Fvg, Patuanelli e Bianchi si sfilano dalla corsa. Capozzella in pole
TRIESTE. Sembrava tutto fatto in vista delle primarie del Movimento 5 Stelle, ma Elena Bianchi e Stefano Patuanelli fanno marcia indietro sulla possibilità di guidare i pentastellati alle prossime regionali. Un’eventualità che tanto il triestino quanto la friulana hanno tenuto aperta per mesi, ma che pare ora tramontare davanti al richiamo di un’esperienza a Roma. Nel caso di Patuanelli la scelta per un seggio alla Camera o al Senato è ormai presa, mentre Bianchi dovrà attendere i regolamenti della Casaleggio Associati, posto che attualmente il M5S non ammette dimissioni da un incarico elettivo per andarne a svolgere un altro.
Patuanelli non ha vincoli del genere, avendo scelto di non candidarsi per un secondo mandato in Comune a Trieste. Le voci di dentro si fanno ora insistenti sulla sua decisione di optare per il ruolo di parlamentare, forte delle relazioni con Di Maio e il gruppo dei fondatori. L’interessato ammette: «Dopo più di dieci anni di attivismo, sono a disposizione. Una disponibilità che prevede anche una candidatura al Parlamento se sarà ritenuta opportuna».
Implicito l’invito a rivolgersi altrove per guidare la presa di piazza Oberdan: «Abbiamo portavoce che hanno lavorato benissimo in Regione e attivisti molto preparati.
Fra questi troveremo insieme il candidato migliore». Bisognerà intanto capire come il M5S intenda collegare il meccanismo delle parlamentarie con la collocazione dei candidati nei collegi uninominali, dove i grillini rischiano di non eleggere nessuno, o nei listini bloccati del proporzionale, che danno invece certezza di qualche eletto. Patuanelli riconosce che «combattere al maggioritario è impegnativo per chi come noi non fa alleanze, ma sarebbe una bella sfida misurarmi all’uninominale contro Rosato e Fedriga».
In questi giorni nel meetup di Udine si è inoltre cominciato a parlare di un cambio di idea anche da parte di Bianchi, che tuttavia non potrà lasciare l’incarico in Regione per il salto in Parlamento.
L’unica possibilità è uno slittamento delle politiche dopo il 22 aprile (data conclusiva della legislatura regionale) o un regolamento per le parlamentarie che consenta qualche forma di deroga per i candidati in scadenza, ma nulla è dato a sapere su questo punto e non si sa nemmeno se il voto online per Roma si terrà in contemporanea a quello per le regionarie, previsto entro l’anno, oppure slitterà più in là. Bianchi ammette di aver «sempre provato interesse per il Parlamento, dove potrei mettere a frutto l’esperienza maturata in Regione», ma assicura di voler «attenersi scrupolosamente alle regole del Movimento». Se insomma non ci fosse possibilità di concorrere per un seggio in Parlamento, Bianchi potrebbe accettare la sfida delle regionali.
Fra i grillini qualcuno maligna che l’interesse per Roma nasca dalla volontà di non arrivare terza alle regionali e venire dunque esclusa dall’ingresso in Consiglio, ma l’interessata ricorda di avere «un lavoro appagante che mi aspetta».
Se i due candidati più accreditati vacillano, da Pordenone si fa avanti il nome Mauro Capozzella, consulente informatico, animatore dello sportello anti Equitalia e già candidato alle comunali. Si affiancherà agli altri attivisti che dovranno riempire le tante caselle a disposizione nel 2018: 48 per la Regione e almeno 15 per il Parlamento, oltre alla lista per le comunali di Udine. Serviranno volti nuovi, poiché le regole pentastellate impediscono doppie candidature e dimissioni dagli incarichi in svolgimento. Il Movimento assicura che non ci saranno problemi a reperire le persone, sebbene resti da capire attraverso quali processi di selezione passeranno i candidati, che per le regionarie dovranno presentare il curriculum e un video di 30 secondi. Ilaria Dal Zovo si dice tranquilla: «Sarà fondamentale il rapporto con base e meetup. Il coinvolgimento dei gruppi locali è la nostra forza, che si trasforma in azione politica attraverso la piattaforma Rousseau».
Riproduzione riservata © Il Piccolo