Furti e insulti ai medici dentro gli ospedali di Trieste: scatta l'allarme
TRIESTE Non ci stanno, le organizzazioni sindacali degli operatori sanitari che lavorano nell’ospedale Maggiore, e denunciano la mancanza delle adeguate condizioni di sicurezza per chi lavora nella struttura, dopo l’ennesimo episodio di furto.
L’antefatto. Nella notte fra sabato e domenica scorsi alcuni ladri sono entrati in un ambulatorio utilizzato dai medici del Servizio di Continuità assistenziale per le visite ai pazienti, portando via alcuni farmaci, una parte dei quali è stata ritrovata il giorno dopo grazie al lavoro svolto dalle forze dell’ordine. Un furto “a colpo sicuro”, con i malviventi che entrano in un ambulatorio posto al piano terra in una fascia oraria nella quale l’ospedale è chiuso al pubblico.
Le organizzazioni Smi Fvg, Fimmg-Ca, Snami e Intesa sindacale, attraverso una nota, stigmatizzano quanto accaduto, sollevando la questione inerente il susseguirsi di furti avvenuti negli ultimi tempi al Maggiore che «impongono una riflessione sulla modalità con la quale viene garantita la sicurezza dei medici che lavorano in quegli spazi». I sindacati che tutelano gli operatori sanitari chiedono in sostanza all’Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste un impegno concreto e più immediato per garantire la loro incolumità. In tal senso, sempre secondo i sindacati, l’entità del furto passa decisamente in secondo piano. «È doveroso rimarcare – prosegue la nota sindacale – come non sia in discussione un eventuale danno economico ma la sicurezza sul luogo di lavoro del personale sanitario e non. Riteniamo perciò – continuano i sindacati – che i recenti episodi evidenzino l’inadeguatezza delle dotazioni e dell’organizzazione attuale dell’Azienda sanitaria. Un furto compiuto da balordi ma che sapevano benissimo dove introdursi – concludono Salvatore Picardi (Smi Fvg), Lorenzo Cociani (Fimmg-Ca), Matteo Picerna (Snami) e Franco Vecchiet (Intesa sindacale) – motivo per il quale si invita l’Asuits a predisporre urgentemente quanto necessario per garantire il proseguimento dell’attività del Servizio di Continuità assistenziale in condizioni di sicurezza, presupposti che al momento, con tutta evidenza, non sono garantiti».
Dal Maggiore a Cattinara, da un episodio di furto a uno, in questo caso due, di molestie e minacce. Nella notte fra lunedì e martedì un uomo, G.B. le sue iniziali, nato nel 1951 e seguito dai servizi sociali, si è presentato al Pronto soccorso di Cattinara atteggiandosi a Berlusconi. Dalle farneticazioni è passato alle minacce e alle offese, delle quali sono stati oggetto sia una guardia giurata che il personale sanitario. Sul posto si è presentato un equipaggio della Squadra volante che ha identificato e denunciato l’uomo. Poche ore prima, sempre nel Pronto soccorso di Cattinara, un’altra persona, dopo aver molestato alcuni dei presenti, si è messa ad urinare in pubblico. Identificata da una volante, è stata multata. «Quanto accaduto nel turno della scorsa notte al Pronto soccorso di Cattinara – fa sapere Fabio Pototschnig, segretario regionale della Fials – il personale sanitario lo declina come caso routinario in quanto, purtroppo, gli operatori vengono frequentemente aggrediti verbalmente e minacciati». Secondo Pototschnig un modo per evitare nel futuro il ripetersi di simili casi di violenza o di molestia in un luogo così delicato com’è un Pronto soccorso, potrebbe essere quello di predisporre nuovamente un posto di Polizia fisso, quantomeno nelle ore notturne. —
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