Fusione degli enti camerali La Cgil sferra l’attacco bis
TRIESTE. «Nessuna cambiale in bianco» verso la giunta regionale. Soprattutto dopo che il passo riformatore «ha subito rallentamenti anche vistosi». Franco Belci pungola il governo Serracchiani, promosso nelle crisi industriali ma in ritardo nella riforma sanitaria e ancora lontano da un’opportuna «visione d’insieme» in tema di lavoro. Più netto, il segretario della Cgil Fvg, sugli enti da riorganizzare: «Talvolta prevale una logica troppo contigua alla politica».
Belci parla al centro Balducci di Zugliano, in avvio della due giorni di congresso - 228 delegati, ospiti ieri il vicepresidente Sergio Bolzonello, che ha ringraziato il sindacato per la scelta di organizzare la manifestazione del Primo Maggio a Pordenone, i segretari Cisl Alberto Monticco e Uil Giacinto Menis, il confederale Cgil Fabrizio Solari -, appuntamento che lo riconfermerà oggi segretario regionale (alla candidatura unica si contrappone la mozione “Il sindacato è un’altra cosa”, primo firmatario Giorgio Cremaschi).
Una relazione, quella del sindacalista triestino, che detta le priorità in un periodo delicatissimo: la crisi ha bruciato 22mila posti di lavoro in 5 anni, quasi 7mila nel solo 2013, la cassa integrazione è salita a livelli record. Dato atto alla giunta di «una presenza assidua» ai tavoli del manifatturiero, elogiato il «gioco di squadra» sulla Ferriera, «sia pure con l’inaccettabile eccezione dell’Autorità portuale», Belci allarga il tiro. Sollecita la politica a usare la specialità per combattere «l’irrazionalità delle pulsioni secessioniste» e a esercitarla soprattutto su industria, enti locali e leva fiscale. E, nel dettaglio, propone il sindacato come interlocutore per l’attuazione del piano “Rilancimpresa” della giunta, il cambiamento della macchina amministrativa, «partendo dal protocollo sul comparto unico», e la discussione sui crediti di imposta selettivi legati al mantenimento dell’occupazione: «L’intervento sull’Irpef sarà condivisibile se rivolto a tutti i cittadini, lavoratori e pensionati, confermando o innalzando la riduzione dell’aliquota per i redditi sotto i 15mila euro e prevedendo un decremento anche per lo scaglione successivo». E ancora parla di lavoro: «Positivo il pacchetto di misure annunciato dall’assessore Panariti, ma serve chiarezza sul reddito di inserimento e di cittadinanza». E di sanità: «Riconosciamo all’assessore Telesca di aver praticato finora il metodo del confronto, ma è evidente il rallentamento subito dalla riforma per le difficoltà della maggioranza, in particolare del Pd, ad affrontare alcuni nodi strategici per timore degli effetti che scelte nette avrebbero potuto avere sulla campagna per le amministrative».
Quindi, le bacchettate. Già anticipata sul Piccolo quella alla Confindustria di Giuseppe Bono: «Dal presidente vorrei sentire meno voli pindarici sul welfare aziendale, meno battute sul fatto che i mali dell’Italia sono i troppi delegati sindacali e qualche idea originale in più». A sorpresa quella su Antonio Paoletti. Detto che Consorzi industriali e Camere di commercio «vanno riorganizzati», Belci punta il dito sulla Cciaa di Trieste, «il cui presidente è in carica dal 2000 e, da quella poltrona principale, ha cumulato incarichi minori ma spesso ben retribuiti. Chiediamo alla giunta di definire criteri per definire regole di incompatibilità, perché non vorremmo trovarci in casa piccoli casi Mastrapasqua».
Il segretario della Cgil, citata la denuncia pubblica della Fiom di Gorizia nel 2012 sulle irregolarità contrattuali e contributive negli appalti Fincantieri, considera infine «urgente l’attivazione di una task force che coinvolga azienda, sindacato, enti preposti al controllo e istituzioni territoriali per un monitoraggio stringente delle realtà operanti nell’indotto, anche per consentire alle aziende del territorio di competere in una condizione di concorrenza leale».
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