Fvg, la sfida dell’accoglienza dei migranti minorenni tra tamponi e quarantene
TRIESTE Non solo le discoteche. Sotto i riflettori in questa fase di ripresa significativa del numero di contagi restano anche altri due fronti “caldi”: i rientri di vacanzieri che hanno soggiornato nei Paesi a rischio (Croazia, Grecia, Malta e Spagna) e i continui arrivi di migranti lungo la rotta balcanica. Per loro, dopo l’identificazione, scatta automaticamente la fase di quarantena in centri come quelli allestiti all’Ostelle scout di Prosecco sul carso triestino.
Proprio lì ieri mattina un centinaio di cittadini stranieri stati sottoposti a tampone. Un controllo di routine disposto dalla prefettura e annunciato venerdì scorso a Ics e Caritas, le due realtà che a Trieste si occupano dell’accoglienza migranti. Le tende montate a Trieste possono ospitare a pieno regime 160 persone tenute a rispettare l’isolamento. Gli ospiti vengono divisi in tre gruppi al fine di non avere promiscuità e in caso di sintomi scattano subito verifiche e tamponi. Tutti i richiedenti asilo, una volta terminata la quarantena di 14 giorni, vengono ulteriormente sottoposti a test prima di entrare nel sistema di accoglienza.
C’è però un altro fronte legato agli arrivi dai Balcani di particolare attualità in questo momento: la gestione dei minori non accompagnati. Questione particolarmente complessa vista la carenza di strutture per l’ospitalità e di risorse economiche. Il tema è stato ieri al centro di una serie di incontri nella giornata di ieri tra il prefetto di Trieste, Valerio Valenti, e i sindaci della provincia triestina alla presenza, tra gli altri, del vicepresidente della Regione Riccardo Riccardi, dell’assessore all’Immigrazione Pierpaolo Roberti, e della Polizia di frontiera. Il quadro della situazione è stato poi presentato a Bruno Frattasi, capo di gabinetto del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese attesa la prossima settimana sarà in regione.
Al momento in Fvg sono presenti circa 500 migranti che si sono dichiarati minori, ma a preoccupare sono gli arrivi: solo a Trieste da gennaio a oggi 600 migranti a fronte dei 220 dello scorso anno erano 220, un numero superato tra giugno e luglio con 227 arrivi. Carlo Grilli, in rappresentanza del primo cittadino Roberto Dipiazza, ha chiesto un’attenzione in più da parte del ministero. «I numeri attuali - ha affermato - stanno diventando insostenibili».
A confermare la criticità del momento anche Laura Marzi, sindaco di Muggia, dov’è ospitata circa la metà dei minori del territorio: «Serve un aiuto da parte del governo con protocolli simili a quelli creati e resi operativi per gli sbarchi. Chiediamo poi un sostegno economico visto che abbiamo già speso 2 milioni di euro dei 3,6 che avevamo messo a bilancio. Rischiamo di trovarci in gravissima difficoltà sui flussi di cassa tanto da mettere a repentaglio il pagamento degli stipendi e di altri aspetti. Abbiamo chiesto, inoltre, alla Regione di fare attività di coordinamento».
Su questo si è registrata l’apertura della giunta Fedriga. «La Regione non ha competenza sui minori non accompagni - afferma Roberti -, ma abbiamo però dato la disponibilità. I tavoli però non risolveranno la situazione perché i passeur si stanno facendo gioco di noi: portano i profughi lontani dalla fascia confinaria e gli danno indicazione di dichiarasi minorenni impedendo il riaccompagno in Slovenia. Già oggi diamo 7 milioni ai Comuni: ribadisco la disponibilità a coordinare, vogliamo però regole chiare». A tirare le fila è stato il prefetto il quale in una riunione successiva ha fatto il punto insieme ai colleghi degli altri comuni capoluogo presentando il quadro al capo di Gabinetto del Viminale. «Gli arrivi sono triplicati - ha detto Valenti - e i sindaci, soprattutto quelli dei comuni più piccoli, che non sono in grado di far fronte a questo incremento, hanno chiesto un coordinamento dell'accoglienza dei minori che faccia capo alla Regione o alla Prefettura. Le competenze in materia di minori - ha ricordato Valenti - spettano ai Comuni. Tuttavia proveremo assieme alla Regione a valutare il da farsi. Occorre che anche l'Anci faccia la sua parte in quanto spetterebbe anche a loro assumere la regia della situazione». —
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