Furbetti del badge e manager infedeli, boom di denunce per danno erariale
TRIESTE Raddoppiano in dodici mesi le denunce di danno erariale presentate alla Corte dei conti del Friuli Venezia Giulia. Le pratiche sul tavolo della magistratura contabile sono passate dalle 600 del 2017 alle 1.200 dell’anno appena concluso. E il numero è anche maggiore, perché altre 270 denunce giunte a fine 2018 sono state gestite solo a inizio 2019.
Le cifre sono state fornite ieri dal procuratore della Corte dei conti del Fvg Tiziana Spedicato, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. E come sempre il campionario passato al vaglio dai giudici è variegato, dalle furberie più o meno gravi dei dipendenti pubblici all’utilizzo fraudolento dei fondi regionali, dalla distrazione di fondi ai casi di «corruzione pulviscolare».
Il quadro d’insieme
La Corte ha emesso sentenze di condanna per 7,8 milioni di euro, anche se i livelli di riscossione sono inferiori a causa della differenza fra danno erariale e possibilità economiche del condannato. Nel 2018 la Corte ha in ogni caso recuperato circa 2,6 milioni: più del doppio rispetto all’anno precedente. La situazione non desta comunque preoccupazioni, con Spedicato a sottolineare che «il sistema di illegalità in regione è episodico e non sistemico». Il procuratoree attende comunque l’anno prossimo per capire se il raddoppio delle denunce sia un fatto contingente o un nuovo trend.
I casi trattati
Al centro della relazione finiscono ancora una volta i comportamenti illeciti dei dipendenti pubblici. Come il funzionario regionale capace di sottrarre in sedici anni oltre due milioni di danaro pubblico bruciato poi alle slot machine. E non fa meno scalpore il caso del professore universitario che, grazie a un mai consentito lavoro da libero professionista, ha incassato più di un milione che dovrà ora restituire. La Procura contabile denuncia svariati episodi di docenti che non chiedono il part time e operano dunque fuori ateneo senza permesso.
Vale invece qualche decina di migliaia di euro l’illecito di quindici medici di una non precisata Azienda sanitaria regionale, che durante le prestazioni private intra moenia non “stimbravano”, incassando dunque gli straordinari. Spedicato ha poi ricordato l’arrivo al dunque dei procedimenti contro i dipendenti assenteisti di Regione, Comune di Trieste e Soprintendenza: chiamati a coprire il danno di immagine causato alle rispettive istituzioni. Ingente la richiesta a carico dell’impiegato comunale che non ha versato al municipio 757 mila euro riscossi per l’uso delle aree di sosta del mercato ortofrutticolo.
E l’elenco continua con il recente caso del poliziotto che ha intascato 373 mila euro di quote mensa, l’ammanco da 423 mila provocato da un cassiere dell’Agenzia delle dogane di Udine o i 36 mila che dovrà versare per danno di immagine un carabiniere condannato per traffico di droga. Nel 2019 arriverà inoltre a giudizio il caso dell’infermiera che non vaccinava i piccoli pazienti e quello delle fatture gonfiate dalla cooperativa che gestiva il Cie di Gradisca.
E non mancano contestazioni a pubbliche amministrazioni per consulenze esterne e indebiti rimborsi spese, per non parlare di appalti irregolari in alcuni casi legati anche a pratiche corruttive.
Organici all’osso
I magistrati hanno lanciato ancora una volta l’allarme sulla carenza di personale. Simeon ha spiegato che «nel 2018 la sezione ha operato con tre magistrati. Situazione al limite, soggetta al rischio di scendere sotto il minimo funzionale necessario persino per la formazione di un collegio. Insufficiente – ha aggiunto – anche la dotazione di personale amministrativo: solo otto unità, di cui due part time, con una scopertura rispetto all’organico di diritto del 43%». E così crescono le pratiche in giacenza: dalle 1.248 di fine 2017 alle 1.843 di fine 2018. Per Simeon «il rafforzamento e ringiovanimento del personale è una priorità indifferibile». Secondo Spedicato, d’altronde, «nel 2019 andrà peggio perché ci saranno pensionamenti. La Corte dei conti può bandire posti per 372 amministrativi ma bisogna vedere quanti potranno arrivare in Fvg».
E qui il presidente lancia la proposta di concorsi dedicati per le regioni decentrate, per evitare che il personale proveniente da altri territori cerchi di «rientrare quanto prima nelle terre d’origine». —
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