Furbetti della puntura, in Italia ci sono mille indagati

Dagli avvocati in Toscana ai guardiaparco in Abruzzo: così le Regioni hanno favorito categorie non a rischio  
Silvano Trieste 2021-03-15 Ospedale Maggiore, pronto soccorso e infettivi zona Covid - 19
Silvano Trieste 2021-03-15 Ospedale Maggiore, pronto soccorso e infettivi zona Covid - 19

ROMA Chi sono questi «altri»? Questi 2 milioni e mezzo di vaccinati, che non sono operatori sanitari né anziani over 80, non sono insegnanti e nemmeno militari. Hanno ricevuto la prima dose di vaccino, non si sa a che titolo, o meglio così sembra scorrendo il portale del governo con il report sulle somministrazioni.

Una vaghezza che ha alimentato sospetti e di cui le Regioni si sono lamentate con il commissario per l’emergenza Covid, Figliuolo, che ha promesso di modificare la struttura del report, allungando la lista delle categorie previste. Perché non è detto che i vaccinati inseriti nel calderone «altro» abbiano ottenuto illecitamente l’iniezione. Anzi, lì dentro sono comprese alcune categorie prioritarie non catalogate singolarmente. È il caso degli anziani nella fascia 70-79 anni, che saranno protagonisti delle prossime settimane della campagna vaccinale. Tra loro ci sono anche il premier Draghi e la moglie, che nella griglia della Regione Lazio sono contati tra i 250mila «altri» immunizzati. Poi ci sono fragili, disabili e malati cronici, con patologie previste nella griglia definita dal ministero della Salute. Senza dimenticare i loro caregiver, parenti o persone che se ne prendono cura.

Inoltre, in quasi tutte le regioni, nella categoria «altro» è inserito tutto il personale non sanitario di ditte esterne che lavorano per ospedali e Asl, come addetti alle pulizie o alla manutenzione: vaccinati in massa, soprattutto all’inizio, a volte anche prima dei medici, perché si pensava di dover creare ospedali «Covid free».

Prendiamo la Campania, una delle regioni (con Calabria a Sicilia) finite nel mirino del presidente della Commissione parlamentare antimafia, Morra, perché il numero dei vaccinati alla voce «altro» è «ben oltre la media nazionale». Sono 327 mila, più degli over 80 (306 mila). Ma, secondo i numeri forniti dall’Unità di crisi regionale, 128mila sono anziani tra 70 e 79 anni, 98mila tra «fragili» e disabili, 20mila caregiver. Il resto sarebbe rappresentato, in buona parte, da lavoratori esterni (non dipendenti) di ospedali e Asl, che non rientrano nella categoria «personale non sanitario». Tra caregiver e lavoratori non sanitari è possibile si siano verificate forzature, infiltrando parenti e amici degli amici, ma «è complicato sapere con esattezza chi e quanti, anche perché c’è un problema di privacy, di certo sono una minoranza», dicono dallo staff del presidente Vincenzo De Luca.

Discorso diverso riguarda i vaccinati non prioritari, ma del tutto regolari, perché hanno ricevuto la prima dose in base alle linee guida stabilite dalla loro Regione. Il caso più discusso è stato quello del personale degli uffici giudiziari in Toscana, magistrati e avvocati, compresi i giovani praticanti. Ma meritano una citazione i sacerdoti dell’Arcidiocesi di Taranto, vaccinati su richiesta del vescovo, inclusi seminaristi ventenni e volontari Caritas. O i guardiaparco in Abruzzo, equiparati alle forze dell’ordine e considerati tra le categorie prioritarie. Frequente la vaccinazione dei dipendenti comunali, specie al Sud, da Martina Franca a Morano Calabro, passando per Matera.

Ricapitolando: ci sono gli «altri» prioritari, gli «altri» non prioritari, ma leciti, e ci sono gli imbucati, in alcuni casi veri truffatori. La differenza è che su questi ultimi fioccano le inchieste in tutta Italia, quasi mille persone hanno attirato l’attenzione di procure e carabinieri del Nas. La maggioranza al Nord, circa 640, forse per la maggior densità abitativa di alcune aree, forse perché si denuncia e si controlla di più. Al Sud si segnalano quasi 280 furbetti coinvolti in indagini, al Centro più o meno 60. Al Nord molti casi sono stati registrati in Piemonte, come gli ultimi 60 indagati a Biella, accusati di aver saltato la fila per vaccinarsi. Ma i carabinieri sono a lavoro anche in Liguria e in Valle d’Aosta. Al Sud si segnala oltre un centinaio di casi solo a Palermo, in Puglia ci sono un paio di inchieste: la procura di Bari sta approfondendo le somministrazioni ai caregiver dei disabili under 16 effettuate lo scorso fine settimana, mentre i magistrati di Lecce indagano sulle anomale adesioni ad associazioni di volontariato per ottenere il requisito utile alla vaccinazione.

In provincia di Perugia i Nas hanno scoperto un imprenditore che è riuscito a vaccinarsi spacciandosi per collaboratore scolastico, grazie ai buoni uffici della moglie. A Oristano, infine, ci sono 15 indagati, tra medici e infermieri, che avrebbero somministrato dosi di vaccino a persone che non ne avevano diritto. —

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