Fvg, Forza Italia fa quadrato e incorona Riccardi
TRIESTE. Riccardo Riccardi è il candidato di Forza Italia per le regionali 2018. Si era esposto prima di tutti Silvio Berlusconi via lettera nel dicembre 2016 («Il capogruppo si tenga pronto», fu l’avviso del Grande Capo) e c’era poi stato il bagno di folla del Là di Moret di Udine, fine aprile scorso, quando gli azzurri avevano di fatto già investito l’ex assessore ai Trasporti del compito di riconquistare la Regione. Ma negli ultimi tempi qualche singola perplessità, se non proprio dei mal di pancia, avevano convinto Sandra Savino a convocare il coordinamento regionale per chiudere la partita. E ieri sera, all’ora di cena, il verdetto è stato unanime: tocca a Riccardi.
I perplessi, così almeno si sussurrava, sarebbero stati l'ex sindaco di Gorizia Ettore Romoli, il sindaco di Cividale Stefano Balloch e, in misura minore, il consigliere pordenonese Elio De Anna. A Palazzo Kechler, inevitabilmente, il tema affiora.
Bruno Marini, il triestino che attraversa il Lisert solo per le occasioni importanti, ha chiesto all’amico Giorgio Modena di fargli da autista. E, dopo l’introduzione di Savino, il domandone lo fa lui: «C’è davvero qualcuno che non vuole Riccardi candidato?». Poi, più preciso: «Ettore, sei tu?». Ettore, che di Riccardi, chissà, potrebbe essere assessore tra qualche mese, risponde e chiarisce. Anche per lui il candidato di Fi è il capogruppo. Fermo restando che sarà poi Berlusconi ad avere l’ultima parola.
Gli altri presunti avversari interni? Assenti. Sia Balloch sia De Anna, anche se pare con la giustificazione in tasca, non si presentano a Udine. E dunque né confermano né smentiscono le voci che li vorrebbero dubbiosi su Riccardi aspirante presidente. Così che, fatto l'appello dei presenti, Fi si scopre tutta d’accordo su un solo nome. E non fatica a ufficializzarlo a braccia alzate.
Da discutere, in una serata attraversata comunque da qualche tensione - crea qualche imbarazzo che la segretaria Savino lasci Udine prima della conclusione dei lavori per un appuntamento istituzionale a Trieste -, c’è anche il recente compattamento dell’area moderata, con Riccardi vicino a Renzo Tondo e Alessandro Colautti prima in Consiglio regionale sulla questione della concessione della A4, poi in conferenza stampa per ribadire l’urgenza delle difesa dell’autonomia. Un’iniziativa tecnica, ma anche politica, viene spiegato in coordinamento, necessaria a rispondere all’azione di Massimiliano Fedriga, particolarmente attivo sul territorio, d’intesa pure con il “nemico” degli azzurri Ferruccio Saro.
Non resta che attendere a questo punto gli sviluppi nazionali. Perché non c’è solo Romoli a fare riferimento all’«ultima parola» di Berlusconi (e di Salvini). La candidatura Fvg, lo pensano in tanti in Fi, farà in ogni caso parte di un ragionamento nazionale. Tanto più in una situazione in cui non è escluso che il voto per Trieste coincida con quello delle politiche (l’election day, a Fi, non dispiace di certo). Ma, se anche si andasse al voto in date diverse, avverte sin d’ora Marini, «le candidature andranno definite in un pacchetto unico».
Nomi, a parte Riccardi, al momento in realtà non emergono. C’è solo quello di Massimo Blasoni, lo avanza il coordinatore provinciale di Udine Ferruccio Anzit, ma non è una novità: per il vicecoordinatore vicario è in caldo un posto da capolista. Gli aspiranti per la capitale, però, sono tanti. Specie con un Rosatellum che sembra promettere al centrodestra un gran numero di parlamentari. Andrebbe anche trovato un candidato per il Comune di Udine, dove il centrosinistra è al quarto mandato consecutivo e il Pd ha già schierato Vincenzo Martines. Per adesso, dall’altre parte, ci sono solo i papabili Colautti e, per la Lega Nord, Pietro Fontanini.
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