Fvg: la Cgil lancia l’allarme cassa integrazione
TRIESTE. Lancia l’allarme sulla cassa integrazione. Chiede alla Regione, una volta ancora, un’accelerazione sulle riforme. E non dimentica la questione risorse nel socio-sanitario: mancano 90 milioni, «contiamo di recuperarli con l’assestamento di bilancio». Franco Belci, al primo direttivo della Cgil regionale dopo il rinnovo cariche di fine marzo, riparte dalla pace con Debora Serracchiani ma non trascura una sola partita aperta. A cominciare dal lavoro.
Cassa integrazione
Ieri a Udine la Cgil ha avviato l’analisi dai dati sulla Cig. Il totale ore in regione, stando alle rilevazioni Inps da gennaio ad aprile, è di oltre 10,4 milioni, il 30% in più dello stesso periodo del 2013 con punte nell’edilizia (+61%), nella chimica (+54%) e nella meccanica (+47%). L’incremento maggiore (+50%) è quello della cassa integrazione straordinaria, mentre l’ordinaria cala dell’11%. La situazione peggiore è a Udine, dove si registra il +47%, mentre a Gorizia siamo al +23%, a Pordenone al +22%, a Trieste al -3%.
Rischio licenziamento
Su Electrolux, commenta il segretario regionale, «è stato conseguito un risultato importante, ma i numeri sulla Cig dimostrano una volta di più che non ci si può limitare a giocare in difesa». In particolare il dato sulla straordinaria «è segno che aumenta in modo esponenziale il numero dei lavoratori a rischio licenziamento, ed è una situazione che riguarda tutti i comparti chiave». L’andamento per provincia, inoltre, dimostra che l’emergenza non tocca solo singoli territori: a Udine l’incremento è più che doppio rispetto a quello di Pordenone, giustamente considerata l’epicentro della crisi per la portata di vertenze come Electrolux, Ideal Standard e le perduranti difficoltà del distretto del mobile».
Record negativo
«Si tratta di un primato per il Fvg, ancora più negativo se si considera che a livello nazionale il primo quadrimestre fa segnare una diminuzione del 4% negli interventi e che il valore totalizzato in regione negli ultimi sette mesi, 18,5 milioni di ore, è superiore a quello dell’intero 2009, primo anno della crisi», aggiunge Alessandro Russo, ricercatore dell’Ires Cgil Fvg.
Le priorità
Con queste premesse, è il tema dell’intervento ieri in direttivo da parte di Belci, le priorità, tra l’altro rimarcate anche nel corso dell’incontro di lunedì con la presidente Serracchiani, sono quelle di concentrare ogni sforzo possibile sulle misure capaci di rilanciare, direttamente o indirettamente, lo sviluppo e l’occupazione: «Sostegni più mirati all’innovazione e alla ricerca, fiscalità di vantaggio per contrastare la fuga di imprese verso Austria e Slovenia, un’accelerazione sulle politiche attive del lavoro, estendendo parte delle misure previste su Garanzia Giovani anche ad altre categorie deboli, una nuova legge sul commercio per arginare la deregulation del settore e delle aperture, la riforma delle autonomie locali come strumento per ridurre il peso della burocrazia su imprese e cittadini, nuove regole sugli appalti per garantire da un lato la legalità delle procedure e il rispetto dei diritti dei lavoratori, dall’altro un più rapido avvio delle opere cantierabili, anche attraverso un auspicabile allentamento del patto di stabilità».
Sanità
Serve, più in generale, «accelerare sulle riforme». Su quella della sanità resta un giudizio «positivo» sui principi ma, secondo Belci, «sono ancora troppo generiche, nelle linee guida presentate dalla giunta, le parti relative al rafforzamento dei servizi territoriali, al rapporto tra gli ospedali all’interno delle aree vaste, all’eliminazione dei doppioni. Così come è indispensabile garantire un ruolo ai sindaci nella gestione del sistema». E poi rimane il nodo delle risorse per un comparto che si è visto tagliare 90 milioni di euro. Belci non fa cifre ma fa capire che intende recuperare, se possibile, l’intera posta.
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