Fvg, allarme afa: monitoraggio per 1200 persone a rischio

Temperature da record. Gorizia e la Bassa friulana hanno toccato ieri i 36 gradi. Il Carso è rimasto appena sotto, a 35,5. A Trieste città si è arrivati a 32. A raccontare il caldo africano di questi giorni, più di tutti, è il termometro. Quello che si abbassa pochissimo pure la notte, tanto che ieri pomeriggio l’Osmer ipotizzava per il capoluogo regionale (tra le 26 città italiane da bollino rosso) i 28-29 gradi, picco in fotocopia con quello del 2015.
È l’ondata di calore più significativa del 2017 ma, precisa Marcellino Salvador, «non è detto che si batta il record del 2003». Il previsore dell’Osmer fa sapere che per adesso siamo un po’ sotto, anche se entro la settimana si dovrebbe salire mediamente di un altro paio di gradi. In pianura le massime potrebbero raggiungere quota 37-39, con minime tra i 21 e i 24, mentre sulla costa si andrà tra i 35 di massima e i 27-29 di minima. Insomma, leggermente peggio di quanto si è sentito e percepito ieri e l’altro ieri. Fino a domenica, tra l’altro, non sono previste piogge intense ma solo sporadici rovesci.

Cosa fare. Davanti a un clima che mette in difficoltà pure le persone sane, i suggerimenti sono i soliti. Non uscire di casa nelle ore del sole a picco, bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno, fare pasti leggeri. E, in caso di disturbi da calore, bagnarsi, distendersi in un luogo fresco e ventilato con le gambe sollevate, mettere una borsa di ghiaccio sulla testa.
Ogni giorno 1.800 telefonate al 112. Nei casi peggiori, avverte la Regione, va chiamato il 112, il numero unico dell’emergenza. Non sono mancate le telefonate legate ai malori da caldo in queste ultime ore, ma è difficile scorporarle dal quadro più generale delle urgenze sanitarie. In ogni caso le chiamate legate alla percezione di temperature superiori ai 40 gradi «sono rimaste nella media del periodo», fa sapere Guglielmo Galasso, direttore del 112, numero che riceve circa 1.800 telefonate al giorno, ne smista 900, di cui 500 al 118. Si può dunque ipotizzare che qualche decina riguardi un’utenza in crisi da anticiclone. Per adesso, tuttavia, conferma anche Maria Sandra Telesca non si segnalano situazioni fuori controllo.

Piano di emergenza della Regione. L’assessore alla sanità ricorda inoltre che funzionerà fino a metà settembre il piano di emergenza caldo, la campagna annuale per la prevenzione dei danni da ondata di calore. Quest’anno pure con la novità della gestione affidata a Televita, società che organizza un servizio di contatto telefonico di una platea di 1.200 persone, individuati come utenti a rischio attraverso le segnalazioni dei medici di medicina generale e dei servizi sociali comunali. In collaborazione con Arpa Fvg-Osmer sono stati individuati indici, validati a livello internazionale, che, in base al valore della temperatura, umidità e percezione del caldo, vengono utilizzati nell’attivazione del sistema di allerta. Nei momenti in cui ci si attende il superamento di quegli indici, partono le chiamate telefoniche di Televita per il monitoraggio dello stato di salute dei 1.200 iscritti al programma. Nel caso si ritenga di poter essere inseriti in quel gruppo, è possibile fare richiesta telefonando al call center salute sociale (0434/223522).
«Quest’estate abbiamo cambiato modalità di intervento: dal numero verde al contatto diretto da parte di una società esterna a persone sicuramente a disagio», spiega Paolo Pischiutti, direttore regionale dell’Area promozione salute e prevenzione anticipando per oggi il monitoraggio dei pronto soccorso del Friuli Venezia Giulia per verificare eventuali accessi anomali.
Lo stesso numero di telefono è a disposizione dei cittadini a caccia di informazioni utili per fronteggiare l’aria calda proveniente dal Sahara. Selezionando l’opzione 3, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18, sabato, domenica e festivi dalle 9 alle 14, (costo di una chiamata urbana del proprio operatore) si possono ricevere consigli sui corretti comportamenti da tenere in caso di ondate di calore nonché informazioni sulla rete dei servizi sociosanitari.
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