Fulvio Weiss e quella svolta triestina da cui nacque la Medicina d’Urgenza

di GIUSEPPE REINA La recente, discreta scomparsa del dottor Fulvio Weiss, in sintonia con la sua personalità riservata ed essenziale, schivo dei convenzionali formalismi accademici, dotato di rigore...
Di Giuseppe Reina

di GIUSEPPE REINA

La recente, discreta scomparsa del dottor Fulvio Weiss, in sintonia con la sua personalità riservata ed essenziale, schivo dei convenzionali formalismi accademici, dotato di rigore morale e ferrea disciplina, che applicava prima di tutto a se stesso, merita una doverosa rievocazione del tempo che lo vide protagonista in un periodo di transizione tra il regime assistenziale ospedaliero senza limite di spesa economica e l’inizio di una opportuna politica sanitaria più gestionalmente accorta. Soprattutto fu protagonista, assieme a pochi altri Centri ospedalieri in Italia (Bologna e Milano), della nascita di una nuova disciplina di eminente interesse della collettività, in cui il tempo è fattore critico: la Medicina d’Urgenza.

Nel 1966, tutto l’Ospedale era in crisi per sovraffollamento. Intanto avevo già avuto modo di apprezzare l’alto livello qualitativo della gloriosa Scuola ospedaliera (1874-1972). E fu proprio frequentando le Giornate Mediche Triestine, che ebbi l’occasione di conoscere l’alto spessore culturale professionale e la forte personalità di Fulvio Weiss.

Per risolvere i seri problemi di sovraffollamento, nel 1971 l’allora Sovrintendente sanitario Giorgio Sternini, medico concreto e spartano con visione organizzativa strategica, dispose l’attivazione di un nuovo servizio: il “Servizio di Primo Accoglimento”, ubicato accanto al Pronto soccorso, con il compito di effettuare il filtro dei ricoveri e dotare tutti i pazienti ricoverati in medicina interna di Ecg, Rx del torace e degli esami di laboratorio di base, allo scopo di ridurre l’eccessivo numero delle giornate di ricovero, causate dalle lunghe attese nell’effettuazione degli stessi esami quando richiesti dai reparti. Tutti gli ammalati di competenza di medicina interna che arrivavano dopo le ore venti rimanevano nel Servizio di Medicina d’Urgenza fino alle otto dell’indomani. Ovviamente, operando all’ingresso dell’ospedale, veniva assicurata a tutti i pazienti tutta la necessaria terapia d’urgenza, che subito per necessità divenne attività esclusiva.

Questo nuovo Servizio, affidato e magistralmente guidato dal primario Fulvio Weiss, in stretta collaborazione con i reparti di Rianimazione e Cardiologia, risultò essere cruciale per il miglioramento dell’assistenza dei pazienti acuti e gravi (costituì di fatto l’embrione del primo dipartimento d’emergenza) e conseguì l’obiettivo di ridurre le giornate di degenza. Contestualmente fu anche attivato al piano superiore il Servizio di Guardia chirurgica (poi Servizio di Chirurgia d’Urgenza). Primi passi riorganizzativi importanti che però non riuscivano ancora ad esercitare la funzione di filtro.

Dopo circa un anno, quando arrivarono i monitor-defibrillatori, il primario Weiss chiese e ottenne dall’amministrazione ospedaliera di denominare il nuovo reparto “Servizio di Accettazione, Pronto soccorso e Medicina d’Urgenza”. La proposta di mettere in evidenza nella denominazione del Servizio l’attività “più nobile”, partì dal collega Fulvio Carmignani (giunto in sostituzione di Romano Botteghelli) che assieme a Claudio Parentin e al sottoscritto rimasero per lunghi anni i primi tre aiuti, con quattro assistenti. Otto medici in tutto, compreso il primario. Sono stati anni eroici e di sacrificio, costretti com’eravamo tutti ad operare in locali e con organico inadeguati. Turni notturni massacranti, una notte ogni terza… eppure, in virtù della solida guida del primario Weiss, tutti, medici e infermieri, eravamo umanamente e professionalmente gratificati dagli ottimi risultati.

Fu quindi «per germinazione spontanea», come amava dire il primario Weiss, che nacque “la Medicina d’Urgenza”. Oltre ai successori di Weiss, Sergio Minutillo e Laura Stabile, ressero il primariato egregiamente e per lunghi mesi anche gli aiuti Claudio Parentin e Nico Guerrini.

Molte generazioni di studenti e neolaureati si sono formati in Medicina d’Urgenza, da Weiss affidati di norma in attività tutoriale a singoli aiuti. Oltre alla collettività triestina, tutti i giovani medici formati al suo seguito gli sono riconoscenti.

Particolarmente grato, per la sua progressione di carriera, gli è lo scrivente, che ebbe in affidamento (febbraio 1979) la riorganizzazione del Pronto soccorso e la gestione dell’annoso problema del sovraffollamento rimasto irrisolto, ammesso che sia risolvibile un problema causato da vari fattori esterni e indipendenti.

Il problema dei ricoveri venne risolto con l’apertura dell’ospedale di Cattinara (marzo 1984) e col competente intervento delle due Direzioni sanitarie, mentre con l’acquisizione di venti posti letto per l’osservazione temporanea nel nuovo ospedale, con soli otto bravi medici e locali e servizi tecnici sufficienti a mettere in pratica la dottrina della Medicina d’Urgenza alla porta dell’ospedale avvenne il vero salto di qualità nell’attività diagnostica e terapeutica d’urgenza di tutte le malattie medico-chirurgiche e traumatologiche con un drastico abbattimento dei ricoveri soprattutto nei reparti di Ortopedia e di Neurochirurgia.

Il lungo sofferto iter, iniziato da Fulvio Weiss, autentico Maestro di medicina, e portato avanti dai suoi allievi, costellato da vari Congressi organizzati localmente nazionali (VIII Congresso nazionale dell’Aimps ’83) e regionali a Trieste e al Castello di Duino, aggiornamenti nelle sedi più avanzate del settore (Seattle) di medici motivati come Marzio Babille e Gianluca Festini, pubblicazioni, ricerche scientifiche, alla fine ha condotto a una autentica svolta storica nell’assistenza medica in circostanze d’urgenza-emergenza, forse ancora non percepita appieno dalla storiografia medica.

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