Funghi velenosi a cena raccolti sul Carso a Duino In 4 gravi all’ospedale



I primi dolori di notte. Poi, di mattina, il progressivo peggioramento. Vomito, diarrea, nausea e altre fitte allo stomaco sempre più insistenti. Un’intera famiglia è ricoverata all’ospedale a causa di un’intossicazione da funghi velenosi: mamma, papà, nonna e figlia piccola hanno ingerito un’Amanita. La più diffusa è nota con il nome di “ovolo malefico”, che ha effetti allucinogeni ed è riconoscibile per il cappello rosso e i puntini bianchi. Ma esistono varie specie e con colorazioni diverse, anche potenzialmente mortali, che possono indurre in errore i non esperti. Può quindi essere confusa con i funghi commestibili. Ed è questo che con ogni probabilità è successo.

La famiglia è di origini moldave, e risiede a Trieste in via Molino a Vento. I genitori (il padre ha 51 anni, la madre 45) e la nonna (73) ora si trovano a Cattinara: ieri pomeriggio sono stati trasferiti in Medicina di Urgenza. La bambina di 10 anni è stata spostata invece al Burlo: è in miglioramento e ieri sera non aveva più sintomi. Ma resta in osservazione perché gli effetti dell’avvelenamento possono manifestarsi anche in modo ritardato.

Stando a quanto è stato possibile ricostruire martedì la famiglia è andata a fare una passeggiata nei boschi di Duino, dietro al supermercato Conad. E l’occasione è sembrata buona per raccogliere qualche fungo da portare poi a tavola. L’occhio è caduto sui “chiodini”. In un primissimo momento, infatti, l’intossicazione pareva determinata proprio da questa specie: mal cotti, possono dare problemi. Ma i successivi accertamenti del micologo dell’Azienda sanitaria, hanno portato a galla una situazione ben più seria: l’esperto ha rilevato tracce dell’Amanita. Tra i chiodini, insomma, qualcuno aveva messo nel cestino anche il più classico dei funghi velenosi, che nemmeno cucinato perde la sua tossicità. La chiamata di aiuto al 118, ieri mattina, è partita proprio dalla famiglia. E quella che all’inizio poteva apparire come un’indigestione, era invece una vera e propria intossicazione. L’ambulanza è piombata nell’abitazione di via Molino a Vento in codice verde, poi vista l’emergenza l’intervento è passato in codice giallo.

Nonostante i dolori addominali, la diarrea e il vomito, i pazienti al momento sono stabili e non è stato necessario ricorrere alla Rianimazione. Ma non sono ancora fuori pericolo. Si teme, infatti, un’evoluzione nefasta dell’intossicazione. Che, nelle condizioni peggiori, può portare a un’insufficienza epatica. In questo caso, nelle eventualità più estreme, potrebbe rendersi indispensabile anche un trapianto del fegato. Questo, va ripetuto, accade nelle circostanze più gravi. Le prossime ore saranno determinanti per avere un quadro più preciso. Da quanto si è saputo i sanitari del Pronto soccorso ieri hanno dovuto ricorrere anche alla consulenza di personale specializzato in avvelenamenti, proprio per modulare terapie e cure. —

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