“Fuoribordo” rubati, allarme a Sistiana

Sale l’attenzione tra le società nautiche della zona per i furti mirati e gli atti vandalici ai danni delle barche ormeggiate
Barche ormeggiate nella baia di Sistiana
Barche ormeggiate nella baia di Sistiana

DUINO AURISINA. È allarme nella baia di Sistiana e sul litorale del Monfalconese. Furti di motori marini e atti vandalici si sono recentemente intensificati e per le società nautiche che in zona hanno le loro sedi, e soprattutto i mezzi coi quali vanno sul mare atleti e dirigenti, il problema è diventato gravissimo. È di questi giorni la denuncia, fatta dal direttore mare della società Sistiana 89, Ennio Facchinetti, di un episodio accaduto a una barca del sodalizio, più specificamente a un gommone Zar 53, impiegato molto spesso per attività sociali.

 

Villaggio del pescatore, i “ladri di barche” tornano a colpire

 

«Pochi giorni fa - scrive infatti Facchinetti in una nota inviata anche alle altre società sportive di Sistiana - volevo prestare assistenza alla regata denominata Trofeo Baia di Sistiana ma, appena salito, ho notato subito che i tubolari erano insolitamente sgonfi. Ho usato il gonfiatore - aggiunge - ma senza ottenere alcun risultato. Prudentemente siamo sempre andati al minimo, per cui non è stato mai superato il limite di galleggiamento della chiglia rigida. Appena è stato possibile - continua Facchinetti nel suo resoconto - ho verificato che i due tubolari, sotto il pelo dell’acqua, erano squarciati da prua a poppa e un’accelerata o una retromarcia ci avrebbe probabilmente fatto imbarcare acqua e forse naufragare. La violenza dell’atto criminoso premeditato in ogni particolare - sottolinea Facchinetti - è sconcertante, perché chi ha messo in atto tale azione, prima di calarsi in acqua, ha studiato ogni dettaglio per raggiungere il suo scopo. Il taglio è stato eseguito su tutti i compartimenti, il che fa ritenere che si tratti di un gravissimo atto intimidatorio indirizzato alla mia figura di direttore mare del nostro sodalizio. Non vorrei - conclude Facchinetti - che si verificassero nuovi episodi del genere, magari su mezzi di assistenza della scuola vela, perciò facciamo sapere a tutti i nostri soci quanto accaduto».

Fulvio Vecchiet, presidente e direttore sportivo della società Diporto nautico Sistiana, ha immediatamente accolto l’appello: «È necessario che le società nautiche concordino azioni comuni atte a contrastare questi possibili atti. E di questo ci faremo promotori. Negli anni - evidenzia Vecchiet - non abbiamo finora subito danni eclatanti, ma solo piccoli episodi di intrusione. Quanto accaduto a Facchinetti però deve farci riflettere. Più volte abbiamo tentato di delimitare con efficaci barriere la nostra area, installando sistemi di tele sorveglianza, e di coinvolgere le autorità sui temi della sicurezza, quasi sempre senza risultati, se non quello di aver debellato forse l’odiosa abitudine di qualcuno di danneggiare le autovetture in sosta sul molo. Senz’altro c’è da aumentare da parte di tutti i soci l’attenzione e la cura nel tenere rigorosamente chiusi i cancelli, con l’invito a non farsi scrupoli nel verificare la presenza o il sospetto interesse da parte di estranei».

Si unisce al coro il presidente della Pietas Julia, Gianfranco Zotta: «Purtroppo abbiamo subito più di una volta furti di motori marini - spiega - montati sulle imbarcazioni di supporto all’attività dei nostri giovani atleti che vanno a vela. Si tratta di atti compiuti da chi sa dove andare e come fare - prosegue Zotta - perché è sufficiente posizionare un “palo” sulla strada che porta in baia per avvisare con un banale telefonino chi sta compiendo l’atto criminoso dell’eventuale arrivo delle forze dell'ordine. Sappiamo - conclude il presidente della Pietas Julia - che anche al Villaggio del Pescatore sono purtroppo frequenti furti e danneggiamenti».

In realtà, alle forze dell’ordine è noto che episodi criminosi si verificano anche nel Monfalconese, dove operano altre società nautiche. Carabinieri e polizia effettuano regolarmente il sevizio di ronda, ma il territorio è molto vasto e, all’interno delle zone nelle quali operano le società nautiche, non possono entrare, in quanto si tratta di aree private. «La soluzione - suggeriscono - sarebbe quella di posizionare telecamere nei punti chiave».

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