano l’ok dalle centrali nazionali, Ar fa politica in autonomia».
Il tema è di difficile gestione per Fdi, con il presidente regionale Fabio Scoccimarro amico personale di Menia e Meloni chiusa a ogni dialogo, con una forza considerata traditrice e rivale nella raccolta di voti a destra. Scoccimarro ha sviato: «Oggi all’ordine del giorno c’era l’apertura dei tavoli di lavoro per la costruzione del programma. Quando si porrà il problema dei sovranisti ne discuteremo».
Forza Italia la pensa però come Tondo: «Siamo un partito inclusivo - rimarca Savino - e mi spiace che i problemi nazionali incidano sul livello periferico. Spero che la cosa si ricomponga. È chiaro tuttavia che se le liste di centrodestra nascono come funghi, serve chiarezza per evitare il manicomio».
E se qualcuno si muove per ampliare l’alleanza, gli alfaniani di Alternativa popolare continuano a rimanere fuori dalla porta per richiesta della Lega. «Prima o poi la manfrina si risolverà, valutando la nostra compatibilità politico-programmatica - afferma Alessandro Colautti - ma serve che alcuni (Fi e Ar, ndr) dicano la loro o vorrà dire che la Lega è il dominus della coalizione». Per non restare isolato, Colautti tesse intanto la tela della possibile alleanza con Tondo: «Stiamo ragionando in attesa di comprendere lo sviluppo di Ap. Il nostro partito può diventare un elemento che corrobori una lista civica moderata, che raccogla pezzi dell’autonomismo». La segretaria di Ar, Giulia Manzan, conferma: «Ben vengano apporti di questo tipo». Lo stesso vale per Bini, che ha ormai sdoganato l’idea di una lista unica: «I mondi civici devono lavorare assieme per presentarsi uniti alle prossime elezioni. L’obiettivo di Progetto Fvg è solo vincere».
Per il coordinatore regionale Massimiliano Fedriga il punto resta tuttavia chiaro: «Non crocefiggo certo Colautti, se si ravvede, ma niente simbolo: Ap non può entrare in altre liste del centrodestra».
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