Fvg, La corsa all’assegno antipovertà fa “esplodere” la spesa sociale

L’esercito dei 32mila aventi diritto fa decollare a 53 milioni di euro il costo potenziale per il 2016. Telesca precisa: «L’ammontare reale sarà inferiore». Ma ammette la necessità di 10-12 milioni in più
La spesa sociale della Regione "esplode": è corsa all’assegno antipovertà
La spesa sociale della Regione "esplode": è corsa all’assegno antipovertà

TRIESTE. I numeri dei beneficiari sono cresciuti: superano quota 32mila. E la spesa pure: quella potenziale per il 2016 sfiora i 53 milioni. Maria Sandra Telesca, l’assessore regionale alla Sanità, precisa subito che il costo reale a fine anno sarà inferiore. Ma ammette che sì, il sostegno al reddito peserà sulle casse della Regione per una decina di milioni in più di quanto previsto dalle simulazioni di fine 2015.

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A poco meno di un anno dall’avvio del provvedimento (la prima candelina si spegnerà il prossimo 22 ottobre) il report interno aggiornato al 30 giugno rivela da un lato il “successo” di una delle misure più innovative dell’era Serracchiani e, dall’altro, un crescente fabbisogno di risorse.

Il report precedente risaliva al 23 marzo quando risultavano accolte 10.785 domande a coprire nuclei familiari per un totale di 29.493 persone. Al primo semestre le domande sono salite a 12.218 e i componenti coinvolti a 32.555.

Nel dettaglio degli ambiti di emissione, il maggior numero di richieste accolte è quello di Trieste (3.716), a seguire Udine (2.520), Basso Isontino (916), Pordenone (809), Alto Isontino (780), Cervignano (426), Latisana (426), Cividale (367), Sacile (302), Azzano Decimo (294), Codroipo (272), Maniago (272), Tarcento (260), San Vito al Tagliamento (201), San Daniele (180), Gemonese (174), Carnia (149), Muggia-San Dorligo (123) e Duino Aurisina (31).

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Quanto invece ai componenti coinvolti nelle domande, sempre per ambito, il dato più elevato è ancora quello di Trieste (8.363), quindi Udine (7.122), Basso Isontino (2.737), Pordenone (2.598), Alto Isontino (1.981), Cervignano (1.242), Latisana (1.157), Azzano Decimo (984), Cividale (983), Sacile (949), Maniago (847), Codroipo (791), Tarcento (661), San Vito al Tagliamento (648), San Daniele (484), Gemonese (399), Carnia (282), Muggia-San Dorligo (268), e Duino Aurisina (59).

In sostanza da fine marzo a fine giugno, a confrontare le somme, si sono aggiunte 1.433 domande e 3.062 persone interessate. Numeri che, proiettati a fine anno, fanno esplodere la spesa potenziale a 52,8 milioni di euro, con i picchi di Trieste (16,2 milioni) e Udine (11,1 milioni) e Basso Isontino, Pordenone e Alto Isontino che superano i 3 milioni di euro.

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La stima, tuttavia, non spaventa Telesca. «Si sale sopra i 50 milioni di euro solo sulla carta dato che il calcolo viene effettuato su una proiezione di erogazione nell’arco dei dodici mesi - spiega l’assessore alla Sanità -. In realtà non mancano i beneficiari che nel corso dell’anno escono dal provvedimento perché nel frattempo hanno trovato il modo di superare una situazione di difficoltà momentanea o perché, secondo legge, si arriva al momento dell’interruzione».

A fine ottobre, infatti, a un anno dal via della misura approvata con la legge regionale 15 del 2015, per i beneficiari della prima ora scatterà l’obbligatorio stop di due mesi, al termine del quale, nel caso in cui i requisiti non fossero mutati, in primis un Isee non superiore ai 6mila euro, l’erogazione potrà riprendere per ulteriori 12 mesi.

Peraltro, se pure i 53 milioni rappresentano una fotografia potenziale, è ormai certo che il sostegno al reddito costerà molto più del previsto. Almeno 10-12 milioni in più. Telesca parla di 43 milioni sul 2016 di costo reale, un terzo in più delle aspettative, con conseguenti interventi correttivi nei mesi scorsi.

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«Eravamo partiti con il primo stanziamento di 10 milioni, quindi lo spostamento di una ventina di milioni da altri capitoli, ma non sono bastati - ricostruisce l’assessore -. In variazione siamo dovuti intervenire per aggiungere risorse in modo da coprire l’intero anno. Non sono previste altre sorprese».

E in futuro? «C’è la legge, di certo non la abroghiamo. In Finanziaria faremo tutti i ragionamenti con le cifre sul tavolo e le risultanze dei patti di inclusione che sono contestuali al provvedimento. A venirci incontro c’è inoltre la misura nazionale del Sia, Sostegno all’inclusione attiva, che verrà integrato al nostro Mia e contribuirà con circa 10 milioni di euro».

Nell’attesa di pesare a fine anno l’impatto dell’integrazione al reddito, gli importi di inizio corsa restano confermati almeno fino al 31 dicembre 2016. Gli aventi diritto vengono divisi in scaglioni a seconda del loro Isee e del numero di figli a carico.

L’assegno mensile (erogato a scadenze bimestrali) varia così da un minimo di 70 euro per chi ha un Isee superiore ai 5mila euro ed è senza minori a un massimo di 550 euro per chi ha invece un Isee inferiore ai mille euro e due o più minori.

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