Fvg, il caldo da record anticipa l’avvio della vendemmia
TRIESTE. Fa caldo. Decisamente troppo caldo per fare qualsiasi cosa. Tranne una, che a questo punto è diventata obbligatoria, per evitare che questo 2017 passi in archivio nel Friuli Venezia Giulia come un anno da dimenticare: la vendemmia.
In altre zone, ancora più colpite dall’inopinata calura e della siccità, hanno iniziato già nei giorni scorsi. In Franciacorta, provincia di Brescia, azienda Faccoli, hanno staccato il primo grappolo d’uva l’altro ieri. Si trattava di Chardonnay per la produzione di spumanti, con un anticipo di 7-10 giorni rispetto alla media storica.
E così andrà qui da noi. Subito dopo Ferragosto, circa una settimana prima del 2016, si inizierà a raccogliere il Pinot nero base spumante. «È la varietà più precoce – ricorda Dario Ermacora, presidente di Coldiretti Fvg –: si parte da lì in particolare nei vigneti più giovani, quelli di due o tre anni in cui l’uva matura prima».
A seguire, si accoderanno tutti. A partire dal Pinot nero di maggior pregio, quello fermo. Ed entreranno poi in cantina i grappoli del Pinot grigio, quindi Sauvignon, Friulano, Ribolla (sempre che non inizi a piovere; in quel caso, per una varietà che con l’umido tende a marcire, si anticiperà la raccolta di qualche giorno), Malvasia, Verduzzo e Picolit.
Per i rossi si attenderà metà settembre e via con il Merlot e poi Pignolo, Refosco, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon. Ci vorranno circa altre tre settimane per chiudere le operazioni attorno alla prima settimana di ottobre, in tempo per evitare i primi, negativi abbassamenti di temperatura.
Ma come sarà, a questo punto, la vendemmia 2017? Per anticiparne quantità e qualità, bisogna premettere che come al solito l’esito finale dipenderà soprattutto dalle condizioni meteorologiche dell’ultimo periodo.
Ma è anche vero che bisogna risalire ai mesi precedenti. Che sono stati tutt’altro che favorevoli. Le gelate del 20-21 aprile, fa sapere Marco Malison, responsabile del settore vitivinicolo di Coldiretti Fvg, hanno interessato il territorio in modo diffuso ma a “macchia di leopardo”.
Di fatto, come era stato già accertato all’epoca, a distanza di qualche centinaio di metri, si può passare da un danno nullo o limitato fino al 100% di perdita anche in funzione del sistema di allevamento (altezza del cordone da terra).
Preoccupa che in generale le varietà più colpite siano state quelle a sviluppo precoce (Glera, Refosco, Pinot, Chardonnay, Picolit). Per contro nei vigneti non colpiti la produzione è discreta in conseguenza di una buona fertilità delle gemme e del peso medio grappolo che si prevede superiore alla media.
In generale, comunque, sempre secondo la Coldiretti, pare che ci si possa attestare attorno a un calo complessivo del 10% della produzione rispetto all’anno scorso (1,856 milioni di ettolitri). Il motivo? Oltre agli effetti della gelata in alcune zone, a incidere è il fatto che quest’anno quasi tutte le varietà, tranne alcune come per esempio il Merlot, risultano non particolarmente cariche di prodotto.
Quanto alla qualità, le previsioni sui bianchi sono comunque positive: «Se non ci saranno eccessivi stress idrici la prossima settimana, o addirittura grandinate – anticipa Ermacora –, la qualità sarà buona».
Sui rossi, invece, è preferibile non azzardare ipotesi. In ogni caso, in un Fvg che non ha subito più di tanto il fenomeno della siccità - aggiunge Ermacora - il grande caldo della prima settimana di agosto non creerà danni, tanto più se già tra qualche giorno le temperature notturne ritorneranno a scendere.
«Le escursioni termiche sono sempre positive – osserva ancora il presidente di Coldiretti Fvg –, e questa tendenza ha caratterizzato l’intera estate».
Detto che lo stato fitosanitario viene considerato ottimale, Coldiretti si attende un mercato molto attivo per le uve di Pinot grigio e Glera per Prosecco. E non sottovaluta i timori nel centro Friuli e nella Bassa friulana per le infestazioni da haliomorpha halys (cimice marmorata asiatica).
Ma ci sono anche dei dati dichiaratamente positivi. Una analisi della stessa Coldiretti sui dati Istat relativi al primo quadrimestre 2017 ha infatti accertato che con l’inizio della vendemmia l’Italia festeggia il record storico delle esportazioni di vino Made in Italy che fanno registrare un aumento del 4,7% rispetto allo scorso anno quanto avevano raggiunto su base annuale i 5,6 miliardi di euro, la prima voce dell’export agroalimentare nazionale.
E ancora: si tratta di una ottima premessa alla vendemmia 2017 che – sottolinea ancora la Coldiretti - interessa 650mila ettari di vigne, dei quali ben 480mila Docg, Doc e Igt e oltre 200mila aziende vitivinicole. In Italia, con l’avvio della vendemmia, si attiva un motore economico che genera oltre 10,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che dà lavoro a 1,3 milioni di persone.
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