Funerali, guerra dei prezzi tra i privati e il Comune

La Federazione delle imprese di onoranze funebri accusa l’amministrazione di concorrenza sleale. Casus belli il pagamento rateizzato dei trasporti
Di Stefano Bizzi
ANTEPRIMA FAUGLIS 19 GENNAIO 2001 FUNERALE ROBERTA BUDAI CERIMONIA IN CHIESA TELEFOTO COPYRIGHT FOTO AGENCY ANTEPRIMA UDINE
ANTEPRIMA FAUGLIS 19 GENNAIO 2001 FUNERALE ROBERTA BUDAI CERIMONIA IN CHIESA TELEFOTO COPYRIGHT FOTO AGENCY ANTEPRIMA UDINE

«Il Comune, in barba a quanto disposto dall’antitrust, si sente legittimato a ergersi a soggetto calmieratore dei prezzi dei privati senza averne titolo e, soprattutto, beneficiando di situazioni di comodo».

Sul “caro estinto” è botta e risposta a distanza (sia geografica, sia temporale) tra Federazione nazionale imprese di onoranze funebri e Comune di Monfalcone. Da Bologna il segretario nazionale Feniof, Alessandro Bosi, denuncia il comportamento scorretto tenuto dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Silvia Altran in materia cimiteriale.

Casus belli è la decisione presa a inizio febbraio dalla giunta comunale con cui si concedeva la rateizzazione degli importi per i trasporti funebri. Decisione considerata dal Comune di Monfalcone come «inevitabile per mantenere in vita un servizio senza il quale i prezzi dei privati salirebbero alle stelle». Per difendere il settore privato, Bosi puntualizza un paio di concetti. Intanto ricorda che le amministrazioni comunali operano su due fronti: quello cimiteriale e quello delle onoranze funebri.

«Il Comune - afferma Bosi - miscela due attività molto diverse tra loro che andrebbero distinte per evitare turbative di mercato a danno degli altri operatori economici presenti sul territorio».

Poi ricorda un parere dell’antitrust: «Il 23 maggio 2007 l’antitrust era stato molto chiaro nel dire che tale circostanza era suscettibile di alterare il confronto competitivo sul mercato delle onoranze funebri, ciò in ragione dei vantaggi di cui godono le società comunali, le quali possono consistere sia nell’utilizzo gratuito di immobili comunali o di impiegati comunali, comportando una notevole riduzione dei costi di esercizio a vantaggio delle stesse imprese pubbliche, sia nel fatto che, avendo esercitato in esclusiva alcuni servizi funebri godono ancora di un accesso privilegiato alla clientela».

In generale, il segretario nazionale critica “fortemente” questo tipo di situazioni e, più in particolare, non può accettare che un’amministrazione comunale, per guadagnare consenso, si erga a paladina del contenimento dei prezzi, come capitato a Monfalcone.

«Invece che intervenire su quanto non gli compete – attacca Bosi -, il Comune di Monfalcone farebbe meglio ad occuparsi delle proprie funzioni istituzionali, non ultime quelle cimiteriali, e se proprio una azione calmieratrice deve essere fatta, la attui sulle tariffe cimiteriali che ormai hanno raggiunto delle tariffe al metro quadro pari alle ville di lusso, con la differenza che sono al grezzo e che non si tratta di una proprietà, ma di una concessione che, a tempo debito, andrà rinnovata».

In conclusione, il rappresentante della Feniof ribadisce che le imprese private si accollano il rischio d’impresa senza poter beneficiare né di proventi derivanti dai bolli o dai diritti amministrativi per le pratiche funebri (che permettono di incassare degli extra), né di posizioni di privilegio logistico che, viceversa, permettono di abbattere le spese.

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