Fvg, Corte dei conti: nel 2016 “restituiti” allo Stato 1,4 milioni
TRIESTE. Una carrellata dei grandi imbrogli e delle piccole furbizie italiche. È quella emersa dalla relazione tenuta ieri dal procuratore Tiziana Spedicato, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei conti.
Il magistrato della sezione giurisdizionale per il Friuli Venezia Giulia ha evidenziato che «il rimedio più efficace alla mala gestione della cosa pubblica è costituito dall’azione di tipo preventivo», ma dalle cifre emerge ancora netta la necessità di accertamenti e repressione contro i danni alle casse pubbliche.
«Serve una pubblica amministrazione integra e trasparente», ha affermato il procuratore, facendo riferimento alle procedure ormai concluse sui rimborsi delle allegre “spese di rappresentanza” dei consiglieri regionali.
Nel 2016 la sezione ha depositato gli ultimi due atti di citazione per un totale di 274mila euro, ottenendo condanne al risarcimento di 155mila euro. L'anno passato ha registrato inoltre quattro condanne rispetto a procedure cominciate nel 2015, per complessivi 167mila euro richiesti.
Resta tuttavia il nervo scoperto delle sentenze d’appello che hanno in sette casi su dieci ribaltato il primo giudizio di colpevolezza. Spedicato spiega: «Decisioni francamente non in sintonia con la giurisprudenza contabile». Giudizio confermato dal presidente della sezione, Paolo Simeon: «In almeno cinque casi, questa linea appare poco convincente».
La sezione giurisdizionale ha comunque riconosciuto «passi avanti» nei regolamenti riguardanti il sistema dei rimborsi del consiglio regionale. I numeri della relazione parlano di 23 atti di citazione in giudizio (cui è seguita una sola assoluzione) per complessivi 8,5 milioni contestati nel 2016.
I cosiddetti inviti a dedurre - che precedono la citazione - ammontano poi a 20 milioni. Le sentenze di condanna, riguardanti anche illeciti di periodi precedenti, hanno chiesto invece nel complesso la restituzione di 1,4 milioni.
«Si tratta di somme teoriche - spiega Spedicato - perché resta la possibilità di ricorso e perché il recupero dipende dalla disponibilità economica del debitore». Nel 2016 la Corte ha recuperato 526mila euro: 110mila prima di andare a giudizio e 416mila dopo l'emissione di sentenza.
Al proposito, Simeon ricorda che il nuovo codice della giustizia contabile, introdotto a ottobre, prevede «un rito alternativo che assomiglia al patteggiamento: si consente di porre fine al contenzioso dopo la citazione, attraverso il pagamento di una somma non superiore al 50% del danno».
Per il presidente, la misura serve a ridurre i processi e garantire l'incameramento di risarcimenti. Pochi, maledetti e subito, ma Simeon non pare concordare: «Simile approccio può essere condiviso o meno e su questo non dico nulla».
L'attività della Procura ha riguardato numerose fattispecie e messo a nudo meschinerie assortite. La parte più consistente riguarda l'addebito di quasi 11 milioni al Consorzio dell'Aussa Corno. Non mancano gli 800mila euro connessi al danno erariale della gestione della Fondazione Villa Russiz.
Nel conto di Spedicato compaiono inoltre due atti di citazione (5,5 milioni sugli 8 complessivi) a carico di due cooperative per il mancato versamento delle quote latte. Il procuratore ha inoltre evidenziato una serie di interventi - fra citazioni e inviti a dedurre - nel campo di lavori non eseguiti sebbene già pagati da enti pubblici.
Spedicato ha puntato inoltre il dito su alcune «spese eccessive o inutili» per il personale, a cominciare da «nomine senza motivazione di segretari comunali per enti piccolissimi», che non ne avrebbero avuto alcun bisogno.
Il resto sono piccole e grandi miserie quotidiane: 2,1 milioni di appropriazione indebita contestati a un funzionario della Regione, 15mila euro per danni da disservizio provocati da un'operatrice sociosanitaria, piccole somme richieste a dipendenti pubblici assenteisti, 17mila euro per un impiegato che chiedeva danaro a immigrati per facilitare alcune pratiche, 50mila euro per quattro militari che simulavano malattie, 155mila euro per una consulenza esterna ingiustificata approvata da un'Ater, 1,4 milioni di spese inutili rendicontate da un'impresa edile a un ente strumentale della Regione, 680mila euro di fondi indebitamente percepiti da un ente di formazione, 160mila euro riguardanti mancate realizzazioni finanziate con fondi Por Fesr, 1,75 milioni a carico di una srl che avrebbe utilizzato per altri scopi i fondi destinati a un progetto su reti wireless, 268mila euro a carico di una manifestazione sportiva triestina. I nominativi non sono stati forniti per questioni di riservatezza.
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