Fvg, sgominata la banda del “finto avvocato”

Denunciati 46 napoletani: in 20 hanno colpito a Trieste, Gorizia e Udine. Le principali vittime sono donne anziane. In un caso rubati 30 mila euro
Bumbaca Gorizia 05.04.2018 Polizia conf stampa su truffe falsi avvocati © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 05.04.2018 Polizia conf stampa su truffe falsi avvocati © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

TRIESTE «Pronto, signora. Sono l’avvocato De Laurentis. Suo figlio ha avuto un incidente, ha investito una persona in motorino che adesso è in ospedale. Ora è trattenuto in caserma dai carabinieri. Ha bisogno di quattromila euro, mi ha chiesto di chiamarla per poterli avere». Comincia così la telefonata, e a rispondere è sempre una signora anziana, sopra gli ottanta, che il truffatore chiama per nome. Il metodo, consolidato, è quello del “falso avvocato” o del “falso carabiniere” e dal 2016 ad oggi sono stati molteplici i raggiri di questo tenore, tentati o andati a buon fine, non soltanto a Trieste - nel capoluogo Fvg, ad esempio, il 29 settembre scorso ai danni di una 86enne in via Marin – o nell’Isontino ma in tutto il Nord Italia.

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Ma la Polizia di Gorizia ha deciso di condurre una guerra su larga scala contro questi beceri truffatori che, nella totalità dei casi, giungono da Napoli o comunque dalla Campania. Nel 2017 si sono consumate 11 truffe (più 2 tentate) nell’Isontino, motivo per cui la squadra mobile ha indagato in tutto venti persone.

Nel certosino lavoro di analisi e documentazione sono stati ricostruiti altri quattordici episodi commessi fuori provincia, per i quali sono state indagate 26 persone (14 delle quali denunciate anche a Gorizia), per un totale di 46 coinvolte e individuate. In sei casi c’è stato l’assoggettamento a misure cautelari. Oltre a Trieste e Gorizia, questi personaggi («Quasi tutti ex giubbottari, venditori di giubbotti che dovrebbero essere in pelle ma non lo sono», è stato spiegato ieri mattina) hanno colpito nelle province di Udine, Pordenone, Venezia ma anche Modena, Bergamo, Lecco, Imperia, Livorno, Asti, Genova e Cuneo. E la Polizia di Gorizia ha collaborato strettamente con gli omologhi uffici investigativi delle squadre mobili, inclusi quelli triestini.

Sgominata a Gorizia la banda del finto avvocato
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Per illustrare i dettagli di quella che è diventata una vera e propria operazione si è svolta, ieri mattina, una conferenza stampa alla presenza del capo della mobile goriziana, Claudio Culot. Il modus operandi dei truffatori è ormai noto: tutto nasce da una telefonata all’utenza domiciliare della vittima in cui le si racconta, con dovizia di particolari in grado di provocare forti emozioni, l’incidente occorso a un proprio caro, oppure una disavventura legale con gravi conseguenze personali ed economiche. Al racconto segue la richiesta di denaro, a volte direttamente anche quella di preziosi in aggiunta ai soldi, necessari per estinguere positivamente la vicenda. Il tutto si conclude con la visita a domicilio di un sedicente incaricato (si va dall’avvocato De Laurentis all’avvocato Ferrari, da De Magistris a Forgia, da Brambilla a Molinari, da Brandelli a Perez) che ritira i valori. Il meccanismo è talmente oliato che i truffatori ormai recitano la parte alla perfezione. Sono ben vestiti, abili affabulatori e particolarmente convincenti.

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Nei casi andati a buon fine, sono state prelevate diverse migliaia di euro ma c’è anche il caso di un’anziana che ha “versato” subito 30 mila euro sull’unghia. «Le indagini hanno richiesto un particolare impegno concentrato in special modo nella ricerca delle cosiddette “tracce virtuali” che gli autori, consapevoli o in taluni casi ignari delle risorse oggi disponibili, hanno lasciato nel loro percorso criminale, dalle località di origine fino a quelle di commissione dei delitti. Delle tracce virtuali siamo particolarmente gelosi e preferiamo non svelarle per non dare vantaggi alle persone sotto osservazione», le parole di Culot. Che aggiunge: «Solitamente, le truffe vengono considerate un reato quasi secondario e di minor peso specifico rispetto, ad esempio, ai furti in casa.

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Ma i nostri uffici hanno deciso di investire tempo e risorse perché si tratta di un’odiosa condotta illecita che colpisce gravemente gli anziani non solo nell’aspetto economico ma, soprattutto, con danno al benessere personale e, in taluni casi, alla salute fisica provata da un evento ad alto impatto».
Il lavoro di indagine della Polizia di Gorizia è iniziato nel 2016, quando ci fu un primo episodio che sfociò nell’individuazione di un sedicente «avvocato Molinari». «In quel caso, la truffa non andò a buon fine - la sottolineatura di Culot - ma, da allora, si è aperto un mondo: un mondo fatto di raggiri. E il fenomeno è tutt’altro che estinto».
 

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