Fvg, progetto Pramollo verso l’archiviazione
UDINE. Pramollo addio. Dopo 27 anni di discussioni la cabinovia di collegamento tra Pontebba e il polo sciistico carinziano pare condannata all’archivio. La Regione ha dato, dal 27 novembre, 10 giorni alla società proponente per presentare le garanzie richieste. L’ultimatum scade oggi 7 dicembre: se non arriveranno, la giunta Serracchiani revocherà l’interesse pubblico dell’opera, mettendoci di fatto una croce sopra. La Regione «non ha mai cambiato idea ma il tempo della pazienza è finito, è venuto il momento delle scelte definitive – ha detto l’assessore alle Infrastrutture Mariagrazia Santoro –. La soluzione non ci piace», ma «se dal proponente non arriveranno le garanzie richieste procederemo con la revoca. La Regione ha già fatto tutto il possibile, come assumersi il mutuo a proprio carico. È ora» di «chiarire una volta per tutte se questo progetto può essere sviluppato o meno. Se sarà possibile la Regione farà la sua parte, altrimenti saranno adottati provvedimenti per il territorio».
Alla richiesta di garanzie (reiterata a più riprese dalla Regione) Dopplemayr, società leader mondiale nella produzione di impianti a fune, ha sempre risposto “nein” ritenendo il piano non asseverabile – così Santoro – per via delle convenzioni, imputabili al futuro gestore e non alla società proponente. In commissione Santoro ha ripercorso gli ultimi mesi dell’iter, dalla richiesta della Dopplemayr di rivedere al ribasso le fideiussioni. «Ad aprile avevamo incontrato il governatore carinziano che si era impegnato a chiarire la posizione della società proponente nell’arco di qualche settimana» ha riferito l’assessore. Ma nulla di fatto.
«A luglio la presidente Serracchiani l’aveva informato dell’intenzione di approfondire sotto il profilo giuridico l’ipotesi di revoca dell’interesse pubblico. L’abbiamo fatto e i pareri, sia esterni che esterni alla Regione, ci danno ragione: vista l’entità dell’impegno finanziario pubblico nell’opera – 48 milioni di euro su 82,5 – le fideiussioni non possono essere messe in discussione».
Che la Regione avesse già tirato il freno a mano, in commissione se l’aspettavano in pochi. Forse nessuno. I consiglieri si sono concentrati sul futuro delle risorse e della valle di Pontebba. Il tema è dove saranno ricollocati i 48 milioni a bilancio. «Siamo a una settimana dall’approdo in aula della Finanziaria. Ora non credo ci siano margini di manovra sul capitolo di spesa, ma il dato politico è dove metteremo queste risorse se il progetto non si farà?». A chiederlo per primo il capogruppo di Fi, Riccardo Riccardi.
In molti concordano sulla necessità che quel tesoretto sia destinato alla montagna. «Siamo pronti nell’eventualità con un piano B?», ha chiesto Alessandro Colautti (Ncd). Luca Ciriani ha incalzato Santoro: «Usciamo dall’ambiguità di questo progetto. Al di là della revoca, ha ancora un senso?». Se revoca sarà si aprirà una stagione di contenziosi a fini risarcitori e così Renzo Liva (Pd) ha messo in guardia da decisioni precipitose. Così Cristian Sergo (M5s): «Nel caso il proponente non rispondesse e se ne facesse avanti un altro il project financing andrebbe rifatto da zero?», ha chiesto. Santoro si è limitata ad annuire.
I consiglieri hanno invitato Santoro a un immediato confronto in commissione dopo la scadenza – ha chiesto Barbara Zilli (Ln) temendo un altro periodo di rinvii e false partenze. (m.d.c.)
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