Furto con spaccata in pizzeria a Ronchi

Usato un furgone come ariete contro la vetrina de Al Solito Posto 2. Svaligiate slot machine, cambiasoldi e registratore di cassa
Bonaventura Monfalcone-27.01.2018 Furto-Pizzeria "Al solito posto 2"-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-27.01.2018 Furto-Pizzeria "Al solito posto 2"-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura

RONCHI DEI LEGIONARI. Un’auto o, molto probabilmente, un furgone lanciato come un ariete contro la vetrata d’ingresso. È questo il metodo, mai usato prima in zona, quello utilizzato l’altra notte a Ronchi dei Legionari. I malviventi hanno preso d’assalto così il bar-pizzeria Al Solito Posto 2. Tutto è successo in pochi attimi, un colpo studiato e calcolato a tavolino. Magro però il bottino: svaligiate due slot machine, una macchinetta cambia soldi e il cassetto della cassa che si trovava sul bancone, che, però, contenevano pochissimo denaro contante. Più ingenti invece, qualche decina di migliaia di euro, i danni provocati agli infissi da quella che è stata una vera e propria spaccata perpetrata nel cuore della notte.



I malviventi hanno colpito in via senatore Antonio Tambarin, nella zona artigianale ronchese, area poco frequentata la notte e quindi più vulnerabile, ma che si anima in modo eloquente durante la giornata, con un andirivieni di persone e di automezzi. Ed è proprio qui che opera, ormai da anni, un locale molto frequentato di proprietà di Salvo Di Bonaparte, residente a Fogliano Redipuglia.

Un esercizio, prospiciente la rotatoria lungo la stessa via Tambarin, studiato proprio per servire il tanto personale che è impiegato nelle aziende della zona. È stato il personale che è andato ad aprire il bar alle prime luci dell’alba ad accorgersi di quanto era successo e ad avvisare immediatamente il 112. La vetrata era stata sfondata, molto probabilmente con un mezzo di cui, però, non è stata trovata traccia. E, come detto, si sarebbe trattato di un furgone, forse un camioncino, visto che i malviventi, sicuramente una banda attrezzata ed esperta, una volta all’interno hanno messo le mani su ciò che pensavano contenesse un allettante bottino. Hanno caricato tutto a bordo e se la sono data a gambe levate. Il tutto in poco tempo, approfittando delle tenebre della notte e sperando che non transitasse nessuna pattuglia di Carabinieri e Polizia. Senza testimoni, dunque, nemmeno telecamere di sorveglianza pubblica che nella zona artigianale di Ronchi dei Legionari, dove operano decine di aziende, non esistono e non sono mai state previste. «Un episodio inquietante – ha detto il proprietario del locale – che non ci era mai accaduto e mai pensavamo potesse accadere. Certo, il bottino è stato magro, ma i danni provocati dalla spaccata sono davvero molto ingenti. Non ci sentiamo sicuri ed anche per il personale che lavora al mattino presto o chiude la sera tardi adesso ha paura, tanta paura».

Un modus operandi davvero inedito per la Bisiacaria, sul quale stanno ora indagando gli inquirenti. Sullo stato delle indagini vige il riserbo più assoluto e non si sa se i ladri abbiamo compiuto dei passi falsi ed abbiano lasciato tracce utili proprio per arrivare al loro arresto. Forse averli a disposizione sarebbe utilissimo per arrivare agli autori del furto. Nella zona artigianale ronchese, che si trova a pochi passi dall’aeroporto regionale, in passato ci sono stati altri colpi. Qualcuno era riuscito a violare qualche stabilimento, ma mai con una violenza del genere. Mai scagliando un automezzo contro una serranda per arrivare a colpire al suo interno. Con ogni probabilità gli autori del gesto eclatante hanno tenuto d’occhio il locale per settimane prima di andare all’azione. Hanno studiato i movimenti del personale, la viabilità ed anche l’eventuale presenza di occhi elettronici. Poi hanno agito con una violenza e una lucidità che lascia davvero basiti.

«Abbiamo rimesso un po’ a posto, aggiustato nel modo migliore gli infissi – continua sconsolato Di Bonaparte – ed ora ci toccherà sborsare un bel po’ di soldi per far aggiustare il tutto».

@luca_perrino. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

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