San Giacomo e l’incubo spaccate: «Noi la notte a difesa dei negozi»

C’è chi monitora la telecamera interna da remoto ma anche chi ha scelto di chiudere al sabato sera

Maria Elena Pattaro
La titolare Svetlana della merceria di piazza Puecher
La titolare Svetlana della merceria di piazza Puecher

C’è chi passa il venerdì notte a controllare da remoto la telecamera del proprio negozio. E chi ha deciso a malincuore di tenere chiuso di sabato pomeriggio, quando la zona si svuota lasciando campo libero a ladri e sbandati.

I negozianti di piazza Puecher, nel rione di San Giacomo a Trieste, corrono ai ripari dopo la recente ondata di spaccate: «Dobbiamo cercare di tutelarci, nella speranza che le autorità fermino chi sta devastando la città». Una reazione più che comprensibile per chi si è ritrovato con vetrate sfondate, pavimenti e banconi imbrattati di sangue e merce sparita.

A più di un mese dagli assalti, i segni sono ancora ben visibili su alcune vetrine. Nella tabaccheria Tabakin 93 un cartello avverte di non appoggiarsi al vetro, ingabbiato tra due lastre di sicurezza. Al centro c’è un buco grande come un palmo che si allarga in una crepa circolare: sui contorni aguzzi inequivocabili macchie di sangue.

Situazione simile anche a “La Cantinetta”, la rivendita di vini: su un angolo della vetrata si allarga una crepa a ragnatela. Un cliente creativo ci ha disegnato attorno tre grossi ragni, per sdrammatizzare. Bastasse quello a far ritornare il sorriso a chi dovrà sborsare 3 mila euro e perdere una giornata di lavoro per rimediare ai danni fatti dal ladro.

Monia guarda i danni alla vineria
Monia guarda i danni alla vineria

Ormai è allarme spaccate in città: da settimane i raid ai danni di locali e negozi si susseguono con una frequenza preoccupante, sia in centro sia nei quartieri, a macchia di leopardo. La media è di un assalto ogni quattro notti. Gli ultimi casi sono stati quello dell’Hostaria Malcanton, dietro piazza Unità d’Italia, dove il titolare ha messo in fuga il ladro che un attimo prima aveva sfondato la porta a calci e spallate.

E il salone di parrucchiera “Un diavolo per capello” in via Principe di Montfort, la stessa sera. Per San Giacomo è un film già visto: i commercianti lo hanno sperimentato a proprie spese durante le festività natalizie. Il primo round è andato in scena i giorni prima di Natale, la notte tra il 22 e il 23 dicembre. Un ladro, munito di una grossa pietra, ha cercato di sfondare la vetrina de “La Cantinetta” e della tabaccheria di via della Scalinata. Nel primo caso il vetro rinforzato ha retto i colpi, costringendo il malvivente a battere la ritirata.

«La mattina dopo abbiamo trovato una scia di sangue sotto al portico – racconta Monia Zanchetta –. Questa gente va fermata». Nel secondo caso, invece, la lastra ha ceduto sotto i colpi di un sasso «grosso come un palla da rugby». Una volta aperta la breccia, l’uomo ha cercato di allargarla a mani nude, indolente ai tagli e incurante delle telecamere puntate proprio sull’ingresso. «Ha armeggiato per due minuti e mezzo – spiega il titolare Erik Delrio –. Finché i residenti, attirati da tutto quel baccano, si sono affacciati e lo hanno fatto scappare».

La videosorveglianza ha ripreso tutto: il predone è un uomo alto, snello, con la barba. Indossa una tuta da ginnastica, un berretto e gli occhiali da sole. L’identikit è nelle mani delle forze dell’ordine. In attesa degli sviluppi investigativi, il tabaccaio passa il venerdì notte davanti al monitor collegato alle telecamere. «Con un occhio guardo quello e con l’altro la tv. Nel 2024 ho subìto tre spaccate, tutte sempre nella notte tra venerdì e sabato. Adesso ho il terrore che ricapiti». Sicché “fa la ronda” da remoto.

La merceria di piazza Puecher
La merceria di piazza Puecher

Il 4 gennaio è toccato alla “Merceria Chiara”: i ladri hanno sradicato un paletto in ferro dal marciapiede e lo hanno usato a mo’ di ariete per infrangere la vetrata. Da quel pertugio hanno svaligiato in negozio: scatole di collant, berretti, accessori da rivendere al mercato nero e soldi trafugati dal fondo cassa.

Anche in questo caso l’autore si è ferito: «Sul bancone c’era una strisciata di sangue, mentre il paletto è stato abbandonato sulle scale della Coop, qui accanto – riferisce la titolare Svetlana Marinkovic –. Da allora teniamo chiuso il sabato pomeriggio, come fanno già le altre attività. È troppo rischioso restare aperti da soli. Chiediamo più illuminazione, telecamere e pattuglie».

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