«Fumi dalla Ferriera, situazione critica»

Report del consulente tecnico nominato dal pm: scenario «abbastanza compromesso» anche per la scarsa manutenzione
Di Corrado Barbacini
Silvano Trieste 27/10/2011 La Ferriera di Servola
Silvano Trieste 27/10/2011 La Ferriera di Servola

«Significative criticità» e «indubbie ripercussioni negative sotto il profilo emissivo coerenti con il peggioramento dei valori di sostanze immesse nella centralina di San Lorenzo in Selva».

Questa è la situazione - drammatica sotto il profilo ambientale - della Ferriera di Servola. La mette nero su bianco parlando di situazione degli impianti «abbastanza compromessa sotto il profilo emissivo» il professor Marco Boscolo, nominato consulente tecnico d’ufficio dal sostituto procuratore Federico Frezza. Il magistrato ha aperto lo scorso 17 agosto un nuovo fascicolo giudiziario al momento definito dalla sigla Ncr (atti non costituenti reato) sulla situazione ambientale della Ferriera di Servola. Lo ha fatto in assoluta sincronia con le operazioni propedeutiche all’affitto dello stabilimento da parte del gruppo Arvedi di Cremona con un contratto che al momento deve essere ancora siglato, ma che potrebbe preludere all’acquisizione vera e propria. Lo scopo del magistrato è quello di monitorare il livello degli sforamenti nella situazione attuale, prima cioè che subentri la prossima gestione della società intenzionata all’acquisizione dello stabilimento di Servola. Questo appunto per fare chiarezza anche alla luce di eventuali responsabilità nell’ipotesi in cui in cui in un secondo momento dovessero emergere.

Nei giorni scorsi il professor Boscolo ha inviato alla segreteria del pm il suo primo report. Una analisi che riassume i risultati - non certo positivi dal punto di vista ambientale - di sei sopralluoghi.

Boscolo parte da una premessa sulla Ferriera. E cioè che nel 2012 - allora in vista della paventata chiusura - le risorse destinate alla manutenzione degli impianti erano state «drasticamente ridotte». In sostanza ve ne erano soltanto per far fronte a emergenze o ad adempimenti inderogabili. Non un centesimo, insomma, da destinare all’ordinaria manutenzione degli impianti dello stabilimento siderurgico. Una scelta in linea con quella che all’epoca era la prospettiva dello spegnimento e della dismissione. Anche perché - ancora oggi - la Ferriera perde circa tre milioni di euro al mese.

Le evidenti criticità riscontrate nei sopralluohi effettuati da Boscolo riguardano la bocca dell’altoforno, per il piano di colata dove la rottura della cappa di aspirazione pregiudica la captazione delle polveri.

Nel report si parla poi ampiamente della cokeria in cui nove montanti risultano irrimediabilmente deformati e i dispositivi di tenuta delle porte sono in gran parte danneggiati. Anche i dispositivi di pulizia delle porte che sono risultati essere fuori servizio. E in tilt - sempre secondo il report - risultano anche i coperchi, la cui tenuta è stata definita dall’esperto insoddisfacente.

Da qui appunto la diagnosi relativa «alle ripercussioni negative sotto il profilo emissivo» dello stabilimento.

Il futuro? L’ipotesi rappresentata dall’esperto è quella di un rallentamento dell’attività della cokeria che “vanta” da 70 a 92 sforamenti al giorno. La scelta del rallentamento dell’attività, sottolinea Boscolo, si profila come «particolarmente impattante in senso positivo dal punto di vista ambientale». Cokeria a rilento, emissioni ridotte, ovviamente.

La “sentenza” in ogni caso è pesante. Il consulente tecnico come detto reputa la situazione degli impianti «abbastanza compromessa sotto il profilo emissivo». Come dire: nulla di che meravigliarsi delle emissioni prodotte.

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