Furlani› (Fds) furioso con il Pd: «E ora non partecipi al corteo»

Polemico attacco del presidente del Consiglio comunale dopo che i democrat hanno stoppato in aula la discussione della sua mozione (sostenuta da Sel e M5S) contro le aperture dei negozi nelle festività
Di Matteo Unterweger
Lasorte Trieste 20/06/11 - Consiglio Comunale, Presidente Iztok Furlanic ascolta l'opposizione
Lasorte Trieste 20/06/11 - Consiglio Comunale, Presidente Iztok Furlanic ascolta l'opposizione

Centrosinistra compattamente presente al corteo del 1.o maggio in città? A giudicare dallo scontro in Consiglio comunale tra Federazione della Sinistra e Sel da una parte e Pd dall’altra, c’è da scommettere che quantomeno i rispettivi esponenti municipali domani non si troveranno spalla a spalla. Se non altro per l’auspicio-affondo espresso da Iztok Furlani› (Fds), presidente dell’aula di palazzo Cheba: «Spiace osservare che ormai il Pd, partito che trae le sue origini anche dal Pci, non ha nessun interesse a difendere i più basilari diritti dei lavoratori - tuona Furlani› -. Per coerenza spero e auspico vivamente che al corteo del 1.o maggio non sia presente alcun esponente di questo partito. Sarebbe alquanto fuori luogo, infatti, partecipare sapendo che molti lavoratori non potranno essere presenti perché costretti a lavorare nel supermercato di turno. Ritengo la loro presenza al corteo uno schiaffo morale per tutti i lavoratori che ancora considerano questa una giornata “sacra”».

Ma cos’ha fatto sbottare uno dei due consiglieri Fds (l’altro è Marino Andolina)? L’atteggiamento in aula, l’altra sera, del Pd sulla mozione urgente “Apertura negozi durante le festività”, proposta proprio da Furlani› e sostenuta anche da Sel e, dal versante dell’opposizione, da M5S. La mozione, nella sua versione iniziale, chiedeva che il Consiglio si esprimesse «contro l’apertura dei negozi il primo maggio e nelle altre giornate festive» (senza riferimenti alle domeniche «per cercare un consenso il più ampio possibile sul testo», spiega Furlani› ribadendo come il suo partito resti comunque contrario alle aperture domenicali) e invitasse «tutti i triestini a disertare i negozi il 1.o maggio, Festa del Lavoro, evitando di fare acquisti» nella giornata. Questo secondo passaggio è stato poi cancellato, facendo proprio un emendamento sul punto di Alessia Rosolen (Un’Altra Trieste). Rimaneva dunque da votare l’eventuale presa di posizione. Cosa che alla fine non è avvenuta. Il colpo di scena si è materializzato quando ha preso la parola dai banchi della maggioranza di centrosinistra il consigliere Manuel Zerjul del Pd: «Nonostante la mozione facesse riferimento anche a quelle festività religiose per le quali ci dovrebbe essere particolare sensibilità da una certa parte politica - riassume Furlani› -, su mozione d’ordine del consigliere Zerjul, il Consiglio, con 21 voti favorevoli e 11 contrari, ha deciso di lavarsene le mani e inviare la mozione nella commissione competente, di fatto insabbiandola e rendendone nulli gli effetti». Il documento approderà dunque in Terza commissione ma, nell’imminenza della Festa del lavoro di domani, la cosa ha fatto andare su tutte le furie il primo proponente della mozione. Cui ieri Sossi (Sel) ha manifestato il proprio «pieno appoggio».

A votare con il Pd per il rinvio in commissione sono stati Roberto Decarli (Trieste cambia) e sei consiglieri d’opposizione: i forzisti Everest Bertoli e Piero Camber, Manuela Declich (Pdl), Michele Lobianco (Lobianco impegno civico), Carlo Grilli (Gruppo misto) e Roberto De Gioia (Lci). Contro la mozione d’ordine di Zerjul: ovviamente Furlani› e Andolina (Fds), e poi Sossi, Daniela Gerin e Mario Reali (Sel), Cesare Cetin (Idv), Paolo Bassi (Misto), più Franco Bandelli e Alessia Rosolen (Uats) e i grillini Paolo Menis e Stefano Patuanelli. «Sarebbe stato preferibile un voto negativo alla nostra mozione - riflette infine Furlani› -, era giusto almeno esprimersi». Spaccatura netta, insomma, nella maggioranza (qui a fianco la risposta del Pd) che sostiene il sindaco Roberto Cosolini. E posizioni diverse pure in seno all’opposizione.

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