Furti, botte, vessazioni a Trieste Presa la banda dei bulli
Hanno preso a calci nel sedere un anziano e subito dopo lo hanno fatto cadere a terra con uno sgambetto. Hanno fatto spogliare un assistito del Centro di salute mentale costringendolo a schiaffeggiarsi dopo aver fatto flessioni in mutande. Hanno tirato la gonna a una passante che in viale XX Settembre si è ritrovata denudata. Hanno preso a pedate in testa una clochard che se ne stava seduta su un marciapiede. Loro, la banda dei bulli con la faccia da bravi ragazzi, alle spalle famiglie definite normali, ridevano sempre di gusto, godevano dell’imbarazzo e della vergogna che provocavano. Ne godevano tanto da filmare il tutto con il telefonino per poi riguardare ciò che avevano fatto.
Così la banda - che nel frattempo ha anche messo a segno una lunga serie di furti - ha agito, o meglio, colpito quasi tutti i giorni negli ultimi sei mesi, in pieno centro. Per noia. Ingredienti della violenza stupida e assurda, il «mero dileggio personale - come ha scritto Chiara Degrassi, pm del Tribunale dei minori - correlato alla soddisfazione derivante dall’imposizione di umiliazioni e scherni».
Tre sono le persone arrestate dalla squadra mobile. Due minorenni (quasi diciottenni) sono stati raggiunti da altrettanti provvedimenti cautelari. Gli agenti che hanno agito su ordine del pm Degrassi li hanno accompagnati in un istituto di accoglienza. Di loro pubblichiamo solo le iniziali: M.V. e M.G.
L’altro arrestato finito ai domiciliari si chiama Mattia Di Rocco Olivieri, ha 20 anni. La polizia ne ha diffuso la foto per esigenze investigative, in attesa evidentemente che qualcuno eventualmente lo riconosca come protagonista di altri episodi simili. Il ventenne è stato colpito da un provvedimento del giudice Laura Barresi emesso su richiesta del pm Matteo Tripani. A suo carico altri episodi. Di Rocco Olivieri e i due minorenni arrestati - tutti risultano studenti - costituivano comunque il nucleo “forte” della gang, attorno alla quale ruotavano altre persone: ulteriori sei, tutti minorenni, sono infatti gli indagati, al momento a piede libero.
Va precisato che il nome di Mattia Di Rocco Olivieri non compare nella descrizione degli episodi della vergogna e dell’umiliazione che venivano filmati ogni giorno con i cellulari dai suoi amici più giovani per poi essere commentati la sera davanti a una lunga serie di birre. Infatti Mattia Di Rocco Olivieri - così risulta dagli atti - si è occupato assieme agli altri di furti e di un’estorsione. Una sequela di colpi messi a segno soprattutto in ristoranti. Ma la banda rubava anche motorini. Perché i furti? Del maggiorenne scrive in proposito il giudice Barresi: «Di Rocco ha una certa disponibilità economica che gli deriva anche da una situazione familiare di tranquillità finanziaria. Possiede una vettura dotata di impianto subwoofer, abita in una villa e ha un iPhone. Può concedersi delle vacanze in note località di montagna e, per sua ammissione, non ha bisogno di denaro».
Insomma, quello che appare fin troppo chiaro è che la banda dileggiava, aggrediva e rubava solo per riempire il tempo. Basti pensare all’assistito del Csm avvicinato in piazza Oberdan da qualcuno di questi ragazzi. Lo hanno fatto spogliare e quando era nudo - minacciandolo - lo hanno costretto prima a bestemmiare e poi, in un crescendo di sevizia psicologica, a stendersi sul marciapiede e fare le flessioni.
Quello di piazza Oberdan è uno dei video acquisiti dai poliziotti durante le perquisizioni. Scrive il pm Degrassi: «Sono tutte umiliazioni e scherni nei confronti di soggetti caratterizzati da condizioni di peculiare debolezza individuale, quali anziani, donne con bambini, disabili mentali, vagabondi, le quali risultano altamente sintomatiche di un’indole incline alla sopraffazione degli altrui diritti».
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