Fvg, ente camerale unico: verso il ricorso

La Regione non demorde e annuncia di voler appellarsi alla Corte costituzionale contro la decisione con cui il governo ha chiuso la porta alla Camera di commercio unica del Friuli Venezia Giulia.
Lasorte Trieste 15/10/11 - Petrsch, Pallazzo Camera di Commercio
Lasorte Trieste 15/10/11 - Petrsch, Pallazzo Camera di Commercio

La Regione non demorde e annuncia il possibile ricorso alla Corte costituzionale contro la decisione con cui il governo ha chiuso la porta alla Camera di commercio unica del Friuli Venezia Giulia. L’ipotesi è stata ventilata ieri dall’assessore al Bilancio, Francesco Peroni, durante il question time in Consiglio regionale. «L’amministrazione sta valutando la percorribilità tecnico-giuridica di un’azione nelle opportune sede giurisdizionali avverso il decreto del ministero per lo Sviluppo economico dell’8 agosto», ha detto l’assessore, intervenendo in aula per conto del titolare delle Attività produttive, Sergio Bolzonello, non presente ai lavori.

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La Camera di Commercio di Trieste


Peroni ha ricordato che «la posizione della giunta è sempre stata quella di costruire in Fvg un’unica Camera di commercio. Sulla base di questo presupposto ci riserviamo di sollevare la questione di legittimità costituzionale della normativa che ha escluso l'intesa con la Regione». Il passaggio che potrebbe essere contestato è appunto quello di non aver previsto un percorso condiviso con l’ente a statuto speciale. Aggiornamenti sono stati promessi entro fine settembre, quando la Regione potrebbe dare formalmente corso all’impugnativa che la vedrebbe opposta al governo amico rispetto alla decisione di Roma di non prevedere la Camera unica, ma soltanto l’accorpamento degli enti di Pordenone e Udine.


La scelta è arrivata a inizio agosto, prevedendo dunque un futuro bicefalo sgradito alla giunta Serracchiani, che prevede una Camera del Friuli affiancata alla già costituita Camera della Venezia Giulia, frutto della volontaria fusione fra Trieste e Gorizia. I giochi sembravano fino all’ultimo aver decretato l’ente unico, ma con un colpo di scena la decisione è stata ribaltata dal governo, che si sta muovendo nell’ambito del riassetto nazionale che porterà gli enti attuali da 95 a 60. Il repentino mutamento di prospettiva è stato letto dagli osservatori come una vittoria del triestino Ettore Rosato e una sconfitta del pordenonese Sergio Bolzonello, in uno scontro sottotraccia tutto interno al Pd regionale, che vedeva il vicepresidente della Regione sostenere le ragioni della Camera di commercio della Destra Tagliamento, contraria alla fusione con Udine.
All’esecutivo regionale non è rimasto che incassare e ribadire la preferenza per una soluzione unitaria. Di ieri la decisione di valutare il ricorso alla Corte, seguendo dunque lo stesso iter deciso nelle scorse settimane dalla Camera di Pordenone, che prevede anche il ricorso al Tar del Lazio non appena il decreto sarà divenuto operativo.

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L’interrogazione cui ha risposto Peroni è stata presentata dal gruppo dei Cittadini, unici nella maggioranza a esprimersi senza imbarazzi per la Camera unica, che crea invece qualche grattacapo ai consiglieri triestini e isontini, che devono nel contempo difendere le prerogative della Camera della Venezia Giulia, favorevole alla fusione ma solo dopo un percorso condiviso. Davanti al possibile ricorso, il presidente camerale Antonio Paoletti, si chiede «perché la Regione intende forzare ancora per una Camera unica, contro la legge di riforma e il decreto ministeriale, che ci tutelano. Trieste e Gorizia si sono accorpate per unire territori omogenei, e lo hanno fatto in tempi non sospetti e nel pieno della legalità. Ora, nonostante la legalità sia stata fatta rispettare dal ministero, si intende forzare la nascita della Camera univa, che senza i decreti attuativi annullerebbe la rappresentatività imprenditoriale di Trieste e Gorizia, consegnando nelle mani di altri tutto ciò che le due Camere hanno costruito in decenni».
 

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