Fvg, scoppia la guerra della raccolta di funghi

Gruppi micologici Fvg in rivolta contro l’abolizione del patentino e l’aumento delle tariffe per le licenze decisi dalla giunta

TRIESTE. L’assessore Paolo Panontin aveva assicurato che la bozza del disegno di legge finalizzata a semplificare la raccolta dei funghi in regione era frutto del confronto con i micologi del Friuli Venezia Giulia, ma la Federazione regionale dei gruppi micologici boccia senza appello gli assi portanti del testo: dalla decisione di eliminare l'esame per ottenere il patentino all'aumento del costo della licenza per la raccolta.

Il coordinatore Giuliano Ferisin si dice «sbalordito» da ciò che ha letto. «E con me sono rimaste sorprese le tantissime persone da cui ho ricevuto telefonate ed mail: le nostre proposte sui punti cardine della legge non sono state nemmeno prese in considerazione».

La Federazione chiede infatti di mantenere la prova finale di idoneità, «sapendo benissimo che l'obbligo di frequenza senza un esame finale non serve a nulla, in quanto i corsisti possono tranquillamente dormire durante le lezioni e ottenere l'attestato ugualmente.

Licenza più facile per la raccolta funghi

Corso ed esame non vogliono complicare l'esistenza al raccoglitore, ma servono a renderlo cosciente dei danni che può provocare all'ambiente o, peggio ancora, dei rischi spesso mortali cui può andare incontro nel caso di un errato riconoscimento del raccolto».

Secondo Ferisin, «ci si riempie la bocca con formazione, prevenzione, sicurezza e poi liberalizziamo una raccolta senza alcun criterio. Serve un'abilitazione per chi va a funghi, come avviene per caccia e pesca».

Non piace inoltre ai raccoglitori la riforma delle tariffe in programma. La richiesta era di stabilire una quota differenziata per residenti e non residenti in Fvg: rispettivamente 50 e 100 euro all'anno, per l'intero territorio regionale.

«Non abbiamo capito - si lamenta Ferisin - il motivo dell'unificazione delle tariffe a 70 euro o forse crediamo di averlo capito bene. La scelta crea disappunto fra i 14mila raccoglitori regionali e probabilmente la felicità di una minoranza dei fuori regione. Questa esosità non farà altro che incentivare l'abusivismo vista anche la carenza dei controlli».

La Federazione esprime inoltre perplessità sull’introduzione di troppi tipi diversi di canone: «Ci è stato detto che questa legge doveva semplificare le burocrazie ma si è andati in direzione opposta».

Pur riconoscendo la necessità di ridisegnare le zone di raccolta dopo l’introduzione delle Uti, il coordinatore regionale ritiene eccessiva la possibilità di prevedere una tariffa per operare sul territorio di un singolo comune, «di cui il raccoglitore dovrebbe conoscere perfettamente i confini».

Il ddl sarà domani all'attenzione del Cal, che dovrà approvarlo prima del suo approdo in Consiglio regionale. Ferisin si appella a Panontin, «affinché i nostri suggerimenti siano presi in seria considerazione».

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