Fuga di notizie, la Procura allarga il tiro

Avviso di garanzia al colonnello dei carabinieri Garritani. Prima di lui indagati Pasquariello e il capo della Mobile
Il colonnello Antonio Garritani
Il colonnello Antonio Garritani

Le intercettazioni “selvagge”, ordinate dal procuratore capo Carlo Mastelloni per fuga di notizie, colpiscono ancora. E sempre più in alto.

Dopo il capo della Squadra mobile Roberto Giacomelli e il capitano Fabio Pasquariello, a rimanere impigliato nella rete degli investigatori è adesso il comandante del reparto operativo dei carabinieri Antonio Garritani, il “numero due” a Trieste, raggiunto da un avviso di garanzia firmato dal sostituto procuratore Antonio Miggiani.

Il nome di Garritani compare nella proroga delle indagini preliminari e va a ingrossare le fila dei presunti informatori del cronista di giudiziaria del “Piccolo” Corrado Barbacini.

Una “strage” di vertici delle forze dell’ordine per una vicenda che nulla ha a che fare con gli affari di Stato o con le grandi inchieste sul terrorismo condotte fino a pochi anni fa dallo stesso procuratore capo.

La fuga di notizie è legata infatti a un tentativo di violenza carnale compiuto da un gambiano nei confronti di una sessantenne. Il giornalista ne ha scritto grazie alle “imbeccate” di quelle che la procura ritiene essere delle gole profonde: una banale “soffiata” su un caso peraltro chiuso con il colpevole in cella e quindi con possibilità nulla di pregiudicare le indagini.

La “caccia grossa” di Mastelloni, comunque, non è ancora finita. Il magistrato sta puntando a un altro funzionario della Questura che, secondo il provvedimento della procura, avrebbe costantemente rifornito di notizie Barbacini come se fosse il suo “salumiere di fiducia”.

La notizia dell’avviso di garanzia a Garritani segue quella di pochi giorni fa sull’imminente partenza da Trieste di Giacomelli e Pasquariello considerati due investigatori di alto livello.

Un fuggi-fuggi generale più che una cacciata. Una soluzione quasi inevitabile di fronte a una situazione che rischia di incrinare e compromettere il rapporto di fiducia tra le forze dell’ordine e la procura.

Non appena ricevuto l’avviso di garanzia, infatti, Pasquariello ha chiesto il trasferimento per incompatibilità ambientale. Subito dopo ha chiesto e ottenuto una licenza. Il capitano, a quanto si dice, potrebbe andare a comandare una compagnia di una località friulana. Un evidente declassamento per una brillante mente investigativa capace di risolvere i gialli di Lignano e di Udine ma, evidentemente, considerato una presenza “ingombrante” a Trieste.

Quanto a Giacomelli è dato per certo il suo trasferimento a Roma con un incarico di alto livello al Servizio centrale operativo. Una promozione ma anche un modo elegante per togliersi dai piedi il capo della Squadra mobile. L’altra mattina era in procura per salutare i sostituti. Qualcuno, dicono, si è commosso. Ha stretto anche la mano a Mastelloni.

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