Fucile sloveno contro due triestini: la Farnesina chiama Lubiana

Il ministero guidato da Matej Tonin: fatti controlli, nessun nostro militare coinvolto in quella circostanza
Slovenija, Cerklje ob Krki , 14.05.2019 14.Maj.2019 Dan slovenske vojske, vojska, praznovanje,vojaska oprema , vojak, politika , Slovenska zastava, castna ceta Foto:BOBO
Slovenija, Cerklje ob Krki , 14.05.2019 14.Maj.2019 Dan slovenske vojske, vojska, praznovanje,vojaska oprema , vojak, politika , Slovenska zastava, castna ceta Foto:BOBO

ZAGABRIA Diventa un caso internazionale la vicenda dei due triestini fermati in Val Rosandra da uomini sloveni in divisa militare e con il fucile spianato. Fonti della Farnesina hanno reso noto che l’Ambasciata d’Italia a Lubiana ha contattato già l’altra sera le autorità slovene per acquisire maggiori informazioni, mentre Roma ha invitato la controparte slovena alla «massima collaborazione tra le forze di polizia lungo il confine, anche al fine di velocizzare le indagini in corso circa il fermo dei due cittadini».

Sloveni in divisa con il fucile puntato contro due triestini in Val Rosandra
Paramilitari sloveni in un'immagine d'archivio


Da parte slovena infatti la vicenda ha indotto esercito e polizia a fare accertamenti. E ieri pomeriggio il ministero della Difesa di Lubiana ha annunciato che dopo i primi controlli appare chiaro che quegli uomini in divisa non erano dei militari. La polizia slovena, dal canto suo, continua a «raccogliere informazioni», ha fatto sapere la portavoce della divisione di Capodistria, Anita Leskovec; mentre la Questura di Trieste fa sapere che ai propri uffici non è pervenuta al momento alcuna denuncia.

Fucile puntato sulla coppia triestina, Lubiana esclude la presenza dell'esercito e si rafforza l'ipotesi paramilitari
Militari dell'esercito sloveno durante un'esercitazione in un'immagine d'archivio


Cosa è successo dunque in Val Rosandra? Nel fine settimana il quotidiano Primorski Dnevnik ha riportato la testimonianza di una giovane coppia triestina (con doppia cittadinanza italo-slovena, lui temporaneamente domiciliato in Slovenia), che ha raccontato di esser stata fermata alcuni giorni prima in territorio sloveno da uomini in uniforme, durante una passeggiata nell’area Erpelle-Cosina. “Fermi!” e poi in inglese “Sit down!”, con tanto di fucile puntato. La scena - nel racconto dell’uomo al quotidiano della minoranza slovena - dura pochissimo. Non appena gli uomini armati vedono che il fermato parla sloveno, lasciano andare entrambi. «Cercavamo i “črni” (i neri)», ossia i migranti, dicono come per scusarsi.

La storia rimbalza subito tra Trieste, Lubiana e Roma. Da più parti ci si chiede chi siano quegli uomini in uniforme, che il 32enne triestino descrive come «militari dell’esercito sloveno». Dal primo intervento della deputata dem Debora Serrachiani - che chiede al ministro degli Esteri Luigi Di Maio di «fare chiarezza» - si arriva dunque all’azione dei diplomatici.

«Siamo in attesa di verifiche da parte delle autorità slovene», informa ieri a metà giornata l’ambasciata italiana, che per il momento non ha «nulla da aggiungere». Si aspetta infatti che siano i ministeri sloveni di competenza a dare più informazioni. Ed ecco nel pomeriggio le parole di Lubiana: «L’autore dell’articolo (apparso sul Primorski Dnevnik, ndr) ci ha fatto sapere che stando alla sua fonte l’evento è avvenuto l’8 maggio vicino al paesino di Mihele tra le 10 e le 11. Abbiamo verificato tempi e luogo e possiamo assicurare che quel giorno nessun membro delle forze armate slovene era presente in quella località», come confermato anche dal registro della polizia di Stato che coordina il pattugliamento, dichiara in una nota il portavoce del ministero della Difesa. Siamo di fronte dunque a paramilitari, magari come i gardisti di estrema destra a caccia di migranti lungo i confini sloveni? Il portavoce rimanda al ministero dell’Interno, che a sua volta consiglia di contattare i colleghi della Difesa.

La vicenda ha intanto sollevato un polverone a Lubiana. In questione sono i maggiori poteri che il governo sloveno vorrebbe attribuire ai militari, e le già esistenti pattuglie miste istituite per l’individuazione di migranti illegali ai confini. In programma c’è una modifica alla Legge di Difesa che darebbe all’esercito una funzione di polizia. Ad oggi esistono le pattuglie miste polizia-esercito, ma il ministro della Difesa Matej Tonin ha spiegato ieri che i militari possono già pattugliare da soli, su ordine della polizia e facendo rapporto a quest’ultima. Troppo per l’opposizione. «Questa volta l’abbiamo scampata senza incidenti, ma la prossima volta potrebbe andare peggio», ha twittato ieri il segretario generale dei Socialdemocratici Dejan Levanič. Dall’opposizione si chiedono le dimissioni del ministro competente. —


 

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